Andrea Malan, Il Sole 24 Ore 7/5/2014, 7 maggio 2014
UN’AMBIZIOSA SFIDA GLOBALE
Un nuovo libro o un libro dei sogni? Il piano presentato ieri a Detroit da Sergio Marchionne è ambizioso come i precedenti: quasi 7 milioni l’obiettivo di vendita contro i quasi 6 del piano 2010-2014. Nel caso di quest’ultimo, però, i risultati - almeno sul mercato - sono stati nettamente inferiori alle ambizioni. Riuscirà la nuova Fca a fare centro? Gli obiettivi di vendita sono in realtà in alcuni casi relativamente modesti. La marca Fiat, per esempio, punta a crescere di fatto solo in Asia (e più modestamente negli Usa); se la ripresa in Europa si confermerà nei prossimi anni, la stabilità dei volumi significherebbe una perdita di quote di mercato. La buona notizia è che il marchio non abdica, come si era temuto, all’ambizione di avere una gamma completa anche in Europa: sia Punto che Bravo avranno eredi (ma non necessariamente prodotte in Italia); Fiat prende atto della polarizzazione del mercato fra premium e low cost, ma punta a coprire entrambe le fasce. La questione che più interessa l’Italia è la saturazione delle fabbriche nel nostro Paese. Alfredo Altavilla ha assicurato ieri che nel 2018 l’utilizzo della capacità tornerà al 100% (su due turni). Per raggiungere l’obiettivo saranno decisive le esportazioni (dalle Jeep di Melfi alle 150mila Alfa negli Usa), esportazioni che a loro volta dipenderanno da un fattore imprevedibile (e attualmente sfavorevole) come il tasso di cambio euro/dollaro. Il secondo punto di domanda riguarda gli investimenti e il loro finanziamento da parte di un gruppo il cui debito netto industriale è salito a 10 miliardi di euro a fine marzo. Difficile pensare che possano arrivare molti fondi dalla gestione, visto che in Europa continua la guerra dei prezzi, in Brasile la concorenza è sempre più agguerrita e sul mercato Usa Chrysler produce utili comunque inferiori a quelli delle due grandi concorrenti di Detroit. Sarà disposto Marchionne (insieme ai suoi azionisti) a trovare i fondi necessari e a tollerare gli anni di perdite inevitabili per rilanciare Alfa Romeo? Se gli investimenti arriveranno davvero, e se Fiat avrà la pazienza di lasciarli fruttare, le potenzialità dei marchi lasciano sperare in un successo.
Andrea Malan, Il Sole 24 Ore 7/5/2014