Fabrizio d’Esposito, Il Fatto Quotidiano 6/5/2014, 6 maggio 2014
STRISCIONI, BOMBE E TRUPPA TUTTI I BENEFIT DI GENNY
Tutti i benefit della Carogna. Il biglietto omaggio. La maglietta con slogan illegale. Petardi, fumogeni e bombe carta dei suoi subordinati della curva A, diventata per una sera curva Nord. I fischi all’inno. L’invasione finale di campo.
La Trattativa è la farsa che sputtana per l’ennesima volta il sistema calcio, ma soprattutto è la consacrazione di un casta violenta, intoccabile e protetta da una rete di omissioni e complicità, le società in primis. Gli ultras, ovviamente. E questo a scapito della maggioranza silenziosa dei tifosi, diciamolo pure, perbene, che è anche l’unica prigioniera della gabbia di regole e divieti avviata con la tessera del tifoso. Chi scrive, da sostenitore del Napoli, e senza la fatidica tessera inventata dal leghista Maroni, ha invano aspettato ben tre, dicansi tre, comunicati della Lega Calcio (quella di Beretta), nell’arco di tutto il mese di aprile. Tre lunghi documenti modello burocrazia sovietico-zarista da decifrare riga per riga e per sapere che alla fine non sarebbe riuscito mai ad acquistare il biglietto. Il punto è che anche la Carogna non ha la tessera del tifoso. Chi gli ha dato quindi il biglietto omaggio come ha scritto ieri Repubblica? Chi tra Lega, Coni (quello di Malagò, che è proprietario dell’Olimpico) e società calcio Napoli ha la responsabilità di aver fatto entrare Gennaro De Tommaso allo stadio sabato sera?
Seconda, vergognosa fotografia: i petardi a scoppio continuo che sembravano rimbalzare sulla pista atletica e che in un caso hanno colpito un povero vigile del fuoco. Chi li ha fatti entrare? “Ogni stadio ha il suo punto debole”, si vantano i capi degli ultras. Steward compiacenti o intimoriti, poliziotti distratti o altro ancora? Al San Paolo di Napoli, che è una sorta di groviera di cemento, c’è persino un tunnel clandestino usato per trasportare bombe carta, striscioni offensivi, molotov, fumogeni, mazze, bastoni, coltelli ed erba da fumare. A Roma, invece, spesso compaiono striscioni fascisti e razzisti: come è possibile? E come è possibile che nell’aprile del 2005, a Milano, il derby venne interrotto da un lancio di vietatissimi fumogeni. A ogni singolo privilegio della casta degli ultras corrisponde sempre una restrizione surreale, paradossale, se volete ridicola, subita dai tifosi normali. Tullio Morello, gip del tribunale di Napoli, ha scritto ieri sul Mattino che gli è stato sequestrato un pennarello che era nello zaino, mentre a un suo amico è stato portato via un ombrello senza punta. Sul Napo-lista, sito di analisi politico-calcistica, il giornalista Vittorio Zambardino ha denunciato: “Noi cui tolgono una boccetta di gocce medicinali perché può diventare un’arma”.
Terza fotografia: la maglietta ostentata dalla Carogna con le scritte inneggianti all’assassino di Raciti. Altra beffa atroce alle norme, in teoria tassative, che impediscono, di offendere. Massimiliano Gallo è il direttore del Napolista. Convinto sostenitore di Benitez, l’allenatore del Napoli, ha avuto settimane fa l’idea di confezionare un bandierone con la faccia di “Rafa”. Un’altra peripezia nella burocrazia zarista di casa nostra. Racconta: “Ho dovuto compilare un modulo per la polizia e poi scrivere una mail alla società. Allo stadio devo sottopormi a tre se non quattro controlli e ogni volta srotolare e mostrare il bandierone. La verità è che oggi esiste un solo presidente in Italia che combatte sul serio i privilegi degli ultras. Ed è Lotito della Lazio”.
L’ultima affermazione di Gallo introduce alla quarta e inguardabile fotografia di sabato sera, altro benefit per il capo della curva A. L’apparente familiarità tra la Carogna e Hamsik, il capitano del Napoli. Qui c’è una specificità autoctona: il perverso rapporto tra società, squadra e camorra, in quella che appare come una zona grigia di reciproca sopportazione. Periodicamente, i giocatori del Napoli vengono derubati (l’ultimo caso riguarda Behrami, che infuriato vuole andare via) e questa è la spiegazione data da un pentito di camorra: “Alcune rapine ai danni di Lavezzi, Hamsik o Ca-vani sono state consumate dai Mastiffs per punirli. Bisognava colpire quei calciatori che avevano rifiutato di partecipare a inaugurazioni di club o altri eventi organizzati”. I Mastiffs sono il tremendo gruppo guidato dalla Carogna. Per la cronaca ad Hamsik fu portato via un orologio, un Rolex. Mesi dopo gli venne restituito, lo rivelò lui stesso, ma non si sa da chi. Di fronte alle polemiche, Hamsik fece marcia indietro e ritrattò: “Non è vero che l’ho riavuto”. Un giallo irrisolto.
Fabrizio d’Esposito, Il Fatto Quotidiano 6/5/2014