Lucio Cillis, la Repubblica 5/5/2014, 5 maggio 2014
ALITALIA, UNA NEWCO DA UN MILIARDO MA CON ETIHAD MENO ROTTE BREVI
Nella valigetta ventiquattrore di Gabriele Del Torchio, in volo verso Abu Dhabi in queste ore, c’è la bozza dell’accordo con Etihad. Domani mattina, nel corso dell’incontro decisivo con il collega James Hogan nel Golfo, il manager italiano metterà sul tavolo le soluzioni e le (pochissime) alternative per agguantare l’acquisizione.
ORE decisive, quindi, per capire se il piano messo in piedi faticosamente da Del Torchio nel fine settimana, sarà determinante per l’acquisizione di Etihad.
Al punto uno del piano c’è la nascita di una newco. Una Alitalia 2, società nuova di zecca costituita dalla capogruppo Alitalia-Cai e dai suoi soci attuali e, in una percentuale oscillante dal 40 al 49%, da Etihad che procederebbe ad un aumento di capitale fino ad un massimo di 560 milioni di euro.
Ad Alitalia 2 verrebbero conferite tutte le attività di volo e il personale. La holding Cai rimarrà invece nel suo ruolo centrale di controllante in una percentuale minima del 51% per mantenere in mano a soci “europei” la maggioranza del pacchetto. In questa scatola, resteranno i debiti e i contenziosi ancora aperti con la società tra il 2009 e il 2014. Anche i dipendenti, compresi gli esuberi che come vedremo saranno un’altra parte non semplice da gestire, usciranno da Alitalia-Cai per confluire nella newco. Quel che resta di Cai non sarà certo una bad company, insistono a spiegare fonti ben informate, tanto per sgombrare il campo dai molti dubbi delle ultime ore. Lo stesso ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, ieri ha sottolineato come «il tema della bad company non esista ».
L’aumento di capitale previsto per la nuova società potrebbe anche catturare le attenzioni, mai sopite davvero, di Air France-Klm che negli ultimi giorni per bocca del suo numero uno Alexandre de Juniac, non ha fatto mistero «di essere interessata all’evolversi della situazione» che potrebbe tradursi in un possibile impegno finanziario ben superiore al 7% di quota oggi posseduta in Alitalia-Cai.
Il capitale complessivo della newco, secondo alcune fonti, potrebbe superare il miliardo di euro, avvicinandosi alla cifra messa sul piatto oltre cinque anni fa, quando Cai prese in mano i resti della vecchia compagnia di bandiera.
Gli esuberi sono il secondo nodo da sciogliere. I sindacati puntano i piedi, al momento, ma sono ben coscienti della gravità della situazione e nei prossimi incontri si potrebbe definire il percorso che porterà probabilmente ad una soluzione intermedia tra le richieste di Etihad (2.500 esuberi complessivi) fino ai 1.000 o 1.200 finali, in gran parte personale di terra. In ballo c’è un settore che in Italia tra compagnia e indotto occupa oltre 22mila persone. Da oggi a mercoledì sindacati e azienda tratteranno a oltranza su questo delicatissimo tema.
Se Del Torchio e il presidente Roberto Colaninno che lo accompagna nel tour emiratino porteranno a casa un’apertura da parte di James Hogan, il passo successivo riguarderà il piano industriale che sarebbe già stato discusso tra le parti. Il rilancio avverrà puntando sulla qualità. Agli occhi di Etihad e del suo potenziale di passeggeri, Alitalia rappresenta una piccola fetta di Made in Italy e per questo il vettore italiano potrebbe perdere parte del breve-medio raggio (meno Italia e meno Est Europa), diventando una compagnia votata al lungo.
Lucio Cillis, la Repubblica 5/5/2014