Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 05 Lunedì calendario

LUCERTOLE IN RIBASSO


Nonostante la primavera piovosa è da oltre un mese che sono apparse le lucertole. Se ne stanno piacevolmente al sole sui muri, vicino ai sassi, tra l’erba dei prati, arrampicate sui tronchi, tra le foglie secche dell’inverno, vicino alle fessure; si vedono in campagna, oppure salendo lungo un sentiero di collina o di montagna. Pur essendo un rettile, la lucertola attira la simpatia di tutti, o quasi. Forse perché inoffensiva, o perché si palesa nei giorni di bel tempo, o perché una delle attività preferite dei ragazzi è darle la caccia. O almeno lo era, dato che sempre meno i bambini e i ragazzini giocano nei campi o tra i sassi. Le lucertole un tempo erano l’oggetto su cui si esercitava l’innata tendenza alla crudeltà dei giovanissimi. I monelli, ricorda un etologo, le cacciavano con i sassi e con la fionda, e le catturavano con le mani. Uno dei piaceri preferiti era quello di vederle perdere la coda, che si staccava dal corpo al solo contatto, e si dimenava nella polvere o tra il ghiaino della strada. Si tratta di una difesa, ricorda Danilo Mainardi, delle lucertole contro i predatori; le vertebre di questi piccoli rettili in miniatura sono allungate, sottili e fragili, predisposte per l’eventuale rottura. Quando la lucertola si sente presa, contrae alcuni muscoli caudali e la coda si separa dal corpo. Poiché questa estremità è dotata di una sua motilità, una sorta di carica, il predatore è colto di sorpresa e si attarda a guardarla; così la lucertola guadagna la via di fuga. La coda ricresce più di una volta. Un tempo i ragazzi si divertivano con questo strano fenomeno. Oggi non più. I passatempi infantili sono diversi, legati maggiormente al mondo virtuale che a quello reale. Si esce meno da casa; non si gioca nei cortili: certi regolamenti condominiali, decisi dagli anziani abitanti, lo vietano; i bambini stanno meno per strada o a contatto con la natura, salvo in appositi campi estivi. Ci si diverte in altro modo, e anche la crudeltà infantile, così ben descritta dagli psicoanalisti, si orienta verso altri oggetti. Peccato perché le lucertole sono molto interessanti. Mainardi ci ricorda due cose in particolare: la difesa del territorio attuata dai maschi con gonfiamento della gola; e la risposta delle femmine pronte per essere fecondate alla presenza del maschio: camminano stando ferme. Un evidente conflitto: la paura li induce a fuggire, la spinta sessuale a rimanere immobili. Da bambini non lo sapevamo.

Marco Belpoliti, La Stampa 5/5/2014