Franco Bechis, Libero 7/5/2014, 7 maggio 2014
BISIGNANI SUSSURRA A MATTEO «AL VOTO A OTTOBRE O SEI FINITO»
L’occasione è stata naturalmente quella del suo ultimo libro: «Il direttore, un romanzo sul potere» che ancora una volta ha portato alla ribalta Luigi Bisignani. Così l’ex giornalista, ex pr, lobbista, uomo al centro delle più importanti relazioni di potere in Italia, l’uomo «che sussurra ai potenti» (come si è autocelebrato in un fortunato saggio), il personaggio al centro di molte vicende giudiziarie di questi anni, è entrato ne L’Abitacolo, la web trasmissione di Libero, che oggi sarà on line su www.liberoquotidiano.it. Per parlare del suo libro, che ha fatto notizia perchè in extremis il Salone del Libro di Torino ne ha rifiutato la presentazione (il romanzo è inventato, ma sembra davvero parafrasare le vicende del Corriere della Sera). Avendo Bisignani a bordo, non potevamo farci scappare l’occasione per parlare dei potenti di oggi. Iniziando dal premier
Anche lei è convinto che Renzi sia l’uomo che ha cancellato la sinistra?
«Vero, da quando c’è Renzi la sinistra non c’è più. E speriamo che lui trasformi questa sua capacità mediatica in una forza di governo. Al momento questo non è avvenuto. C’è un uomo solo...»
Cosa vuole dire?
«Che è difficile fare la rivoluzione copernicana che vuole Renzi senza una maggioranza parlamentare e senza avere uomini suoi nei posti rilevanti dell’apparato di governo. Né puoi fare ciò che vuoi senza avere dalla tua il Ragioniere generale dello Stato, il direttore generale del Tesoro, chi dirige le politiche di coesione...».
Non li ha dalla sua, anzi. Quindi è destinato al fallimento secondo lei?
«Fino adesso abbiamo visto tante buone enunciazioni un po’ velleitarie. Lui denuncia, però poi bisogna mettere in pratica. E poi anche questa ossessione sugli stipendi... Stiamo attenti, perchè non vorrei nascesse qui un disagio sociale che di fronte all’assenza di risultati concreti ci può portare a una deriva molto brutta».
Lei che sussurra ai potenti, che sussurrerebbe a Renzi?
«Secondo me deve passare il prima possibile dalle elezioni. Ad ottobre, per avere una sua maggioranza e un suo Parlamento. Adesso fingono tutti di essere renziani, ma non è così. Per dargli fiducia bisogna che un suo Parlamento lo legittimi. Secondo me questo tema lui stesso lo comincia a sentire, e lo sente con forza perchè altrimenti se lo mangiano».
Eppure piace alla gente la rottamazione di Renzi. Come lo dico a lei che conosce bene il Vaticano piace la rottamazione di Papa Francesco.
«Non sono così simili. Papa Francesco parla ai poveri del mondo, semmai il suo limite finora è stato parlare poco ai giovani, a chi ha bisogno di sentire la speranza. Eppure i giovani sono fondamentali per la Chiesa. Io sono praticante. Ho 61 anni. La domenica mi giro durante la funzione e sono uno tra i più giovani. I giovani hanno bisogno della Chiesa, e la Chiesa di loro, più ancora che dei poveri...».
È vero che Rizzoli ha impedito la presentazione del suo romanzo al Salone del libro?
«Giulio Andreotti che è sempre stato il mio punto di riferimento diceva che a pensare male spesso ci si indovina...».
Diceva però che si faceva peccato...
«Sì, però ci si indovina. Io non credo che la Rizzoli sia intervenuta sul Salone del Libro per impedire la mia presentazione, che l’8 maggio sarebbe coincisa con una importante loro assemblea. Il direttore di Chiarelettere, Fazio pensa che possa essere intervenuto il Vaticano...».
E lei cosa crede?
«Aveva ragione Nanni Moretti a dire “mi si nota di più se ci vado o se non ci vado?”...»