Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera 7/5/2014, 7 maggio 2014
LEWINSKY DOPO 15 ANNI DI SILENZIO: IO E LA RELAZIONE CON IL PRESIDENTE
Dopo 15 anni di silenzio Monica Lewinsky parla dello scandalo sessuale che sconvolse la sua vita e quella dei Clinton. E lo fa proprio quando Hillary potrebbe annunciare la sua candidatura alle presidenziali del 2016. «Sino adesso sono stata timida, per paura di diventare un problema per la sua campagna. Ma posso tenere la mia vita sospesa per altri 8 o 10 anni?» confida l’ex stagista della Casa Bianca, oggi 40enne, con una laurea in psicologia sociale, in una lunga lettera a Vanity Fair dal titolo Vergogna e Sopravvivenza.
Monica accusa l’allora presidente degli Stati Uniti di essersi approfittato di lei, ventiduenne ingenua, ma ammette di essere entrata nella storia con tutti e due i piedi: «Ovviamente era il mio capo e ne ha approfittato ma sono sempre stata ferma su un punto: è stata una storia consensuale. Gli abusi sono arrivati dopo, quando sono diventata un capro espiatorio per chi voleva proteggerlo». Dice di essersi sentita umiliata e di aver pensato più volte al suicidio: «L’amministrazione Clinton, i politici di tutti e due i partiti e i media sono stati capaci di marchiarmi a vita».
Ma perché parlare proprio ora? Dopo un così lungo silenzio? Lewinsky spiega che è tempo «di bruciare il berretto e seppellire il vestito blu», citando due elementi centrali usati dall’accusa contro Bill, e di voler «riprendere in mano» il suo futuro e «dare un senso» al suo passato». «Se questo mi costerà molto — aggiunge — lo scoprirò molto presto». La tempistica dell’intervento, però, sa troppo di strategia elettorale. I repubblicani hanno già fatto sapere che non considerano archiviato lo scandalo degli anni 90 e che potrebbero usarlo in campagna elettorale. Rand Paul, uno dei repubblicani che potrebbe candidarsi alle primarie, ha più volte accusato Bill di un «comportamento predatorio» e la moglie di averlo in qualche modo coperto.
È chiaro che per Hillary, da sempre paladina della causa femminile e possibile prima presidente degli Stati Uniti, la ricomparsa di Monica sul suo cammino rappresenta un ostacolo che potrebbe diventare insidioso in vista della campagna elettorale. Soprattutto se l’ex stagista userà l’arma della donna su cui si getta la croce addosso: «La signora Clinton — scrive Lewinsky a Vanity Fair — in qualche modo s’è data la colpa per la relazione tra me e Bill, pensando di essere stata emotivamente negligente. E sembrava averlo perdonato. Trovo che l’impulso di accusare la donna, non solo me, ma anche lei stessa, sia preoccupante». Monica non dimentica l’accusa rivoltale dalla sua rivale di essere una squilibrata: «Altro che “pazza narcisista” — dice — tra me e Bill c’era una vera relazione».
Bellissima e sorridente, vestita di bianco su un divano rosso, come appare nella foto di copertina della rivista, Lewinsky ci tiene a ribadire che non è mai stata interessata ai soldi. Né ora né allora. Qualcuno, in passato, aveva insinuato che fossero stati i Clinton a pagare per il suo silenzio. «Posso assicurare che nulla è più lontano alla verità. Ho rifiutato offerte da 10 milioni di dollari per fare cose che non ritenevo giusto fare», spiega. Ora, però, ci sarà chi crederà che a ingaggiarla siano stati i repubblicani.