Ignazio Ingrao, Il mio Papa 7/5/2014, 7 maggio 2014
CINQUANT’ANNI FA IL PRIMO PAPA VOLANTE
Mezzo secolo di «Papi volanti». E Alitalia con loro nei cinque continenti. Il pellegrinaggio di papa Francesco in Terra Santa dal 24 al 26 maggio prossimi avrà un sapore particolare anche per la nostra compagnia di bandiera. Ricorreranno infatti 50 anni dal primo viaggio nel quale un pontefice è volato all’estero in aereo. Era il 4 gennaio 1964 e Paolo VI si recò, con volo Alitalia, proprio in Terra Santa per compiere uno straordinario gesto ecumenico: incontrarsi a Gerusalemme con il patriarca ortodosso di Costantinopoli, Atenagora. C’erano voluti più di 90 anni, dalla «breccia di Porta Pia» nel 1870, perché un pontefice si allontanasse da Roma e dalla Città del Vaticano: Giovanni XXIII nel 1962, alla vigilia dell’inizio del Concilio Vaticano II, prese il treno da San Pietro per recarsi ad Assisi e Loreto. Ma bisognò attendere ancora due anni e l’arrivo del suo successore, Giovanni Battista Montini, per compiere il grande balzo fuori dall’Italia sulle ali di un aeroplano. Da quel momento i papi hanno cominciato a viaggiare sempre più spesso: Paolo VI è volato all’estero ben 9 volte. Ma il vero «globetrotter» è stato Giovanni Paolo II, che in 27 anni di pontificato ha compiuto 104 viaggi fuori dall’Italia, visitando 129 Paesi e percorrendo in aereo oltre 1.200.000 chilometri, pari a 30 volte il giro del mondo. Neanche Benedetto XVI è stato un Papa sedentario: in sette anni di pontificato ha compiuto 24 viaggi all’estero e una trentina in Italia percorrendo oltre 160 mila chilometri. Papa Francesco, poco dopo essere stato eletto, è volato sull’isola di Lampedusa per incontrare migranti e profughi nordafricani, quindi si è recato a Rio de Janeiro in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù e quello è stato il suo primo viaggio all’estero da Pontefice.
A maggio Bergoglio sarà in Terra Santa per ricordare il pellegrinaggio di Paolo VI e ripeterà lo storico abbraccio di fronte alla Basilica del Santo Sepolcro con l’attuale patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I. Per celebrare mezzo secolo di viaggi papali l’Alitalia ha allestito presso lo scalo di Fiumicino una mostra fotografica con le più belle immagini dei pontefici in volo. Il pontefice, naturalmente, non ha un suo aereo personale, ma viene appositamente trasformato per lui un velivolo di linea. Anche su questo fronte papa Francesco tuttavia ha imposto il suo stile già in occasione della sua prima trasferta in Brasile: abituato a viaggiare in classe economica, persino sui voli intercontinentali, Bergoglio ha rifiutato il più grande e lussuoso Boeing 777 preferendo il più ridotto Airbus 330, dove ha chiesto che venissero effettuate il minor numero possibile di modifiche.
In particolare Francesco non ha voluto che venissero smontate le poltrone per realizzare un letto tutto per lui, come accadeva per i suoi predecessori. Si è accontentato di uno spazio nella parte anteriore dell’aereo, parzialmente appartato dal resto dei passeggeri, dove ha potuto allungare le gambe durante il volo, leggere, pregare e riposarsi ma senza particolari accorgimenti, come un passeggero qualsiasi. Salendo sulla scaletta dell’aereo, per entrare a bordo, il Papa si è portato da solo la sua borsa nera con i documenti di lavoro: un gesto emblematico di umiltà e semplicità che ha fatto il giro del mondo.
Il resto del seguito papale, composto dal suo segretario, alcuni prelati, guardie svizzere e gendarmi addetti alla sicurezza, è sistemato subito dietro di lui. Nella parte posteriore dell’aereo ci sono poi 70 giornalisti di tutto il mondo che viaggiano insieme con il Papa. Questi ultimi pagano un biglietto speciale che copre buona parte delle spese del volo. La parte restante dei costi è coperta da Alitalia e Santa Sede. L’equipaggio è composto da piloti, hostess e steward di provata esperienza, appositamente selezionati dalla compagnia. A differenza dei normali voli di linea, per ragioni di sicurezza sul volo papale è garantita la presenza non solo di un primo e secondo pilota, bensì di un doppio equipaggio completo. Spesso, soprattutto se si tratta di aree a rischio, quando il velivolo del Papa entra nello spazio aereo del Paese di destinazione viene preso in consegna, a debita distanza, dai caccia militari del luogo, che lo scortano fino all’atterraggio (avverrà così il prossimo 24 maggio, quando il Pontefice giungerà ad Amman, capitale della Giordania). Come segno di cortesia, sulla carlinga dell’aereo papale, sotto lo stemma dell’Alitalia viene posto anche lo stemma del Pontefice. Nel prossimo pellegrinaggio in Terra Santa, Francesco viaggerà all’andata con un Airbus A320 dell’Alitalia e al ritorno con un Boeing 767 della compagnia israeliana El Al. La rotta non sarà quella percorsa dai normali aerei di linea, ma l’aereo seguirà un percorso speciale concordato con le autorità preposte al controllo del traffico aereo. Nel corso del volo è ormai consuetudine, sin dai viaggi di Giovanni Paolo II, che il Pontefice si intrattenga a conversare con i giornalisti presenti.
Papa Francesco durante il suo viaggio verso il Brasile ha chiesto di poterli salutare e conoscere a uno a uno e, al ritorno, per un’ora e venti minuti ha risposto a tutto campo alle loro domande nel corso di una conferenza stampa. Un dialogo nel quale il Pontefice ha anticipato, senza reticenze, temi di discussione e riforme dei mesi successivi. Nel prossimo volo per la Terra Santa ci sarà un’altra sorpresa: per la prima volta nella storia salirà sull’aereo con il Papa anche un Imam musulmano. Omar Abboud, che farà parte del seguito papale insieme con il rabbino ebreo Abraham Skorka. Una scelta simbolica, voluta da Bergoglio, per sottolineare il carattere interreligioso ed ecumenico del pellegrinaggio.