Ilaria Maria Sala, La Stampa 4/5/2014, 4 maggio 2014
TOKYO, UNA FIRST LADY SEMPRE ALL’OPPOSIZIONE PER IL PREMIER ABE
Si oppone all’utilizzo dell’energia nucleare, su cui invece il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha scommesso tanto, perché «nulla garantisce che non ci sia un altro incidente». Conosce bene le serie televisive sudcoreane, e promuove relazioni amichevoli con la Corea, mentre il premier non smette di essere un «falco». Anche con la Cina, malgrado le dispute territoriali sembrino infinite e le occasioni di attrito innumerevoli, vuole migliorare i rapporti, lasciando da parte i temi su cui gli scontri sono probabili, per concentrarsi sugli scambi interpersonali e l’approfondimento della conoscenza reciproca. Ha aspramente criticato l’introduzione di una nuova tassa sui consumi, uno dei perni di quell’Abenomics che dovrebbe ridare energia all’economia giapponese. E come a lanciare una sfida agli elementi più conservatori del Giappone, alcuni dei quali si trovano proprio nel governo Abe, ha perfino deciso di sfilare al «gay pride» tenutosi la settimana scorsa.
Stiamo parlando del leader dell’opposizione? No. Si tratta di Akie Abe, meglio nota come la First Lady giapponese. Ovvero, la moglie del primo ministro Abe. Sarà proprio per tutte queste «posizioni contro» che la signora spesso scherzosamente dice alla stampa di essere la più determinata oppositrice di alcune delle politiche del marito. Così, ecco pronto il soprannome, ad uso della stampa e anche dei politici nazionali: Akie Abe è «il Partito di opposizione domestica».
Nata Akie Matsuzaki nel 1962, la First Lady giapponese è un’anomalia nel panorama politico nipponico: donna indipendente e di vedute molto aperte, ha sposato Shinzo Abe nel 1987 ma da allora non si è ritirata a vita privata, come è spesso successo. La coppia non ha figli, e la signora Abe ha deciso dunque di concentrarsi sui suoi interessi, dall’agricoltura biologica alle arti marziali. Negli anni passati fatto la DJ in radio, facendosi conoscere dai suoi ascoltatori come Akky, poi ha aperto un ristorante biologico nel quartiere commerciale di Kanda, Uzu. E per mostrare la sua convinzione, di Akie Abe si è fatta ritrarre nei campi, che promuove l’agricoltura biologica e difende le sovvenzioni all’agricoltura, di nuovo contraddicendo le opinioni del marito.
Le First Lady giapponesi non finiscono generalmente sotto la lente d’ingrandimento come quelle americane: la moglie dell’ex premier Yukio Hatoyama, Miyuki, aveva pubblicato un libro descrivendo quando gli alieni l’avevano rapita, per esempio, e nessuno ha battuto ciglio. Ma con Akie Abe le cose sono diverse, anche perché la sua immediatezza e capacità di brillare nelle situazioni pubbliche la rende capace di umanizzare il marito, e conferirgli un «lato morbido» a volte oscurato dai suoi istinti nazionalisti.
La signora Abe è attenta alla moda, pur avendo uno stile molto personale, pulito e leggermente androgino; Akie si è anche schierata apertamente contro alcuni dei problemi di cui ancora in Giappone si parlava solo per sussurri: come la questione dello stalking, fenomeno diffuso come in qualunque altra società tecnologica ma finora ignorato. Appoggiando in pieno la campagna di Miss Internazionale 2013, Ikumi Yoshimatsu, Akie Abe si è impegnata nel mettere pressione al Parlamento giapponese affinché la legge anti-stalking fosse finalmente approvata.
E mentre i sondaggi continuano a dare un solido margine di approvazione al marito Primo Ministro e alle sue politiche, non è un segreto per nessuno che avere al suo fianco la sorridente e testarda Akie gli sia di grande aiuto anche con l’opinione pubblica.
Ilaria Maria Sala, La Stampa 4/5/2014