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 2014  maggio 04 Domenica calendario

IL MEGA IMPERO DI BUFFETT AL VICESCERIFFO GLOBETROTTER


Chi lo ha detto che per guidare un impero finanziario occorra per forza un master, essersi fatti le ossa a Wall Street, o avere un profilo da squalo bramoso di profitto e incline all’avidità?
Non certo Warren Buffett. Proprio mentre è impegnato nell’assemblea degli azionisti di Berkshire Hathaway - definita la «Woodstock del capitalismo» - nel toto-nomine per la sua successione si afferma con forza un nome, quello di Howard Graham Buffett. Non è un caso di omonimia, anzi è parentela stretta, visto che «Howie», è il secondo dei tre figli avuti da Warren con la prima moglie Susan, scomparsa dieci anni fa.
L’erede al «trono» - 60 anni il prossimo dicembre - sembra aver poco a che fare con l’Oracolo di Omaha, così chiamato per le sue doti «visionarie» in termini di investimenti. Ha peregrinato per diverse facoltà senza concludere nessun corso di laurea, ha la vocazione per l’agricoltura, è ambientalista sfegatato, filantropo, fotografo globe-trotter e ausiliario di polizia. Doti interessanti, ma che si accostano poco a quelle richieste a chi dovrebbe guidare un impero da 300 miliardi di dollari come Berkshire Hathaway.
Il patron del colosso di Omaha, 83 anni e reduce da un cancro nel 2012, da tempo si guarda intorno per individuare un successore: diversi i nomi dei papabili emersi nel corso di questi anni, ma nessuno si è mai affermato come Howie. Ben inteso, la successione è figlia di condizioni ben precise, in primis arriverà solo quando Warren non sarà più vivo, o quanto meno non sarà più in grado di dirigere la società. Inoltre, a dare il via libera all’ascesa di Howie deve essere il Cda di Berkshire. Infine l’incarico a lui affidato sarà «non esecutivo», nel senso che non avrà potere decisionale sulle attività di investimento, né nelle operazioni ordinarie della società o delle 70 controllate. In sostanza Buffett Jr, che deve il secondo nome a Benjamin Graham, investitore che ha profondamente ispirato Warren, dovrà essere una sorta di controfigura del padre con il nobile incarico di portare avanti i valori e la cultura di Berkshire.
Chiuso il capitolo universitario, Howie lavora a See’s Candy, una controllata di Berkshire. Nel 1986 papà Warren compra una fattoria e l’affitta al figlio che se ne occupa per cinque anni. Nel 1992 molla tutto e si trasferisce a Dacatur, in Illinois, dove viene assunto ad Archer Daniels Midland, azienda addetta alla lavorazione del grano, ma anche qui non dura molto. Diventa partner di un produttore di grano sino a quando Buffett decide di donare ai tre figli alcune quote di Berkshire per destinarle in filantropia. Howie fonda la «Howard G. Buffett Foundation», da allora interviene in circa 2000 progetti rivolti alla sicurezza alimentare e all’ambiente. Documenta i lavori in prima persona reinventandosi fotografo globetrotter: visita 133 Paesi ma quando è in patria non rinuncia a fare l’ausiliario vicesceriffo con tanto di giubbetto antiproiettile e Glock 22: quest’anno ha già fatto 225 ore di pattuglia non pagate. La gente lo considera «uno di noi», e chi lo conosce dice che ha molto da condividere col padre, il parlare pacato, la fiducia nei suoi giudizi e lo scetticismo di chi valuta la competenza col buon senso. Ma soprattutto condividono l’amore per la Coca-Cola e per le battute. A differenza del padre però, Howie preferisce imparare facendo, piuttosto che studiando: una implicita candidatura a far diventare la sua carica esecutiva a tutti gli effetti?

Francesco Semprini, La Stampa 4/5/2014