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 2014  maggio 04 Domenica calendario

UE, UN COMMISSARIO PER TRE: IN CORSA LETTA D’ALEMA E FASSINO


Per i livelli di guida delle istituzioni europee dovremo mandare in Europa le persone più forti che abbiamo: e qui parlo da premier”. Era il 18 marzo scorso quando Matteo Renzi pronunciava forti e chiare queste parole presentando il libro di Massimo D’Alema (“Non solo euro”) al Tempio di Adriano di Roma. Al Lìder Maximo, seduto accanto a lui, era sembrato un impegno, un’assicurazione non proprio esplicita, ma sufficientemente evidente del fatto che il suo “nemico amatissimo” era pronto a spendersi per candidarlo nella nuova Commissione europea, al posto destinato a un italiano. In sostituzione di Tajani che si è candidato con FI e con ogni probabilità entrerà al Parlamento europeo. È passato un mese e mezzo e i contendenti per un posto al sole in Europa sono aumentati. A sfidare D’Alema c’è Enrico Letta, ma anche Piero Fassino.
Chi la spunterà alla fine? Molte le variabili in campo. Bisognerà vedere come vanno le elezioni, con i risultati di Ppe e Pse. Il Pd potrebbe essere addirittura il primo gruppo dei Socialisti europei. E questo significherebbe avere molta voce in capitolo e puntare a prendere nella Commissione un posto importante, come quello di Mr Pesc (quello che avrebbe voluto D’Alema già nel 2009, ma che andò poi a Catherine Ashton). Ci sono le variabili interne. E il metodo Renzi: quello di decidere tutto all’ultimo momento, anche a dispetto di accordi presi. Ne sa qualcosa il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che fino alla notte prima della chiusura delle liste era capolista al Sud e si è poi visto preferire Pina Picierno. In questo momento, a tre settimane dal voto, sembra un testa a testa tra Letta e D’Alema. Non fosse altro perché entrambi sono ex premier. Con l’ago della bilancia che pende a favore del primo, tant’è vero che il nervosismo di D’Alema, che sa riconoscere un avversario temibile, è palpabile. Dopo la defenestrazione da Palazzo Chigi, Enrico e Matteo si sono incontrati una decina di giorni fa. Poco è trapelato di quell’incontro, ma la questione è sul piatto. Letta, dicono i suoi, non avrebbe chiesto nulla (tant’è vero che nulla ha trattato uscendo da Palazzo Chigi). Quel posto per lui è sottodimensionato, sostengono. Ma l’ex premier non fa mistero di voler andar via dall’Italia. Hha iniziato con un ciclo di seminari sull’Europa alla Sciences-Po di Parigi. Il curriculum è quello giusto: è molto stimato a livello internazionale. È giovane. Sul piano interno a Renzi potrebbe convenire ricucire ,risarcendolo, anche a livello d’immagine.
E D’Alema? Ex ministro degli Esteri, ex premier anche lui, può vantare ottimi rapporti nel Pse. Ma quelli a Renzi li ha già portati in dote: durante il congresso a Roma, non a caso, l’unico che Matteo era andato a salutare arrivando era stato lui, che faceva la sponda tra la prima fila e il palco. Ma sono passati 15 anni da quando era presidente del Consiglio. Se nei giorni del Tempio di Adriano Renzi poteva sperare che D’Alema compattasse la minoranza Pd e dunque gli facilitasse il compito, si è chiarito che non è così. Perché la minoranza dem è una sorta di Armata Brancaleone allo sbaraglio che nessuno è in grado di indirizzare. Max però in Europa ci vuole assolutamente andare. E infatti fa campagna elettorale girando col suo libro per tutta la Penisola, è andato mercoledì da Napolitano a perorare la sua causa. E sente Matteo spesso e volentieri, pronto a far pesare la (mezza) parola data e soprattutto il rapporto di ferro con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Tra i due litiganti, il terzo gode, si dice. E alcuni - tra i renziani di peso - sono pronti a scommettere su Piero Fassino. Ex ministro del Commercio estero, ex responsabile Esteri del Pds, l’ultimo segretario dei Ds pare ne abbia abbastanza di fare il Sindaco di Torino (sogno per il quale rinunciò a correre come candidato alle europee del 2009), anche perché ha una maggioranza molto difficile da gestire. Ma, raccontano i suoi, non ha spinto per nessun posto da Commissario. Se glielo chiedessero, però...Unico vero renziano in corsa, Fassino potrebbe essere raccontato come una sorta di “Sindaco d’Europa”. E dall’Anci, di cui è presidente, sono arrivati al governo figure di primo piano come Graziano Del-rio e il sottosegretario alla Pa, Rughetti. Con Renzi, però, non si sa mai. Magari alla fine potrebbe estrarre dal mazzo una carta inedita. Per esempio, una donna.

Wanda Marra, Il Fatto Quotidiano 4/5/2014