Sandra Amurri, il Fatto Quotidiano 4/5/2014, 4 maggio 2014
UNA SCIA DI MORTI E SCONTRI LUNGA OLTRE CINQUANT’ANNI
Una violenza cieca e sorda senza fine che si ripete, almeno, dagli anni Sessanta. Per questo quello che è successo ieri a Roma per la finale di Coppa Italia può stupire solo i retoricissimi telecronisti e commentatori della Rai, oltre a quanti hanno una memoria eccessivamente selettiva. L’elenco delle vittime delle guerre da stadio è lungo, lunghissimo.
COME INIZIÒ: UNA VECCHIA STORIA
Il primo a morire il 28 aprile 1963 a causa degli scontri con la polizia allo Stadio Vestuti dove si disputa la partita Salernitana-Potenza (ci si gioca la promozione in Serie B) è Giuseppe Palitano, 48 anni, che cade a terra colpito da un proiettile sparato in aria da un poliziotto.
Dieci anni dopo, è il 28 ottobre 1979, il tifoso laziale Vincenzo Paparelli, quando manca un’ora al fischio di inizio del derby Roma-Lazio, muore per un razzo sparato dalla curva romanista.
Cinque anni dopo, è l’8 febbraio 1984, si gioca Triestina-Udinese, gara di Coppa Italia. Scoppiano gli incidenti, intervengono le forze dell’ordine e il tifoso triestino Stefano Furlan muore in seguito a gravi lesioni cerebrali, forse causate dalle manganellate degli agenti in servizio di ordine pubblico. Il 30 settembre 1984, al termine della partita Milan-Cremonese, Marco Fonghessi, un giovane tifoso rossonero, resta vittima di un vero e proprio agguato mentre sta tornando a casa a bordo della sua auto che viene affiancata, e costretto a fermarsi da tifosi meneghini, muore accoltellato.
I TRENI PRENDONO FUOCO: ANNI 80 E 90
Il 13 aprile del 1986 la storia si ripete: muore il diciassettenne Paolo Siroli, tifoso della Roma, mentre viaggiava su un treno di ultrà che prende fuoco.
Solo pochi mesi dopo, il 7 dicembre, ci lascia la pelle il ventunenne tifoso della Sambenedettese Giuseppe Tomasetti, accoltellato da un tifoso dell’Ascoli al termine di una partita tra le due squadre. Coppa Italia anche quella volta.
Il 9 ottobre dell’88 allo stadio Del Duca di Ascoli Piceno, al termine della partita con l’Inter, la stessa sorte tocca al tifoso marchigiano Nazareno Filippini, accoltellato al termine di una rissa con tifosi nerazzurri. Passa un solo anno e la violenza torna a farla da padrona. La vittima: Antonio De Falchi, 18 anni. Era il 4 giugno 1989 quando il tifoso della Roma muore per un arresto cardiaco nel corso di un’aggressione da parte di un gruppo di tifosi milanisti.
Il 10 gennaio 1993, Atalanta-Roma, al termine della partita, coinvolto dalle cariche della polizia, muore per infarto il 42enne Celestino Colombi: si trovava per caso nei pressi dello stadio.
Siamo al 30 gennaio 1994, invece, quando Salvatore Moschella, 22 anni, al termine della partita Messina-Ragusa, muore gettandosi dal treno per sfuggire all’aggressione dei tifosi del Messina, tutti minorenni si scoprirà poi.
Il 29 gennaio 1995 la partita Genoa-Milan non era ancora iniziata ma Vincenzo Spagnolo, 18 anni era già a terra senza vita, accoltellato da un coetaneo di fede rossonera, Simone Barbaglia.
Il 18 giugno 1989 si gioca invece Fiorentina-Bologna, penultima giornata di campionato. Si consuma l’ennesima tragedia . Il treno dei tifosi emiliani viene assalito dagli ultras gigliati. Parte la sassaiola, segue il lancio di una bottiglia molotov che esplode direttamente dentro un vagone: Ivan Dall’Oglio, 14 anni, viene sfigurato al viso.
Muore invece il primo febbraio del 1998 - al termine di una partita tra Treviso e Cagliari - il tifoso veneto Fabio Di Maio, 32 anni: stroncato da un infarto mentre la polizia cercava di riportare l’ordine tra le due tifoserie in guerra.
Il 24 maggio del 1999 si consuma una strage. Il treno speciale che riportava a casa i tremila tifosi salernitani all’indomani della partita di Serie A tra Piacenza e Salerno (ci si giocava la salvezza) prende fuoco: l’incendio è stato appiccato dagli stessi tifosi, sotto la galleria in prossimità della città campana. Muoiono bruciati quattro giovanissimi tifosi granata.
I DERBY DEL SUD: IL NUOVO MILLENNIO
È il 17 giugno 2001 quando a Messina si disputa l’accesissimo derby con il Catania, decisivo per la promozione in Serie B. Tra le due tifoserie prima della partita si verifica un reciproco lancio di oggetti. Dal settore degli ospiti viene lanciata una bomba-carta che esplode in mezzo ai tifosi della Curva Nord e ferisce Antonino Currò, 24 anni, il quale finisce in coma. Morirà dopo pochi giorni. Alla fine, verrà arrestato un tifoso del Catania, un minorenne.
Il 20 settembre 2003 tocca invece al derby Avellino-Napoli nutrire le cronache dei giornali: muore Sergio Ercolano, ventenne tifoso azzurro, che vola dalla ringhiera del primo anello della curva e muore sul colpo.
Il 22 marzo 2004 è invece il giorno dello scandalo del derby Roma-Lazio, quando allo Stadio Olimpico accade qualcosa che rasenta la follia. Nelle curve comincia a circolare la voce che un bambino è morto in alcuni scontri verificatisi prima della gara: si saprà poi che era solo svenuto intossicato dai lacrimogeni. A nulla servì la smentita della polizia per placare gli animi e la partita - a causa dei diktat degli ultrà giallorossi - viene rinviata.
Il 2007 resta l’anno più nero del calcio. Il debutto, per così dire, avviene il 27 gennaio: muore Ermanno Licursi, dirigente della Sanmartinese, squadra di terza categoria, morto a Luzzi (Cosenza) mentre tentava di sedare una rissa in campo durante una partita con la Cancellese.
GUERRA A MESSINA: MUORE IL POLIZIOTTO
È appena il 2 febbraio, Licursi è morto da soli cinque giorni, quando in occasione del derby di serie A tra Catania e Palermo scoppiano scontri violentissimi tra polizia e tifosi catanesi perde la vita l’ispettore capo Filippo Raciti: viene travolto mentre tentava di impedire che gli ultrà di casa entrassero in contatto con gli ospiti palermitani. Per l’episodio è stato condannato Antonino Speziale e Daniele Micale.
L’11 novembre, invece, nell’area di servizio Badia al Pino, vicino Arezzo, sull’autostrada A1, si scontrano alcuni tifosi della Lazio e della Juventus: in quell’occasione muore Gabriele Sandri, 26 anni, tifoso laziale, colpito da un proiettile partito dalla pistola dell’agente Spaccarotella, che verrà condannato per omicidio.
Il 2 febbraio muore Matteo Bagnaresi, schiacciato dalle ruote di un pulman di tifosi juventini, partito a tutta velocità per evitare la rissa.