la Repubblica 3/5/2014, 3 maggio 2014
IL LIBRO
Malinteso a Mosca di Simone de Beauvoir – [2 articoli]
LA VERA VOCE DELLA DONNA “SPEZZATA” –
Nel 1967, Simone de Beauvoir pubblica La donna spezzata, una raccolta di tre lunghi racconti, al cui centro figura L’età della discrezione , dove un’intellettuale sessantenne fa i conti con l’avanzare dell’età e con un marito sempre più distante. In realtà, all’origine di questo racconto c’è un altro testo, più scopertamente autobiografico, scritto nel 1965, abbandonato e oggi pubblicato: Malinteso a Mosca (Ponte alle Grazie). Qui i protagonisti sono André e Nicole, due professori in pensione – dietro i quali non è difficile riconoscere l’autrice e Sartre – in viaggio in Unione Sovietica. Alternando le loro voci, oltre ad affrontare i temi dell’incomprensione e del declinare della vita, la scrittrice manifesta delusione e insofferenza nei confronti del comunismo burocratico dell’Urss. Riflessioni che, come la voce maschile, spariranno nel passaggio all’ Età della discrezione . Forse perché Simone de Beauvoir voleva evitare la lettura politica di un testo che, riletto oggi, appare un’importante testimonianza del suo stato d’animo personale e politico alla soglia dei sessant’anni.
Fabio Gambaro, la Repubblica 3/5/2014
LA CRISI DI COPPIA DEI SARTRE –
Nell’oscurità del cinema, André guardò di soppiatto il profilo di Nicole. A due giorni dal loro litigio le sembrava un po’ triste. O era lui a proiettare su di lei la propria tristezza? Fra loro non era più come prima. Forse a Nicole adesso dispiaceva aver acconsentito a fermarsi ancora dieci giorni a Mosca? O era lui a essere rimasto colpito dalla sua diffidenza e dalla sua collera molto più profondamente di quanto non avesse creduto? [...] Continuava a rimasticare pensieri tetri. [...] Gli anni danno ai vini il loro aroma, ai mobili la loro patina, agli uomini l’esperienza e la saggezza. Ogni momento viene inglobato e giustificato dal momento successivo, che sembrerebbe preparare così un futuro ben più compiuto e perfetto, persino le sconfitte e gli errori potrebbero essere recuperati. «Ogni atomo di silenzio è la possibilità di un frutto maturo». Non si era mai riconosciuto in quella frase. Ma non vedeva neppure la vita alla maniera di Montaigne, come una successione di continue morti: il lattante non è la morte dell’embrione, né il bambino quella del lattante. Non aveva mai visto Nicole morire e resuscitare. Era in disaccordo anche con la frase di Fitzgerald: «La vita è un processo di demolizione». Non aveva più il corpo dei suoi vent’anni, la memoria declinava un po’, ma di sicuro non si sentiva più stupido. E Nicole certo non lo era. Fino a quegli ultimi tempi, era rimasto fermamente convinto che a ottant’anni sarebbero ancora stati simili a loro stessi. Ma adesso non ci credeva più. Quell’inguaribile ottimismo che faceva tanto sorridere Nicole era meno solido di un tempo. C’erano quei denti che in sogno continuava a sputare, quella dentiera da cui si sentiva minacciato: all’orizzonte, un crollo. Perlomeno aveva sperato che il loro amore non avrebbe mai conosciuto declino; addirittura, gli era sembrato che Nicole invecchiando gli appartenesse sempre di più. Ed ecco che adesso fra loro qualcosa era forse sul punto di disfarsi. Come distinguere nei gesti, nelle parole, ciò che era semplicemente una ripetizione abitudinaria del passato, da ciò che era invece nuovo e vitale? Per quanto lo riguardava, i suoi sentimenti per Nicole mantenevano tutta la giovinezza dei primi giorni. Ma lei? Non aveva parole per chiederglielo. [...] C’erano stati litigi nella loro vita – ma per ragioni serie. Quando l’uno o l’altra avevano avuto un’avventura; a proposito dell’educazione di Philippe. Erano veri conflitti che liquidavano con violenza, ma in fretta e in modo definitivo. Questa volta, si era trattato di una bufera fumosa, fumo senza fuoco; e a causa della sua stessa inconsistenza, non si era per nulla dissipata.
Bisogna anche dire, pensò, che un tempo a letto avevano riconciliazioni appassionate; nel desiderio, nel turbamento, nel piacere, i dolori inutili venivano calcificati: si ritrovavano l’uno di fronte all’altra, nuovi e gioiosi. Adesso, questo rimedio era venuto meno. Allora Nicole razionalizzava. Era stata in gran parte responsabile del loro litigio: aveva pensato che mentisse. (Anche perché poi averle mentito in precedenza, su cose così insignificanti?) Ma la colpa era stata anche di André. Sarebbe dovuto ritornare sulla questione invece di considerarla risolta in due minuti. Lei era stata troppo diffidente, ma lui troppo superficiale, e lo restava – visto che non si preoccupava più di tanto di ciò che passasse nella testa di Nicole.
Si era inaridito? Presa dalla collera, Nicole aveva pensato su di lui molte cose ingiuste. Senile, no. In stato vegetativo, no. Ma forse meno sensibile di un tempo. Certo, ci si logora: così tante guerre, massacri, catastrofi, disgrazie, morti. [...] Una coppia che va avanti per inerzia: era questo il futuro che li aspettava? Amicizia, affetto, ma non una vera ragione per vivere insieme: sarebbe stato così? Lei che un tempo si ribellava quando un ragazzo si arrogava anche la minima superiorità, André l’aveva conquistata con una specie di ingenuità che non aveva trovato in nessuno; la sua aria costernata la lasciava del tutto disarmata quando sospirava: «Ma lei si sbaglia completamente!» Troppo protetta da sua madre, trascurata da suo padre, c’era questa ferita in lei: essere una donna. L’idea di distendersi un giorno sotto un uomo la nauseava. Grazie alla sua delicatezza, alla sua tenerezza, André l’aveva riconciliata con il suo sesso. Aveva accettato gioiosamente il piacere. E in capo a qualche anno, aveva perfino desiderato un bambino, e la maternità l’aveva appagata. Sì, aveva sempre avuto bisogno di lui e di nessun altro. E lui, perché l’aveva amata dal momento che in generale, a causa della sua aggressività, tendeva a non piacere? Forse il rigore, la severità di sua madre, così pesanti per lui, nello stesso tempo gli erano necessari, e li aveva ritrovati in Nicole. Lei lo aveva aiutato a diventare, nel bene e nel male, un adulto. In ogni caso, aveva sempre avuto l’impressione che nessun’altra donna sarebbe andata meglio per lui. Si sbagliava? Da parte sua, sarebbe stata più felice con un altro? Domande oziose. L’unico problema era capire cosa restava fra di loro adesso. Non lo sapeva.
© Éditions de L’Herne © 2-014 Adriano Salani Editore Milano (Traduzione di Isabella Mattazzi)
Simone De Beauvoir, la Repubblica 3/5/2014