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 2014  maggio 03 Sabato calendario

CICLONE PELÙ SU RENZI. MA LUI LO SNOBBA


ROMA.
Il palco del Primo Maggio a San Giovanni è enorme. Non solo per le sue dimensioni, o per le centinaia di migliaia di persone che vi sono davanti, ma per le altre centinaia di migliaia che seguono il Concertone in tv. E’ irresistibile per Piero Pelù, rocker e ribelle per antonomasia, sfruttare quei pochi minuti per lanciare un messaggio. Ricordate quando nel 1993 mise un preservativo sopra il microfono di Vincenzo Mollica che lo stava intervistando, o quando nel 1997 la band venne per precauzione “oscurata” dalla diretta proprio per evitare ulteriori sorprese, o le bordate negli anni successivi contro l’intera classe politica e in particolare contro Berlusconi? Pelù non ha mai perso l’occasione, da quel palco, per rendere manifesto il proprio pensiero.
E lo ha fatto anche giovedì sera, parlando di Giovanardi, F35, disoccupazione, morti sul lavoro. Poi se l’è presa con Matteo Renzi, additandolo come «il boy scout di LicioGelli». Pochi minuti e sulla rete si scatena la polemica, molti sono d’accordo con lui, molti lo criticano.
Lui, sceso dal palco, sa che stanno per iniziare 24 ore di tensione: «Pagherò le conseguenze di quello che ho detto, come sempre, ma non m’importa. I ragazzi hanno bisogno di sentire certe cose, i mezzi di distrazione i massa sono compatti sulla propaganda, ci vuole una voce fuori dal coro».
L’onda cresce ieri mattina. In molti gli chiedono di spiegare. «Grazie, ma parlare su un solo giornale non ha senso, preferisco scrivere sul mio Facebook» ci dice nel pomeriggio. «Lo so che ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi o pensioni da vera fame, a Voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà non volevo certo offenderVi! É chiaro che 80 € al mese aiutano un mensile che sta tra i 700-1200 € al mese ma il problema di fondo rimane: dove sta il lavoro, quello a tempo indeterminato che ti garantirà stabilità e poi la tanto agognata pensione?». Il testo su Facebook propone quella che Pelù indica come «sintesi del mio intervento» al concerto del Primo Maggio: «Tralasciando la quantità di sprechi abominevole del nostro Stato, quanti 80 euro ci stanno dentro 20 miliardi di euro?».
La spiegazione non basta, le polemiche continuano, intervengono politici del Pd, ma soprattutto, nei vari reportage giornalistici, si ricorda che non è la prima volta che Pelù se la prende con Renzi (lo aveva già definito lo scorso anno “Il sindaco più latitante della storia” invitandolo ad occuparsi di più delle buche sulle strade della città), e si sottolinea che il motivo di tanta antipatia potrebbe essere dovuto alla mancata conferma da parte dell’allora sindaco dell’incarico che Pelù aveva nell’organizzazione dell’Estate Fiorentina: «Che prima non funzionava e adesso funziona» secondo quanto disse Renzi all’epoca. «Pelù prendeva i soldi e chi c’è ora, Riccardo Ventrella, non ne prende».
La star dei Litfiba (che una decina d’anni fa — come molti hanno ricordato ieri in rete — insieme al suo gruppo ebbe un faccia a faccia con Licio Gelli a Villa Wanda, grazie alla complicità dio un amico fotografo che conosceva il Venerabile), non lascia passare la cosa e poche ore dopo torna con un altro messaggio su Facebook: «Renzi è un bugiardo e mente in maniera spudorata sapendo di mentire nei miei confronti, proprio ora ho seguito alcuni TG e in tutti, ripeto in tutti, è stata ripetuta la menzogna consumata che “Pelù ce l’ha con Renzi perchè non gli ha più fatto fare l’estate fiorentina”. Evidentemente la disinformazia del boy scout di Gelli si è scatenata. Ma sparando cazzate ad alzo zero. Ripeto per la milionesima volta che io ho creato FI. ESTA (FIrenze. ESTAte) nel 2007 con la vecchia amministrazione Domenici ma dopo 10 mesi di superlavoro ho lasciato quell’incarico di mia spontanea iniziativa, perché non mi piacevano i giochi sporchi che si facevano con il denaro pubblico. Matteo non tollera il dissenso e ha il cruccio assurdo di voler per forza piacere a tutti, ma la realtà è che Renzi è un uomo solo».
Il clima si surriscalda, e a una nostra nuova chiamata Pelù risponde che tutto sta diventando — secondo lui — inutilmente troppo grande, e che quindi è ”meglio lasciare sgonfiare la cosa”. Il rocker fiorentino ha acceso la miccia, ha fatto esplodere la bomba, ora aspetta che si diradi il fumo.

Ernesto Assante, la Repubblica 3/5/2014