Giuseppe Di Piazza, IoDonna 3/5/2014, 3 maggio 2014
ORA CERCO UN UOMO D’ACCIAIO (COME ME)
[Emma Marrone]
Se le avessero affidato la Salerno-Reggio Calabria, l’avrebbe completata da anni. Emma non ha esitazioni, non si ferma, non si lascia spaventare dalle brutalità del mondo, né frenare dalle sue lentezze. Sembrerebbe temprata nell’acciaio se non fosse per quegli occhi enormi, nocciola, pieni di delicata sensualità, per le labbra bellissime, alla vista soffici come marshmallow, per un sorriso che, quando vuole, fa sciogliere ghiacciai. Quando vuole. Sono le due parole chiave nella vita di questo fenomeno della musica italiana, una ragazza che a 26 anni decise di uscire dalle cantine dove suonava, cantava, componeva, soffriva. "Mi ero stufata di non aver quello che meritavo" ricorda oggi con sguardo che scintilla. "E decisi di prendermelo: mi iscrissi alla competizione di Amici". E quando vuole, Emma Marrone, salentina di sangue e cultura, oggi vicina al traguardo dei trenta, si prende ciò che vuole.
Com’era il mondo fuori dalla cantina?
Complicato. Qualche mese prima mi era stato scoperto un tumore all’utero. A marzo del 2009 venni operata, a giugno facevo le selezioni davanti a Maria De Filippi.
Non avevi paura del palco, della gara?
Il palco è la mia cura. C’è chi va dall’analista, io salgo sul palco. Mi chiedi se non avevo paura? Certo che ce l’avevo, e ce l’ho. Ogni volta mi si blocca il cuore e tutto il resto. Poi però mi sciolgo, divento me stessa.
Hai superstizioni?
Qualcuna, per gioco. Ma non le dico. Preferisco in ogni caso credere.
In che cosa?
In Dio. Da adulta sono diventata cattolica, anche se non praticante. Sentivo la necessità di pensare che esista qualcosa più grande di noi. Ognuno lo chiama come vuole: Buddha, Allah…
Il tuo carattere ti ha intralciato?
Sono fatta così. Non cedo, non faccio compromessi. Dico sempre la verità. Non ci posso fare niente: sono stata concepita senza filtro.
Quanto conta per te essere meridionale?
Moltissimo. Sono terrona al cento per cento.
Non ti dà fastidio quando altri ti chiamano senza alcun humor terrona?
No. Vedo solo l’accezione positiva della parola. Sono orgogliosamente terrona.
Hai superato molto giovane la prova della malattia. Cosa ti ha lasciato?
La consapevolezza che la cosa più importante è la prevenzione. Negli ospedali ci si deve andare quando si sta bene, non soltanto spinti dalla malattia.
Nel 2010 vinci Amici, due anni dopo Sanremo. Cosa avresti fatto nella vita se non fossi diventata cantante?
La cantante. Ho sempre voluto far quello. Ho cominciato giovanissima, nelle cantine. Ci auto-producevamo i cd. Facevamo elettronica. Ricordo un sacco di viaggi della speranza al Nord per far sentire le nostre cose ai discografici. Quando decisi di uscire dalla cantina e provare a prendermi quel che la vita pensavo mi dovesse, volevo dimostrare che certe persone avevano torto.
Chi?
Per esempio quelli che a vent’anni mi avevano detto: non riuscirai mai a diventare una cantante. Tra loro anche qualche discografico lungimirante: rappresenterai l’Italia all’Eurovision Song Contest 2014. Niente male per una ragazza che non avrebbe mai fatto la cantante… È il tempo che dà le risposte.
Anche nel caso della tua vita privata? Non hai mai replicato seriamente all’ondata di storie su di te e sulle tue relazioni sentimentali.
La verità è che non me ne frega niente.
Neanche d’aver sbagliato certi amori?
Vuol dire che lassù c’è qualcuno che mi ha dato una mano a liberarmi di persone che sarebbero state un impedimento nella mia vita.
Hai scritto una canzone che si intitola L’amore non mi basta. Dici la verità?
Sì. L’amore da solo basta sì e no per sei mesi. Poi serve il rispetto, la stima.
Sei single?
Sì.
Capisco. Cosa deve avere un uomo per conquistarti?
Essere d’acciaio come me (ride). Deve avere carattere e accettare che sono una donna complicata che fa un lavoro complicato, con grande esposizione pubblica, un lavoro che mi porta in giro dodici mesi su dodici.
Ti senti un esempio per la tua generazione?
Non sono un’educatrice, io faccio la cantante. Non sono una santa. E non intendo assumermi responsabilità.
Però ti arrabbi quando qualcuno non rispetta gli altri.
Quelli che picchiano le compagne, per esempio. Bisogna reagire subito, andare a denunciare chi ti usa violenza e poi chiedere aiuto, sostegno psicologico. Non c’è niente di male. I lividi passano, ma le ferite all’anima sono difficili da guarire.
Il 30 maggio ti unirai alle migliaia di donne che correranno la seconda edizione della We Own the Night di Milano. Un modo giocoso di riappropriarsi delle città. Cosa non ti piace di questa nostra Italia?
In realtà una sola cosa: il suo essere bigotta. Io amo molto l’Italia, non la lascerei e non la lascerò. Al massimo andrò a stare qualche mese all’estero, ma voglio sempre tornare qua. Si deve restare in Italia per cambiarla.
Hai fiducia in questo governo pieno di giovani?
L’Italia non è solo politica. L’Italia siamo noi. E l’età in questo non conta. Bisogna capire con quale mentalità un governo cerca di guidare il Paese.
Su Facebook hai 2,6 milioni di fan. Quanti sono gli amici veri?
Pochissimi, sparsi tra il Salento, Roma, Milano, e tutti fuori dal mio ambiente di lavoro. Mi confido con loro e so che non parleranno in giro.
A chi altri chiedi consigli?
A Maria De Filippi, ma soprattutto a mia madre e mio padre. Ci sentiamo ogni mattina, è il mio privatissimo rito.
Hai molti tatuaggi. Cosa scrivi su di te?
A volte scemate, ma più spesso cose che hanno per me un valore affettivo.
Non hai paura dell’eternità di un tatuaggio?
Lo faccio proprio per questo. Ho cominciato a scrivere sulla mia pelle a tre anni, con i pennarelli.
Ti senti sexy?
Sono sexy solo quando serve. In ogni caso mi piace lavorare di cervello: diciamo che sono sexy mentalmente.
L’aspetto però ti aiuta.
(sorride) Non è merito mio. Bocca e occhi sono di mio padre, il naso di mia madre, che è bellissima.
Sei pentita di qualcosa che hai fatto?
Non mi pento mai. Sono un’impunita.