Deborah Ameri, Il Messaggero 6/5/2014, 6 maggio 2014
LONDRA, TOLLERANZA ZERO E PIENO SUPPORTO DAI TEAM
LONDRA La svolta, negli stadi inglesi, è iniziata dopo una carneficina. Quella di Hillsborough, nel 1989, quando 96 tifosi del Liverpool sono morti schiacciati dalle sbarre di contenimento. Allora gli hooligan imperversavano e gli impianti erano posti pericolosi. Oggi, 25 anni dopo, la realtà si è capovolta. Alle partite vanno anche i neonati, le famiglie, gli anziani. A parte rare eccezioni gli ultrà si sono trasformati in agnellini. Merito di leggi rigide, se non repressive. E di due regole semplici: tolleranza zero da parte delle forze dell’ordine e piena collaborazione dei club.
LE RISPOSTE
Come prima misura sono state tolte tutte le barriere e le inferriate ed eliminati i posti in piedi (soluzioni finanziate dalle squadre). Ogni impianto si è dotato di un safety office, un organismo interno che si occupa della sicurezza e che collabora strettamente con la polizia. Sono gli stessi club a doversi far carico della sorveglianza, con guardie private e stewart che affiancano le forze dell’ordine. Se negli anni Ottanta gli arresti di massa prima e dopo i match erano all’ordine del giorno, oggi i fermi sono davvero pochi e per lo più per ebbrezza molesta. I cori razzisti dal 2003 sono considerati reato e vengono puniti con l’arresto immediato e con il divieto di accesso allo stadio, che mediamente è di quattro anni (e arriva fino a dieci). E’ diffidato a entrare in un impianto sportivo anche chi viene trovato in stato di ubriachezza, in possesso di alcolici o di razzi o di fuochi d’artificio. Il fermo preventivo può scattare nei confronti di chiunque sia sospettato di aver commesso atti violenti in passato, anche non collegati al tifo. E nel caso di trasferta all’estero c’è il ritiro del passaporto. In alcuni stadi sono state predisposte delle celle dove rinchiudere i facinorosi, che poi vengono giudicati per direttissima il giorno dopo la partita. Chi sgarra non ha una seconda possibilità di commettere reato.
Anche la cultura del supporter-amico ha fatto la sua parte. Ad andare allo stadio sono soprattutto gli abbonati. Il livello di fidelizzazione è così alto che ad acquistare il biglietto singolo sono quasi solo i turisti o i supporter molto occasionali.