Espresso.it 5/5/2014, 5 maggio 2014
LEGGE 40, SE LA CONSULENTE È ASSUNTINA
«Due persone che, per fingere di avere un figlio proprio, sono disposte a cancellare uno dei due suoi genitori biologici, riducendolo a fornitore di gameti». Definizione non proprio amichevole di fecondazione eterologa.
A coniarla un anno fa dalle colonne di “Avvenire” è stata Assuntina Morresi, alter ego di Eugenia Roccella, sostenitrice a oltranza della legge 40 sulla procreazione assistita.
E da luglio 2013 consulente del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per le «tematiche connesse alla bioetica». È lei che suggerisce cosa fare su aborto e fecondazione assistita. E dovrebbe essere sempre lei a preparare le nuove linee guida della legge 40 per garantire l’accesso alla fecondazione eterologa, ora che la Corte Costituzionale ne ha cancellato il divieto in Italia.
La donna giusta al posto giusto. «Si sceglieranno anche in Italia ovociti e spermatozoi su un catalogo?», si è domandata sgomenta sull’“Avvenire”, all’indomani della sentenza della Consulta. Lei sulla procreazione assistita contava di riprendere il lavoro fatto insieme all’ex sottosegretario Roccella.
Quando a Palazzo Chigi c’era Berlusconi e in Vaticano non era ancora arrivato Papa Bergoglio. Tutto cambia, Assuntina Morresi resta?