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 2014  maggio 04 Domenica calendario

SALVINI ALLA PONTIDA ANTI EURO: «NOI PERNO DELLA NUOVA DESTRA»


Oggi verso le 12.30 Matteo Salvini salirà sul palco della sua prima Pontida da segretario federale della Lega Nord e per la prima volta sarà lui a chiudere la storica kermesse del Carroccio. Lui che sul «sacro prato» ci è cresciuto, calpestandolo sotto il sole cocente o con il fango che arrivava alle caviglie. «Sarà una Pontida speciale. Inutile negarlo».
Salvini lo intercettiamo in macchina verso Pontida. La serata la passerà come di consueto con i giovani padani anche se ora è il segretario federale?
«Sono 23 anni che vado lì e anche stanotte la passerò coi ragazzi della Lega, orgoglioso di esserci. Poi, certo, pensando a domani e all’emozione enorme, proverò anche a dormire sperando di riuscirci».
I temi del raduno di quest’anno saranno la lotta all’euro e alla disoccupazione?
«Sarà la lotta a questa Europa, come spiega il titolo di Pontida 2014: “Un’altra Europa è possibile”. Infatti sul palco non ci saranno onorevoli e senatori, ma un gruppo di mamme con una maglietta con la scritta: “Sono una mamma, non genitore 1 o genitore 2”, per protestare contro un’unione europea che vuole allungare i suoi tentacoli anche sulla famiglia».
I sondaggi che raccontano di una Lega in crescita sembrano darle ragione e potrebbero essere la risposta a quelli che, ancora una volta, si erano affrettati a seppellire il Carroccio.
«Più che i sondaggi io guardo alla gente che viene ai comizi e sotto i gazebo. In questa campagna elettorale vedo tanto entusiasmo e tanto interesse per le nostre tesi. Pensi che ieri (venerdì, ndr) a Cagliari e Alghero c’erano le sale piene. In Sardegna capisce? Mica in Veneto o Lombardia...».
I critici dicono che la Lega, in caso di uscita dall’euro, non ha pronto un piano per gestire questo passaggio. Lei cosa risponde?
«Rispondo che l’euro è una moneta finita. Potrà durare ancora sei mesi, un anno, ma poi imploderà. Del resto in tutta Europa da Oxford a Berlino fino ad arrivare a Milano, fior di professori stanno studiando il modo per liberarci dalla moneta unica. Quando arriverà il momento di giocare a carte scoperte saremo pronti, non temano i nostri detrattori».
Intanto in Europa il fronte degli scettici si allarga sempre più.
«Ma in Italia quelli originali siamo noi, le altre sono brutte copie. Per questo spieghiamo alla gente che quello del 25 maggio sarà un referendum sull’euro. Da un lato ci siamo noi, che vogliamo uscire dall’euro e creare un’Europa dei popoli e delle regioni, dall’altra ci sono tutti gli altri che vogliono l’euro assassino e l’Europa dei burocrati e del rigore».
Anche Forza Italia alla fine non se l’è sentita di andare contro l’Europa. Ne è rimasto deluso?
«È un peccato che Berlusconi sia così condizionato da Renzi. Purtroppo in questo momento i nostri due partiti sono su piani divergenti».
Eppure in molti Comuni avete deciso di stringere alleanze proprio con Fi. Come lo spiega?
«Un conto è il piano locale, dove in molti Comuni come Bergamo e Pavia, abbiamo lavorato bene assieme e continueremo a farlo, come nelle regioni Veneto e Lombardia. Il piano naziona-
le però è differente e in questo momento le nostre politiche sono lontane anni luce da quelle di Fi».
Questo vuol dire che in caso di elezioni l’alleanza con il centrodestra non è sicura?
«Quando si parla di elezioni non c’è mai nulla di scontato. Compresa l’alleanza con Berlusconi. E poi chi dice che saremo noi a doverci alleare con lui e non viceversa?».
Si spieghi meglio.
«Lunedì sarò in Sicilia, poi in Calabria. Mi hanno chiamato loro e sa cosa le dico? Sono convinto che anche a Roma la Lega prenderà un sacco di voti. La sfida vera è questa: far diventare la Lega il perno su cui ruoterà il nuovo centrodestra».
Chiudiamo con la Lombardia e con l’Expo. Ha sentito le parole di Pisapia sulla Pedemontana «inutile»?
«Quelle parole sono pura follia. Un sindaco così merita il ricovero. Ma non mi sorprendo. Questa è la sinistra italiana. Da un lato predica l’Europa, dall’altro vorrebbe farci tornare a viaggiare col carretto».