Maria Volpe, Corriere della Sera 5/5/2014, 5 maggio 2014
IL COSTANZO SHOW TORNA A CASA «LÌ C’È TUTTA LA STORIA D’ITALIA»
Ad agosto compirà 76 anni Maurizio Costanzo. È diventato più simpatico con l’età. Non che prima fosse antipatico, ma talune volte la sua ironia e le sue battute fulminanti venivano oscurate dal suo «strapotere» televisivo. Ventisette anni di «Costanzo show» hanno significato avere lì seduti tutti i potenti d’Italia, le più belle donne del Paese, politici in cerca di consenso, intellettuali che disdegnavano la tv ma che al Teatro Parioli la passerella la facevano volentieri. E gli scrittori si mettevano rispettosamente in coda per un’apparizione da lui: significava vendere parecchi libri in più.
Ora tutto questo non c’è più, manca a tanti italiani l’idea di andare a letto col «Costanzo show», e lui se la gode in radio (Rtl, tutti i giorni, alle 19), fa un programma in tarda serata su Rai1 con Enrico Vaime e ora è pure ospite fisso di Mara Venier a «Domenica In». Lo strapotere ha lasciato spazio alla sola ironia. Ma non è finita qui. A Mediaset hanno pensato che decenni di «Costanzo show» meritavano una rispolverata. Le puntate più significative verranno riproposte il venerdì e la domenica alle 23.45 a partire dal 9 maggio, su Mediaset Extra. Non sarà un semplice blob, beninteso, perché Costanzo introdurrà ciascuna puntata.
Cosa fa, commenta se stesso?
«L’idea è stata di Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5 e di Mediaset Extra. Hanno scelto le puntate piu significative. E io aggiungerò i miei commenti estemporanei».
Che effetto le ha fatto?
«Un grande lavoro di memoria: mi sono ripiombati addosso 25 anni della mia vita. Lo dico con un certo imbarazzo: rivedendo il “Costanzo show” mi sono reso conto che lì c’è la storia d’Italia».
Puntate legate alla sua vita?
«Quando la mafia voleva togliermi di mezzo con l’attentato».
Ha sempre detto di essere orgoglioso delle puntate dedicate alla lotta alla mafia che realizzò con Santoro...
«Vero, sento che abbiamo inciso. Nel 91 ricevemmo davvero tanti attestati».
Si è occupato molto anche di diritti civili. Una battaglia che ricorda?
«La confessione di Luxuria: raccontò di sé, del suo nuovo stato per avere il coraggio di confessare tutto a sua madre. Da lì in poi cambiarono molte cose. Ho dedicato grande spazio all’omosessualità e al matrimonio tra gay».
Va orgoglioso di tutti coloro che ha lanciato?
«Sì, assolutamente: Ricky Memphis, David Riondino, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta e tanti altri. Sono contento di aver rappresentato una umanità».
Si è mai pentito di aver reso famoso Vittorio Sgarbi?
«No, tranne quando esagera. Mi dispiace perché l’esagerazione copre l’intelligenza».
Le ha mai procurato dolore rivedere qualche puntata?
«Rivedendo qualcuno che mi stava accanto, come Franco Bracardi o Alberto Silvestri che non ci sono più».
Tante le bellissime salite sul palco del Parioli. La più sensuale?
«Afef. Era appena arrivata dalla Tunisia, meravigliosa. Marco Tronchetti Provera mi confidò di essere rimasto folgorato vedendola al “Costanzo show”».
Sente gratitudine attorno a lei?
«Sì, ma più dagli anonimi che dai noti. A parte Iacchetti e Covatta».
I politici?
«Venivano volentieri: erano il trionfo dell’insincerità».
Chi avrebbe desiderato al suo talk e che non ha avuto?
«Papa Woityla. Ci ho provato attraverso giri e ci sono andato abbastanza vicino. Alla fine monsignor Paglia mi disse: peccato perché tu gli saresti piaciuto».
Qual è oggi il suo rapporto con Silvio Berlusconi?
«Non mi capita più di sentirlo. A novembre, però, ero ricoverato all’ospedale San Raffaele e me lo sono visto entrare in camera, dopo tre anni che non lo vedevo. Mi ha fatto piacere perché abbiamo lavorato insieme per tanto tempo, ma oggi non lavorerei con lui per 25 anni. Come editore è stato meraviglioso, la politica l’ha rovinato».
Ma gli ultimi anni del «Costanzo show» sentiva noia, stanchezza?
«Stanchezza, perché c’era una forte contro programmazione anche dentro Mediaset che alla fine mi aveva esasperato, ma noia mai».
Le manca?
«Un po’, ma non ho da lamentarmi. Alla radio arrivano centinaia di sms di gratitudine verso il “Costanzo show”. Ho scoperto un legame fortissimo con il pubblico».
Se domani dovesse organizzare una puntata, quali sono i primi tre nomi che le vengono in mente da invitare?
«Matteo Renzi, Massimo D’Alema e l’attore Giorgio Pasotti»
E a chi vorrebbe tornare ad addormentarsi con il «Costanzo show», che dice?
«Mai dire mai».