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 2014  maggio 05 Lunedì calendario

SINTESI DEI FATTI DI ROMA

(pezzetto per Vanity)
Due nomi nuovi delle cronache italiane: Daniele De Santis, detto "Gastone", e Gennaro De Tommaso, soprannominato "’a Carogna". De Santis, cioè Gastone, è un grassone, pelato, tifoso pazzo della Roma, nel 2004 era nel gruppetto che bloccò il derby con la Lazio, su ogni dito della mano destra ha tatuata una delle lettere della sigla "Spqr", gestisce un chioschetto nel quartiere Tor di Quinto, non lontano dallo stadio Olimpico. E possiede una 7,65. Sabato scorso si giocava, a Roma (campo neutro), la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina e la città era piena dei tifosi delle due squadre. Un gruppo di napoletani ha creduto di fare dello spirito andando a disturbare Gastone: gli hanno buttato giù il chiosco, hanno sfottuto. Tra la tifoseria romanista e quella napoletana c’è una rivalità feroce e consolidata. Gastone, fuori dalla grazia di Dio e forse ubriaco, è andato da solo a ricercarsi questo gruppo di napoletani, aveva con sé bombe carta, fumogeni e una pistola. Ha scaraventato tutto addosso ai nemici e ha sparato sei colpi con la 7,65. È rimasto a terra Ciro Esposito, 30 anni, da Scampia. In fin di vita ancora adesso, mentre scriviamo. I napoletani hanno reagito assaltando tutti insieme Gastone con l’intenzione dichiarata di ammazzarlo. Lo hanno circondato e pestato, gli hanno afferrato le caviglie e gliele hanno girate prima verso destra e poi verso sinistra, gli spaccato le gambe e fracassato il cranio, lo hanno lasciato in terra pieno di fratture e a mala pena vivo. Ed ecco arrivare le otto e mezza di sera, il momento della partita. Ma i tifosi napoletani, in Curva Nord, credono che Ciro Esposito sia morto e non vogliono che si giochi. Lo stadio è pieno di fiorentini e napoletani, ci sono anche famiglie con bambini, c’è il presidente del Consiglio Matteo Renzi, tifoso della Fiorentina, e il presidente del Senato Pietro Grasso, che da giovane fu buon giocatore. Il rischio di un massacro è concreto. È a questo punto che entra in scena la Carogna, cioè il capo dei Mastiffs, uno dei clan dei tifosi napoletani, famiglia ultracamorrista e, soprattutto, maglietta con la scritta "Speziale libero", inquadrata a questo punto dalla tv: Antonino Speziale è l’uomo che nel 2007, in occasione di un Catania-Palermo, ammazzò il poliziotto Filippo Raciti. La Carogna ascolta compunto il resoconto del calciatore del Napoli Hamsik, e alla fine concede che si giochi. Con questa sola condizione: nessuno deve gridare o esultare. La partita, che poi il Napoli vincerà 3 a 1, deve svolgersi in silenzio.