Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 01 Giovedì calendario

STRETTA FINALE SU ALITALIA, VERTICE AD ABU DHABI

Il lavoro più duro inizia adesso. L’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio e il presidente Roberto Colaninno, voleranno lunedì mattina ad Abu Dhabi per raggiungere la sede di Etihad che, con crescenti probabilità, diventerà anche il quartier generale di Alitalia. Lì incontreranno il numero uno della compagnia emiratina James Hogan, con il quale verranno affrontati i nodi ancora sul tavolo dell’accordo. Nel frattempo a Roma, nella sede di Fiumicino, in queste ore si stanno mettendo a punto le prossime mosse. Dagli incontri coi sindacati, a quelli con le banche creditrici, fino ai rendez vous riservati col governo cui verranno svelati i termini della lettera con le condizioni per arrivare alla firma dell’acquisizione inviata due giorni fa ad Alitalia. Nelle ultime ore sono caduti anche ostacoli considerati fino a ieri tra i più difficili. Ad esempio le banche – che Del Torchio incontrerà domani a Milano – hanno ormai ammorbidito la propria posizione. E anche sul fronte dei contenziosi (quello con Windjet in particolare) qualcosa si muove. Insomma se tutti faranno la propria parte entro maggio si potrebbe arrivare ad una messa a punto dell’accordo. E il ministro Maurizio Lupi conferma il proprio ottimismo: «La lettera che è arrivata da Etihad, indica che le trattative sono aperte. A breve Alitalia dirà se le questioni poste da Etihad possano essere accettate o meno».

****

Le prossime ore saranno decisive e il colpo di reni impresso alla trattativa dalla lettera di intenti di Etihad fa ripartire il dialogo con Alitalia ad una velocità impensabile soltanto poche ore fa. Uno scatto talmente improvviso da stupire anche il vecchio alleato Air France-Klm che si trova oggi spiazzato di fronte alla possibilità di vedersi sfuggire di mano il vettore col quale ha contratti in piedi fino al 2017. Se i francesi perderanno questo treno saranno dolori e il rischio è quello di veder nascere un nuovo gruppo dalle risorse finanziarie quasi inesauribili proprio a un passo dalle Alpi. Per questo il numero uno del gruppo aereo transalpino, Alexandre de Juniac si è affrettato ieri a rilasciare un’intervista a Les Echos, cui non ha nascosto il proprio stupore ma anche la possibilità di tornare ad investire su Alitalia.
Il tour de force di Gabriele Del Torchio inizia domani mattina con una videoconferenza con i soci di Cai oltre alle banche creditrici Monte dei Paschi, Unicredit, Popolare di Sondrio e Intesa Sanpaolo. Si tratta di un vertice necessario per mettere a punto le ultime questioni relative alla trasformazione in equity di 400 milioni di euro di crediti vantati verso Alitalia (meno di 900 milioni). Il tutto prima della partenza verso Abu Dhabi di lunedì che il top manager ha annunciato ieri con una mail di risposta a quella inviata martedì da James Hogan.
Nella due giorni nel Golfo verranno illustrate all’ad di Etihad tutte le soluzioni fin qui trovate per andare incontro alle condizioni poste da Etihad. Superato lo scoglio delle banche, la palla passerà sempre domani e lunedì nel campo dei sindacati di categoria. Le associazioni professionali e le sigle dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra, dopo settimane di annunci, hanno abbassato la guardia e cominciano a vedere un po’ di sereno sulla compagnia. Quindi è possibile che dai 2.500 posti in meno chiesti dagli emiri (che vorrebbero una compagnia light con al massimo 10mila dipendenti) si possa arrivare ad una via di mezzo risparmiando il posto a metà dei lavoratori oggi a rischio mentre si cerca di tagliare 48 milioni di euro in più l’anno attraverso aggiustamenti ai contratti del personale.
Il derby Linate-Malpensa agita nel frattempo le acque in Lombardia. Nei piani del governo lo scalo milanese sarà potenziato per permettere ai velivoli di medio raggio di Alihad di puntare sull’Europa e non più sulla tratta Roma-Milano in crisi. Si tratta di un progetto che non piace al governatore Roberto Maroni che chiede a gran voce di preservare i (pochi) voli di Alitalia esistenti oggi a Malpensa, la cui nascita di fatto sancì la riduzione di voli sull’altro scalo lombardo per decreto. Il piano del ministro Lupi prevede un incremento “provvisorio” dei movimenti a Linate per l’Expò del prossimo anno.
C’è poi un’altra questione che potrebbe, quasi per caso, chiudere un pesante contenzioso per Alitalia. La procura di Catania ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per tentata estorsione nei confronti del vettore romano, avviata da Windjet, il concorrente oggi in concordato e non più operativo, per presunte condizioni vessatorie
a conclusione della fallita trattativa tra le due società. La compagnia aerea catanese si è opposta e una decisione potrebbe arrivare la prossima settimana. Qui, in particolare, c’è in ballo oltre metà del contenzioso complessivo iscritto sui bilanci della società romana e pari a circa 380 milioni. La richiesta di danni da parte di Windjet supera da sola i 200 milioni di euro. Se dovesse sgonfiarsi questa querelle resterebbero in piedi contenziosi con il gruppo Toto per 120 milioni di euro e altri 60 per altre pendenze.
Ultimo ostacolo da superare quello dell’alta velocità sui principali scali (Roma, Milano, Venezia). Un nodo che al momento sembra essere, almeno per la parte relativa all’accesso da Roma Fiumicino ai binari tav verso Firenze e Bologna, a portata di mano.