Emilio Randacio, la Repubblica 1/5/2014, 1 maggio 2014
GARLASCO, CACCIA ALLE NUOVE PROVE
Sette anni dopo si tornerà sul luogo del delitto. Nella villa in cui, il 13 agosto 2007, Chiara Poggi venne trovata senza vita sui gradini dell’appartamento di famiglia di Garlasco (Pavia). Il nuovo sopralluogo è solo uno dei tre nuovi elementi che dovranno rientrare nel processo d’appello contro quello che resta l’unico imputato: l’ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi. Così ha stabilito la prima Corte d’Assise di Milano — presidente Barbara Bellerio — , facendo proprie le conclusioni della Cassazione dell’ottobre dello scorso anno, quando la Suprema corte bocciò, definitivamente, l’assoluzione di Stasi. Il sopralluogo servirà a stabilire l’esatta camminata con cui l’allora studente di Economia e commercio, entrando nell’appartamento della fidanzata, scorse il suo cadavere. Un elemento importante, «tenuto conto della macchiatura ematica (il sangue, ndr), presente sul pavimento, della postura assunta dallo stesso (l’imputato, ndr) e del processo di essiccamento delle macchie stesse», l’esatta richiesta formulata dai giudici.
Il secondo nuovo elemento che dovrà acquisire la Corte riguarda invece l’esame di un capello rinvenuto nella mano della vittima, e fino ad oggi mai analizzato. La terza nuova prova è, infine, la bicicletta nera di proprietà degli Stasi. Sarà fatta vedere a Franca Bermani e a Manuela Travain, le due testimoni che, ormai sette anni fa, dichiararono ai carabinieri di essere passati davanti alla casa della famiglia Poggi la mattina dell’omicidio e di aver notato proprio una bicicletta di colore nero appoggiata a un muretto. E Stasi, ieri, ha consegnato ai carabinieri la due ruote, anticipando il sequestro che sarebbe dovuto avvenire nei prossimi giorni.
È soddisfatto il sostituto procuratore generale, Laura Barbaini, che ha visto così accolte quasi tutte le sue richieste (esclusi solo nuovi accertamenti sul computer dell’imputato). Ed esulta anche la famiglia Poggi. «È un importantissimo riconoscimento di quanto abbiamo sempre sostenuto nel corso dei precedenti gradi di giudizio», commenta l’avvocato Gian Luigi Tizzoni. «Auspichiamo adesso che periti e consulenti vogliano affrontare questo ulteriore sforzo, alla ricerca di una verità finora solo sfiorata».
«I nuovi rilievi non dimostreranno nulla di nuovo», gli risponde l’avvocato Fabio Giarda, che insieme al padre Angelo difende Stasi. Di fronte all’ipotesi di dover rientrare nella casa dell’omicidio, l’imputato garantisce di «non aver alcun tipo di problema». In pratica, la svolta decisa ieri dalla Corte d’Assise d’appello allungherà inevitabilmente la scansione del processo. Per il prossimo 14 maggio sono attesi in aula per ottenere l’incarico formale quattro docenti universitari a cui saranno affidate le analisi scientifiche sulle nuove prove da acquisire. Si saprà allora quanto tempo sarà necessario per ottenere i risultati. Sicuramente, i tempi si dilateranno fino a dopo l’estate.