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 2014  aprile 30 Mercoledì calendario

LADY PANTERA: “LE MANI DEL FISCO E GLI ANELLI DEI VIP”


Una segnalazione per movimenti anomali sul conto corrente. Si scopre che possiede una Mercedes Slk, che ha appena venduto un attico di 400 metri su due piani con piscina per 850 mila euro nel quartiere Eur di Roma dove risiede, un rogito per una villa e 72 mila euro in banca. Ma Chris Molinari, in arte “Lady Pantera”, nato in Brasile da genitori italiani, risulta disoccupata. Ci vuole poco a scoprire che quelle entrate sono frutto della prostituzione e le invia una cartella di 135 mila euro per il solo anno 2007 per mancato versamento dell’Iva. “Quando un’attività viene esercitata in forma autonoma deve essere assoggettata all’Iva” scrivono nel verbale. Iva per il 2007, poi, Lady Pantera potrà concordare una cifra per gli anni a seguire fino al 2012, quando ha deciso di smettere per fare la badante. “Una follia” per il suo avvocato: “La prostituzione non è un contratto regolato dalla legge. Non è un’attività che prevede l’imposta sui redditi. Mica è una ditta individuale. La legge punisce lo sfruttamento della prostituzione e l’induzione alla prostituzione, la prostituta è una vittima”.
Chris, alta, occhi neri, bocca carnosa, capelli lunghi, mani curate, 38 anni, accetta di incontrarci a patto che non le chiediamo i nomi dei suoi clienti, e in un ottimo italiano premette: “Sono muta come un pesce”. Ma dai suoi racconti si capisce che dei 40 mila uomini che hanno goduto delle sue arti amatorie, molti sono nomi che pesano: giornalisti, politici, attori e, forse, anche qualche alto prelato. “È incredibile, il mio non è un lavoro riconosciuto e lo Stato mi chiede soldi, mica è il mio protettore” sbotta. Chris ha scoperto di essere una donna all’età di 12 anni, quando la mamma vedendo che le cresceva il seno, pensando fosse malata, la portò dal medico. “Il dottore mi ha controllato le parti intime, i genitali e rivolgendosi a mia madre le disse: ‘Signora suo figlio è perfetto, ma lei non ha un figlio anche se ha il pene, ma una figlia’. Mia madre è svenuta. Io mi sentivo una donna, ma la mia voce era quella di un uomo e terminati gli studi ovunque andassi a cercare lavoro subivo umiliazioni di ogni genere. Sono venuta in Italia e ho iniziato a prostituirmi”. Diventando una trans di alto bordo, clienti selezionati, ricchissimi. “Uomini che non hanno il coraggio di chiedere alle loro donne una sessualità proibita dalla morale bigotta, che vengono da me pagano per poterla vivere”. E pagano bene. “Molti mi chiedevano di incontrarci all’estero per stare più tranquilli. Una volta uno ha affittato un castello in Danimarca per tre giorni, mi ha pagato 50 milioni di lire”. Uomini ricchi e potenti ma eternamente infelici. Se Chris rendesse pubblici i loro nomi una buona fetta dell’Italia che conta non uscirebbe più di casa. “Nessun uomo è immune al richiamo di una trans, ma tutti lo negano” spiega. “Quando mi capita di ascoltarli in tv mi verrebbe voglia di guardarli in faccia per farli tacere. Io non mi drogo, non fumo, non bevo, ma quanti ne ho visti di cocainomani e li ho anche aiutati a smettere”.
Scoppia a ridere. “Penso a quella sera quando arrivò un signore, capelli bianchi, cappotto lungo nero come il cappello, occhiali scuri, sciarpa di seta. Aveva mutandoni bianchi ricamati. Educato, parlava a bassa voce. Voleva una pratica particolare. Mi diede 5 milioni di lire, mi chiese di staccare il telefono e il citofono. Restai colpita da un anello grande d’oro con delle pietre che aveva al dito medio. Gli chiesi cosa fosse. Non rispose, diventò viola in volto, come se gli avessi detto: ho capito chi sei. Non aveva dimenticato di toglierlo, è che non riusciva a sfilarlo perché il dito era cicciotto. Non è più tornato”. Alcuni degli insospettabili clienti arrivano in giacca e cravatta ma sotto ai pantaloni “indossano autoreggenti e nella valigetta hanno tacchi a spillo e prima di uscire mi dicono: se dovessi incontrarmi in pubblico non mi conosci” continua Chris parlando al presente. Poi i racconti tornano al passato: “Il potere è una cosa bella e una condanna eterna: sono uomini insicuri che mi pagavano anche per accompagnarli nei viaggi di lavoro all’estero per farsi vedere con una bella donna, o solo perché li ascoltassi raccontare di mogli che a letto erano pudiche, o li rifiutavano o li tradivano”. “Ho avuto tutto: orologi d’oro, diamanti, case, vacanze, ma non ho mai provato un attimo di felicità, il mio cuore è dentro un caveau”. E lo Stato, ora, vuole la sua parte.

Sandra Amurri, Il Fatto Quotidiano 30/4/2014