Patrizia Maciocchi, Il Sole 24 Ore 30/4/2014, 30 aprile 2014
CARCERI, PEGGIO DELL’ITALIA SOLO LA SERBIA
L’Italia tra i 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa è seconda solo alla Serbia per il sovraffollamento carcerario. Mentre è prima tra i 28 Stati Ue. Il "primato" risulta dai dati, diffusi ieri dal Consiglio d’Europa, che ha fotografato la situazione del 2012.
Secondo le statistiche penali nel nostro Paese c’erano 145 detenuti per 100 posti disponibili, a fronte dei 160 della Serbia, seguita da Cipro, Ungheria e Belgio. La Francia è ottava nella top ten dei peggiori con 117 carcerati. Sempre nel 2012 l’Italia è stata, nell’Europa a 47, il Paese con il maggior numero di detenuti stranieri: 23.773 pari al 36% della popolazione carceraria, seguita a ruota da Spagna (23,423), Germania (19,303) e Francia (13,707). Ancora un triste podio il terzo posto, dopo Turchia e Ucraina, "conquistato" per il numero di detenuti, circa il 45%, in attesa di giudizio: 12.911 (di cui 10.717 stranieri). La spesa media per ogni detenuto è stata, nel 2011, di 123,75 euro al giorno, con un incremento di quasi 7 euro rispetto all’anno precedente. Dai dati di Strasburgo risulta che tra il 2011 e il 2012 il numero delle guardie carcerarie è passato da 35.458 unità a 36.794 mentre quello dei detenuti è sceso da 67.104 a 66.271. In Italia si finisce dietro le sbarre per reati legati al traffico di droga: i condannati sono il 38,8% del totale contro una media europea di 17,1 per cento.
La situazione di affollamento patologico, in 22 Paesi su 47, ha spinto il Consiglio d’Europa a raccomandare ai Governi l’adozione di misure alternative al carcere, invitandoli a considerare la prigione come l’extrema ratio. Il rapporto ha evidenziato che le condanne riguardano pene molto brevi: il 20% dei detenuti sconta meno di un anno, anche se in Italia i condannati a più di 20 anni sono il 4,8% a fronte di una media europea dell’1,9 per cento. Per Strasburgo la via da percorrere è quella della messa alla prova, dei lavori socialmente utili, della libertà vigilata, dell’assegnazione ai domiciliari o della sorveglianza elettronica.
L’obiettivo finale deve essere il reinserimento nella società di chi ha commesso dei reati.
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dal canto suo, fa sapere che la situazione dal 2012 è cambiata. I detenuti sono oggi 59.728, la custodia cautelare è passata dal 46% del 2009 al 36% e le misure alternative hanno fatto registrare un aumento di 17mila presenze in più rispetto alla fine del 2009: un numero destinato ad aumentare in virtù delle recenti riforme. Aumentata di 2.091 posti anche la "recettività": dai 47.040 posti del 2012, agli attuali 49.131, con una carenza di 4.762 posti. Per il Dap i detenuti per i reati connessi alla criminalità organizzata sono il 16,33%; va quindi smentito il Consiglio che parlava di una percentuale di appena lo 0,7%. Un numero parziale che ha tenuto conto solo dei condannati per associazione mafiosa e non per i reati collegati.
Patrizia Maciocchi, Il Sole 24 Ore 30/4/2014