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 2014  aprile 30 Mercoledì calendario

SCONTRO GRILLO-PROFUMO “SIETE LA PESTE ROSSA” “ATTENTO AGLI ACCIDENTI”


SIENA.
La public company senese, per ora, è un’assemblea dove i pochi soci forti stanno zitti o a casa, i piccoli locali mugugnano come sempre e Beppe Grillo, «nove milioni di deleghe» (ma politiche, azioni una sola) agguanta la ribalta in chiave elettorale. I nuovi padroni del Monte ieri erano impalpabili. Assente Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps che ha mandato il dg Enrico Granata, dopo una discesa al 2,5% – ma ieri presenziava con il 9% del recente patto a tre – nella banca che dominava. L’ente per la prima volta non ha parlato in assemblea («un segno di discontinuità», ha rimarcato il presidente di Mps Alessandro Profumo). Non c’erano i soci in pectore sudamericani Fintech (4,5%) e Btg Pactual (2%), in attesa che Bankitalia autorizzi il patto con l’ente Mps sul 9%. Silente il 3,23% del nuovo socio Blackrock, e pure il 3,72% dei vecchi Axa o il 2,53% di Jp Morgan. Per non dire dell’1% rimasto agli Aleotti, cui l’escursione senese é costata un centinaio di milioni. Così la ribalta assembleare se l’è presa per intero il leader Cinquestelle. Grillo con Siena ha fortuna: un anno fa l’esplosione del caso Mps contribuì a fargli quasi vincere le elezioni politiche, e a farle quasi perdere al Pd che regnava in banca (lo hanno attestato perfino i pm senesi, scagionando l’istituto dal filone Antonveneta perché «il vertice era asservito a interessi esterni e distonici ascrivibili alla politica locale e nazionale»). Troppo facile, per uno come Grillo, dare i nomi alle cose: «Non era il Partito Sardo d’Azione, il Sudtiroler Volkspartei o l’Union Valdotaine, ma il Pd, la peste rossa che ha causato la più grande distruzione di valore del sistema italiano, forse europeo ». E aggiunge: è qui «la mafia del captalismo». Facile prendersela con Mussari, «uno che non sapeva nemmeno fare un bonifico », per l’ex grande comico, che ne ha avute anche per Profumo – «ha iniziato come casellante facendo una grande carriera, si fermi qui» – e ha chiesto che tutti i vertici del Pd dal 2005 siano processati per le vicende senesi. «Entreremo a gamba tesa sulle banche, partendo dalla Bce, da Draghi – aveva detto entrando in assemblea, senza documenti e dalla porta sbagliata – sono nel centro del potere, una banca. Attraverso le banche si compie il più grande sterminio di economia, cultura e efficienza delle persone e delle società». Grillo ha accennato anche al bilancio Mps (definito “da comici”): «L’ho letto con degli esperti, è roba da neuropsichiatri, ve lo mettono in quel posto con la semantica». Invettive cui ha replicato ironico il presidente di Mps, Alessandro Profumo: «Stia attento, così emozionato potrebbe avere un accidente». Ma la polemica è parsa volare più alto di un istituto ancora pieno di problemi malgrado due anni di cure, malgrado si tolto di dosso molti rischi e zavorre della gestione Mussari–Vigni. Tra 2006 e 2013 Mps ha bruciato tanto capitale da dover incrementare, nell’ultimo anno, la delega per l’aumento da un miliardo a 2,5, poi a 3, adesso a 5. E ancora l’ad Fabrizio Viola dice: «Ci auguriamo che l’aumento di capitale da 5 miliardi basti. Per fare previsioni dobbiamo completare le analisi, anzitutto sugli stress test». Solo a novembre lo si vedrà davvero, e prima di allora è difficile pensare a rimborsi anticipati dell’ultimo miliardo di Monti bond, in programma entro il 2017 a rate. L’assemblea ha anche votato la relazione sui compensi 2013 dei manager, tra qualche polemica sugli 1,7 milioni attribuiti a Viola dopo una piccola transazione al ribasso rispetto agli 1,8 milioni che praticamente avrebbe ricevuto a regime (non avesse la banca ricevuto aiuti di stato). A domanda del Codacons, Mps ha risposto: «Il Tesoro, con Bankitalia e l’Ue, ha convenuto i termini della transazione».

Andrea Greco, la Repubblica 30/4/2014