Andrea Tarquini, la Repubblica 30/4/2014, 30 aprile 2014
FESTA CON PUTIN COSÌ SCHROEDER CELEBRA I 70 ANNI ALLA CORTE DELLO ZAR
Arrivano silenziose le Mercedes classe S, le Audi e le Phaeton, l’altra sera davanti al maestoso palazzo dei principi Yussupov, location esclusiva di San Pietroburgo. Ecco Aleksiej Miller, numero uno di Gazprom, ecco i potenti locali, ed ecco l’ospite d’onore Gerhard Schroeder, fresco settantenne, ex leader della prima potenza europea, oggi alto dirigente di Nord Stream, la società del gasdotto voluto da Gazprom che aggira la Polonia. Schroeder si ferma fuori ad aspettare l’ultima auto, la blindata nera del presidente. E quando scende il caro amico, al secolo Vladimir Vladimirovic Putin, l’ex cancelliere lo abbraccia caloroso e sorridente, quasi commosso.
Festa di compleanno per l’ex cancelliere tedesco in questa Russia che sul futuro dell’Ucraina e dell’ordine di pace europeo affronta l’Occidente. Un evento top level, sponsorizzato dalla controllata di Gazprom, che in Germania ha fatto esplodere una polemica furibonda, com’era lecito aspettarsi. Proprio mentre il gigante del gas russo minaccia problemi nelle forniture all’Europa libera, e proprio mentre la Grosse Koalition di Berlino fronteggia Putin a fianco degli alleati occidentali, l’uomo che governò e riformò la Germania dal 1998 al 2005 si è fatto celebrare e osannare dal rivale e sfidante del mondo libero.
Caviale e champagne, musica e alte uniformi, sullo sfondo suggestivo della splendida città immortalata delle “Notti bianche”. Festa grande per Schroeder, mentre lo scontro Est-Ovest continua, mentre Angela Merkel sta preparando il suo viaggio a Washington, mentre tra gli osservatori di pace della Osce prigionieri dei separatisti armati in Ucraina orientale ci sono anche quattro ufficiali della Bundeswehr, definiti dai rapitori come «spie della Nato», e le famiglie li aspettano in ansia. Il party per il politico occidentale che più di ogni altro (insieme a Silvio Berlusconi) ha sempre appoggiato, lodato e difeso Putin è stata voluta dai suoi datori di lavoro. Nord Stream appunto, cioè Gazprom legata a filo doppio con Putin che non esclude l’uso delle sue armate nell’est ucraino.
«Decisione irresponsabile, proprio mentre a fianco dell’intera Unione europea la cancelliera Angela Merkel e il ministro degli Esteri Steinmeier (socialdemocratico come Schroeder, ndr) si sforzano di stabilizzare l’Ucraina e di fermare le politiche destabilizzanti di Putin», protesta Andreas Schockendorff, democristiano (il partito di Angie) ed ex responsabile dei rapporti con Mosca. «Quelle immagini della festa e dell’abbraccio sono un regalo alla propaganda di Putin». Da quando ieri mattina Spiegel online ha cominciato a sparare la photogallery dell’abbraccio e dei sorrisi tra “Gerd”e “Vladi” — come si chiamano dandosi del tu — le proteste qui si susseguono a raffica. Contro Schroeder, ma anche contro gli altri due politici invitati: il governatore del Meclemburgo- Prepomerania Erwin Sellering, e, circostanza quantomai imbarazzante per Angela Merkel, il giovane ed influente Philipp Missfelder, portavoce di politica estera della Cdu. «Nessuno di loro è andato là su incarico ufficiale», fa sapere il governo affrettandosi a mettere le mani avanti.
L’attrazione fatale di Schroeder per Putin e la sua Russia è di vecchia data. Quando era cancelliere, Gerd difese Vladi da ogni critica sui diritti umani, anche con la Cecenia a ferro e fuoco e voci critiche uccise, definendolo «un democratico cristallino e puro». Nelle memorie che scrisse dopo aver perduto le elezioni contro Merkel, Schroeder lodò Putin come un «Grande del nostro tempo», non menzionò una sola volta Wojtyla, Walesa o Havel, scrisse della Polonia che «il suo isterismo poteva rovinare i miei buoni rapporti con Mosca». In sette anni ai vertici del potere, non trovò mai il tempo di visitare la Polonia e e Israele, pazienza per la Memoria del patto Molotov-Ribbentrop. Per Vladi le occasioni non sono mai mancate: vertici a due, lauree ad honorem, vacanze.
Fu ricompensato dopo l’addio al potere. A offerte di lavoro eccellenti di big global players occidentali, Schroeder preferì quella di Gazprom. «Così mi pago il mutuo della nuova casetta con Doris e con i due bimbi russi che abbiamo adottato». A ogni occasione, anche oggi, difende Mosca. Conflitto d’interessi? Nessuno sa se Schroeder abbia mai parlato dei segreti di Stato, Ue e Nato di cui era a conoscenza con i nuovi datori di lavoro. «Ma alla festa ha sicuramente chiesto a Putin una politica di pace», lo difendono alcuni colleghi nella Spd, imbarazzatissima.
Nelle stesse ore del grandioso party a San Pietroburgo la Gazprom avvertiva che nuove sanzioni occidentali a Mosca potrebbero avere conseguenze negative per le forniture all’Europa. Poi un’altra notizia rovinava a posteriori la festa: Standard & Poor’s abbassava anche il rating di Gazprom e di Rosneft, dopo quello della Russia crollato poco sopra il livello spazzatura. Che importa: la sfarzosa festa tra gli stucchi era di ben altro livello.
Andrea Tarquini, la Repubblica 30/4/2014