Gianni Mura, la Repubblica 27/4/2014, 27 aprile 2014
GIÙ LE MANI DA MAROCCHI E DALLA BARBA DI PIRLO
Balotelli ha ragione, diciamolo subito. Su una cosa sola ma ha ragione: non ha mai detto di essere un top player. L’avrà detto qualcuno del suo clan, forse Raiola. Ma lui no. Si muove come lo fosse, ma questo è un altro discorso. Vediamo dove ha torto. Twitta di avere unanimità all’estero e di avere diviso l’Italia in due. Credo che in Italia la spaccatura non sia così netta, ma più frammentata. Del doppio, almeno. Oggi come oggi ci sono: quelli che non vorrebbero più vederlo con la maglia del Milan, quelli che non vorrebbero più vederlo con la maglia della Nazionale, quelli che non vorrebbero più vederlo e basta (razzisti in larga parte, ma non solo), quelli che è ora di lasciarlo in pace, basta coi moralismi e l’esposizione mediatica, in fin dei conti ha solo 24 anni, non sarà ancora un top player ma può diventarlo, anche qualche errore serve a maturare. In più, e siamo alla quinta divisione, ci sono quelli che lo ritengono già un top player, uno di quegli attaccanti che nascono una volta ogni trent’anni (o cinquanta, ad libitum) e che si può sorvolare su qualche atteggiamento pensando a tutte le gioie che regalerà in futuro. Ha torto, ancora, quando accusa Marocchi di non capire niente di calcio. Giù le mani da Marocchi: con Boban e Bergomi è degli ex calciatori quello che ne capisce di più. Al massimo, lo si può accusare di non azzeccare sempre l’abbinamento della cravatta.
Sotto questo punto di vista, perché sotto altri si potrebbe discutere, gli azzurri andranno in Brasile sereni, vestiti da Dolce&Gabbana. Abito a tre pezzi, giacca a due bottoni con piping interno azzurro, camicia bianca con bottoni di vera madreperla e polso smussato, cravatta col tricolore italiano posizionato in verticale per tutta la sua lunghezza, fermacravatta, scarpe stringate di vitello nero. Una giacca a due bottoni crea meno problemi. “Se la giacca ne ha tre, si allaccia solo quello di mezzo”, dichiara Kevin Carragan, direttore creativo di Calvin Klein. Sempre dal Corsera di ieri, apprendo che “la caviglia nuda è uno dei nuovi punti di attrazione dell’uomo. I pantaloni devono fermarsi sopra la scarpa portati al massimo con la calza “fantasma”. Ammetto che ‘sta storia della caviglia nuda mi spiazza. Ho attraversato svariati periodi: il non calzino, il calzino corto, il calzino lungo ma bianco, il calzino lungo e scuro e infine l’abolizione del calzino da aprile a ottobre. La calza “fantasma” è da escludere, ma non vorrei passare, alla mia età, per uno che cerca di valorizzare la caviglia nuda.
Ci penserò quando mi sarò ripreso da un’altra notizia-choc letta su Repubblica.it, sotto il titolo “Barba e baffi, una moda a rischio di estinzione”. E’ quanto afferma un gruppo di ricercatori dell’University of South Wales, in Australia. Secondo uno di loro, Rob Brooks, più barbe ci sono in giro, meno questa caratteristica diventa attraente. Il servizio è illustrato da una foto di Andrea Pirlo, ma si citano anche Moscardelli, George Clooney, Christian Bale, Michael Fassbender, ci posso aggiungere De Rossi, Barzagli, Cassani, Albiol, Gervinho, Candreva. Non ho l’autorevolezza e nemmeno la voglia di mettermi contro una ricerca universitaria, però ho barba e baffi dal Giro del 1966. Non per ragioni estetiche, figuriamoci, né ideologiche, ri-figuriamoci, ma semplicemente perché ho scoperto che non radendomi guadagnavo almeno mezzora di sonno ogni mattina. Se, però, tante barbe modaiole in circolazione porteranno al crollo delle barbe, qualcuno mi dovrebbe spiegare perché questo non è avvenuto con le teste rasate e con i tatuaggi.
Le barbe, aggiungono gli australiani, hanno preso a fiorire nel 2008, con la crisi, quindi spariranno presto, con la crisi. Ecco una bella notizia, secondo me gli australiani sono un po’ ottimisti e comunque avrei fatto meglio a smettere di leggere. Invece sbatto contro una tabella pubblicata ieri da Libero. Riporta, dal 2000 al 2012, le cifre di evasione contestata e quelle effettivamente recuperate: nel 2000, su 54,7 miliardi di euro, riscossi 8,2 ossia poco meno di un settimo. Nel 2012, aumentata l’evasione a 84,3 milioni e scesa la riscossione a 2,2, ossia un trentottesimo. Essendo cresciute le possibilità di controllo, anche incrociato, com’è possibile tutto questo? E in quanti paesi occidentali potrebbe accadere? In quanti non si riuscirebbe a bloccare le grandi navi che sfregiano il Bacino San Marco? Già, ma allora in quanti avrebbero costruito il Petrolchimico a due passi da Venezia? E perché continuo a fare domande in cui è implicita la risposta? Meglio salutarsi con un vecchio titolo, che verrà buono dalle parti di Cesano Boscone: “Odissea nell’ospizio”.
Gianni Mura, la Repubblica 27/4/2014