Paola Zonca, la Repubblica 29/4/2014, 29 aprile 2014
BATTAGLIA ALLA SCALA
Alexander Pereira è uscito dalla Scala ostentando sicurezza prima dell’inizio del consiglio di amministrazione straordinario convocato ieri a Palazzo Marino e non al Piermarini (come era accaduto ai tempi della querelle Muti-Fontana) proprio per discutere la sua posizione. «Sono tranquillo», si è limitato a dire. Ma il suo futuro a Milano sembra invece sempre più in bilico.
Il teatro è precipitato nel caos dopo che, prima sulla stampa austriaca poi su quella italiana, si è diffusa la notizia che il sovrintendente designato (per ora solo consulente, in carica ufficialmente dal prossimo 1° ottobre) ha acquistato per conto della Scala un pacchetto di produzioni dal Festival di Salisburgo, di cui è ancora responsabile fino a settembre. Se nella scorsa seduta del 14 aprile i consiglieri di amministrazione non si erano sbilanciati, in attesa di acquisire dati certi, ora il clima nei confronti del manager austriaco si è fatto più pesante. Il sindaco e presidente della Fondazione, Giuliano Pisapia, ha usato toni duri al termine della riunione di ieri durata oltre due ore, facendo capire di aver aperto una vera e propria istruttoria sul caso.
«Il tema è delicato, è in gioco la credibilità e l’affidabilità della Scala — ha spiegato — Dopo aver sentito lui, bisogna fare delle verifiche. Mi metterò in contatto, o personalmente o tramite un mio delegato, con la presidente del Festival di Salisburgo per capire che cosa è realmente successo. Poi dovremo sentire il parere del ministero ai Beni Culturali, che con la nuova legge ha il potere di nomina o eventualmente di revoca del sovrintendente, su indicazione del Cda. E Pereira non è ancora in carica». Come dire: il suo mandato non è ancora iniziato, quindi non è da escludere che si verifichi un brusco capovolgimento di fronte. Da parte sua il ministero ha già chiesto ufficialmente alla Scala e a Salisburgo chiarimenti e documentazione sulla “compravendita”, in attesa di pronunciarsi in via ufficiale.
Per ora due elementi sono certi: innanzitutto, Pereira ha inviato alla Scala la sua relazione difensiva, che contiene allegati in tedesco (le lettere scambiate con Salisburgo), che dovranno essere tradotti prima di essere consegnati a breve ai consiglieri di amministrazione. Secondo: la conferenza stampa di presentazione della stagione 2014-2015, fissata per il 15 maggio, è stata annullata in attesa delle verifiche: segno che sindaco e Cda vogliono andare fino in fondo. Oltre al conflitto di interessi rappresentato dal doppio ruolo di Pereira come venditore e compratore, sul tavolo c’è la questione della legittimità degli impegni presi con Salisburgo: poteva farlo nella sua posizione di consulente? Oppure il suo ruolo gli consentiva soltanto di prendere decisioni per la programmazione del 2015-16, tanto più che quella del 2014-15 era già stata delineata dall’attuale numero uno Stéphane Lissner?
Intanto crescono le voci secondo cui il manager austriaco avrebbe trattato con il Festival l’acquisto di altri spettacoli, oltre ai quattro da lui stesso confermati (il Falstaff con la regia di Damiano Michieletto, I Maestri cantori di Norimberga, il Lucio Silla di Pynovski e il Don Carlo di Peter Stein per un esborso, secondo la sua versione, di meno di 700 mila euro). Spuntano infatti altre due rappresentazioni acquistate per l’Accademia della Scala: la Cenerentola di Rossini, messa addirittura in cartellone per l’autunno 2014, e il Ratto del Serraglio di Mozart per il 2015. Ma, per la stagione in corso, si parla anche di un Werther in forma di concerto e di uno Schiaccianoci comprato da San Pietroburgo: due aggiunte che porterebbero a una spesa ulteriore per il teatro, facendo sforare il bilancio previsionale del 2014. Tutte decisioni di cui Pereira non ha messo al corrente i consiglieri di amministrazione, ai quali qualche settimana fa ha presentato la prossima stagione sciorinando tutti i titoli, ma senza specificare la loro provenienza. Neppure Lissner è stato informato: se il sovrintendente ancora in carica può aver firmato i contratti di alcuni cantanti per le opere delle prossime stagioni, è vero che solo lui è per ora titolato all’acquisto degli spettacoli.