Caterina Soffici, Il Fatto Quotidiano 26/4/2014, 26 aprile 2014
VINO DA 100 MILA DOLLARI: MA ERA UN FALSO
Londra
Questa storia ha qualcosa di incredibile. Perché, davvero, sembra impossibile che un megamiliardario americano abbia sborsato 100 mila dollari per una bottiglia di vino da collezione e dopo 8 anni si sia accorto che era talmente falsa da avere l’etichetta realizzata con una stampante per computer. Eppure, stando a quanto riportano vari quotidiani inglesi, è successo a Julian LeCraw junior, immobiliarista di Atlanta, che nel 2006 pensava di aver fatto il colpo della vita: si era aggiudicato una preziosissima bottiglia di Chateau d’Yquem del 1787, due anni più vecchio della Rivoluzione francese.
L’acquisto era passato alla storia come la bottiglia di vino bianco più costosa al mondo, venduta dalla prestigiosa casa di vini Antique Wine Company di Londra. Una boutique del vino per mega-ricchi, che offre vari servizi Vip, tra cui il trasporto direttamente a bordo degli yacht o negli chalet in alta montagna, oltre alla conservazione di vini super preziosi di clienti che comprano per investimento. Anche questa bottiglia fu recapitata a domicilio, dal capo della prestigiosa enoteca londinese in persona, tale Stephen Williams, che l’aveva scortata a bordo di un jet privato facendo anche dell’ironia: “Questo probabilmente è il compagno di viaggio più costoso e coccolato che abbia mai avuto, ma a 10 mila sterline per bicchiere, devo essere sicuro che al nostro cliente rimanga un sapore dolce in bocca”.
Invece il vino è andato di traverso al facoltoso cliente americano, quando ha fatto fare un expertise per autenticare i suoi acquisti e gli esperti hanno dato un responso unanime: “Falso, falso e falso”. Julian LeCraw ha scoperto che quella bottiglia non era vera, come non lo erano neanche altre 15, sempre comprate dalla Antique Wine Company, sempre di castelli nella regione di Bardeaux che sono mammasantissima dei collezionisti e degli intenditori: Chateau Margaux e Chateau Lafite Rothschild. Addio sogni di gloria, addio collezione unica. “Ho pagato cifre da capogiro per vetro senza valore contenente non ben identificato liquido” dice ora amareggiato il miliardario americano, che ha fatto una causa contro la casa londinese chiedendo 25 milioni di dollari di danni (circa 20 milioni di euro). Ovviamente la Antique Wine Company rivendica la bontà dei suoi prodotti e sostiene che le bottiglie sono autentiche. E sarà quindi un giudice a stabilire chi ha ragione.
La disputa non è la prima (ne sarà l’ultima) nel mondo dei “vini trofeo”, dove casi di frode e falsi sono all’ordine del giorno. L’anno scorso, in Florida, il miliardario Bill Koch ha vinto una causa da 25 milioni di dollari (poi ridotti a 900 mila dollari) per danni causati dall’acquisto di 24 bottiglie di vino spacciato come “vecchio di secoli” e invece imbottigliato molto più di recente.
La Antique Company è una delle case più conosciute al mondo in questo campo. E farà di tutto per tenere alto il nome e la reputazione. Basta pensare che dalla Paramount Pictures si sono rivolti a loro per una partita di vini del 1912 quando hanno celebrato l’Oscar del film di James Cameron Titanic e che hanno anche fornito il vino vecchio di 70 anni per il 70esimo compleanno dell’ex presidente Usa, George W. Bush.
Comunque vada a finire, Le-Craw ha già perso il titolo di acquirente del bianco più caro del mondo: una bottiglia d’Yquem del 1811, è stato venduto per 125 mila dollari (100 mila euro) a Christian Vanneque, nel luglio 2011.
Caterina Soffici, Il Fatto Quotidiano 26/4/2014