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 2014  aprile 28 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LE INTEMERATE DI BERLUSCONI E LA CAMPAGNA ELETTORALE


SALTA RENZI AD AMICI (LASTAMPA.IT)
Salta la presenza del premier Matteo Renzi oggi ad “Amici” di Maria De Filippi su Canale 5. A quanto si apprende, alla base della decisione ci sarebbe un’indicazione dei vertici Mediaset, preoccupati per il rispetto della par condicio, che vieta la presenza di politici negli show di intrattenimento.
Fonti di Palazzo Chigi hanno spiegato a La Stampa che il premier era stato invitato alcune settimane fa e che già all’epoca aveva posto il problema della par condicio. Quando ieri da Mediaset è arrivata la comunicazione della cancellazione dell’appuntamento di oggi, per le preoccupazione legate appunto al rispetto delle regole della campagna elettorale, Palazzo Chigi ne ha preso atto rimandando l’appuntamento a un’altra data. Renzi, spiegano le stesse fonti, ha accolto serenamente la decisione del rinvio ed è pronto a tornare in futuro da Maria De Filippi.
In base alla normativa vigente, in campagna elettorale non è ammessa la partecipazione di esponenti politici nei programmi di intrattenimento. Renzi non è candidato alle Europee del 25 maggio e in studio ad Amici, nella puntata registrata oggi e in onda il 3 maggio, avrebbe avuto a disposizione - si apprende - tre minuti in piena libertà, con l’unico “vincolo” di parlare ai giovani, protagonisti e target privilegiato del programma della De Filippi. Tuttavia il premier è anche un leader politico, in quanto segretario del Pd: di qui il rischio di violazione delle norme e di sanzioni da parte dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni.
Il caso scoppia a poche ore di distanza dalla partecipazione di Silvio Berlusconi a Domenica Live, sempre su Canale 5: il programma di Barbara D’Urso, tuttavia, è realizzato dalla testata Videonews e quindi gli ospiti politici sono ammessi. Non a caso la conduttrice, chiudendo ieri la puntata - l’ultima di questo ciclo - ha ricordato che «restano aperti gli spazi di Pomeriggio Cinque per gli altri leader». Solo pochi giorni fa era esploso il caso della Partita del Cuore, prevista il 19 maggio (in diretta su Rai1): Renzi, che aveva lasciato intendere l’intenzione di scendere in campo nel match dedicato ad Emergency, ha dato forfait dopo le polemiche, bollate dal premier stesso come «ridicole», sollevate in particolare dal Movimento Cinque Stelle che ha invocato l’applicazione della par condicio

REPUBBLICA.IT
ROMA - Napolitano aveva il "dovere morale" di concedergli la grazia. La sentenza Mediaset è "mostruosa". E i servizi sociali sono "una condanna ridicola". Malgrado le prescrizioni del tribunale di sorveglianza, Berlusconi torna a scagliarsi contro il Colle, già attaccato nel salotto di Barbara D’Urso, e contro i giudici che lo hanno condannato. E questa volta non lo fa come ieri giocando in casa, in undici contro dieci e con il vento a favore, ma in un’intervista che andrà in onda questa sera per il programma di La7 Piazza Pulita.
Intanto in Europa infuria la polemica sulle parole oltraggiose dette sui tedeschi e l’Olocausto. Che l’ex premier liquida brevemente: "La mia frase sui lager era all’interno di un discorso più ampio rivolto solo al signor Schulz, che dal 2003 vive di gloria riflessa dopo il nostro dibattito al parlamento europeo".
Napolitano e la grazia (mancata). Sulla grazia pretesa dal Capo dello Stato, Berlusconi non era mai stato così esplicito: "Avevo chiesto a Napolitano la grazia - spiega nell’intervista a La7 -senza presentare richiesta formale ma gli avevo detto ’lei ha il dovere morale di assegnare la grazia motu proprio’" perché "la costituzione gli assegna come un potere monarchico". E rilancia per l’ennesima volta l’ipotesi del complotto ordito contro di lui dal presidente della Repubblica: "Nel 2010 Napolitano si era fatto parte attiva affinchè Gianfranco Fini spostasse una parte dei suoi parlamentari eletti con il Pdl a sinistra, formando una nuova maggioranza rispetto a quella eletta dagli italiani e dando così il via ad un nuovo un governo in cui lui avrebbe avuto l’incarico".
Condanna mostruosa. Quanto poi alla sentenza di condanna in via definitiva per frode fiscale nel processo per i diritti tv Mediaset, l’ex cavaliere ripete la solita tesi che si tratta di una manovra politica della sinistra per farlo fuori. "E’ frutto di una costruzione inaccettabile, con un processo arrivato a una sentenza mostruosa, oltre che ridicola, e che sarà ribaltata dalla Corte europea e dalla revisione, per la quale ci stiamo preparando a Brescia. Vedrà come tutto questo fra non molto verrà a galla". E, vestendo i panni del grande statista, aggiunge: "La mia indignazione è per quello che mi sta succedendo dopo 20 anni di lotta per la libertà in questo Paese".
Servizi sociali? Ridicoli. Non si dice umiliato dai servizi sociali. "Sono assolutamente sereno - spiega- perché sono sicuro che questa cosa sarà un boomerang per chi l’ha voluta. Non penso sia una cosa umiliante, piuttosto - sottolinea - è ridicolo, non per me ma per il Paese, pensare che la persona che per più tempo è stata a capo del governo e che ha presieduto per tre volte il G8, si possa rieducare consegnandola a dei servizi sociali e a dei colloqui".
"Questa cosa" dei servizi sociali "è assolutamente piacevole - aggiunge - e non rappresenta per me nessun sacrificio, anzi finirò per stare lì tutto il giorno e non per 4 ore. Poi però ci sono vincoli enormi", ricordando gli orari di rientro, l’assenza di passaporto e l’obbligo di recarsi a Roma solo in determinati giorni. E dice che è in attesa di una telefonata per sapere quando cominciare. Farà animazione, suonerà il piano?, gli viene chiesto. "Non credo, ma credo che parlerò soprattutto e starò ad ascoltare. Ci saranno molte di queste persone che hanno seguito la mia storia e saranno interessate a parlare con me".
Renzi? Lo vedo bene in Forza Italia. Di Matteo Renzi, già definito più volte "simpatico tassatore", questa volta dice che avrebbe potuto benissimo militare nel suo partito. E chissà, forse gli sarebbe piaciuto che fosse diventato il suo ’delfino’: "Io non lo considero davvero un avversario fino in fondo - sottolinea - Renzi lo avrei preso nel mio partito, potrebbe stare in Forza Italia" perchè, tra l’altro, "non è comunista". Ma ora Renzi "è nel Pd e, quindi, è influenzato da Pd. Ha la maggioranza del partito ma non in Parlamento". Sostiene di non essere stato lui a bloccare l’ospitata di Renzi ad Amici: "Non ho rapporti frequenti con Mediaset".
Le riforme di Matteo sono le mie. Ribadisce poi, come già detto nel comizio di Milano di sabato scorso, che le riforme proposte da Renzi in realtà sono le sue: "Il riformatore sono io, non il Pd. Che qualcuno tenti di far passare Renzi come colui che vuole l’ammodernamento dello stato non possiamo accettarlo, l’ammodernamento lo abbiamo voluto noi".
La cicogna e il ’perbenissimo’ Marcello. Nel colloquio con Corrado Formigli, Berlusconi tocca anche la sua vita privata. E smentisce che la compagna Francesca Pascale sia incinta, glissando su eventuali nozze in vista. C’è spazio anche per l’amico Marcello Dell’Utri, arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa: "E’ una persona perbenissimo, torturato da 20 anni da accusa assurda, che deriva da reato che non è previsto da codici ma è un’invenzione". E aggiunge: "Non sapevo" fosse in Libano, "è stata una sorpresa".
Europee, prendiamo il 25%. Esclude che dopo di lui possa sorgere un nuovo leader del centrodestra che porti il suo cognome. Sarà il turno delle figlie Marina o Barbara? "Non torniamo su questo argomento - smentisce - La risposta è no". E alla domanda se il suo partito sosterrà ancora l’Italicum se arriverà terzo alle elezioni europee, risponde: "Certo, è un ragionamento concreto, ma stia tranquillo non arriveremo terzi, riusciremo a rimontare e prenderemo più del 25%".
(monica rubino)

LE PAROLE SUL LAGER
ROMA - Le infelici parole di Silvio Berlusconi sui lager che per i tedeschi non sarebbero mai esistiti (video), pronunciate sabato nel corso di un comizio a Milano, scatenano la reazione oltre confine. Dopo l’immediata replica di Martin Schulz e del Pse, arrivano oggi le dure prese di posizione di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel. E la controreplica dell’ex Cavaliere: "Io amico del popolo ebraico. Surreale attribuirmi sentimenti antitedeschi".
Silvio Berlusconi "ritiri immediatamente le sue dichiarazioni" sulla Germania e "si scusi con i sopravvissuti dell’Olocausto e con i cittadini tedeschi", dice per primo in una nota Juncker, ex premier lussemburghese e candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea.
Segue poi la reazione indignata di Angela Merkel: quelle di Silvio Berlusconi sono "affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta", riferisce il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Seibert, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Berlino. "Con l’Italia abbiamo un rapporto stretto e di amicizia", si limita poi a sottolineare Seibert.
Berlusconi: su mie frasi ennesima speculazione. La risposta di Berlusconi non tarda ad arrivare. "A Juncker - scrive il leader di Fi in una nota - che non dovrebbe cadere in simili trappole da campagna elettorale, ripeto: rivendico il mio ruolo di amico storico del popolo ebraico, e dello Stato di Israele, che è e resta unico presidio di libertà e di democrazia in tutto il Medio Oriente. Nulla e nessuno può mettere in discussione questa mia convinzione profonda". E poi l’affondo: "E’ paradossale che, In Italia e non solo, si siano scagliati contro di me non pochi esponenti della sinistra protagonisti di ambigue difese di Hamas e di Hezbollah".
E aggiunge: "Mi pare doloroso e spiacevole che la sinistra europea abbia compiuto l’ennesima speculazione, montando un caso su una mia frase, estrapolata dal contesto di un mio ragionamento sul candidato della sinistra Martin Schulz..". Per l’ex premier "è surreale attribuirmi sentimenti antitedeschi o una presunta ostilità verso il popolo tedesco, di cui sono amico. Se sono ostile a qualcosa, lo sono nei confronti di un’austerità controproducente, di alcuni vincoli e regole a mio parere gravemente sbagliati, che stanno inchiodando l’Europa intera a una lunga stagnazione economica".
E ancora su Martin Schulz, che anni fa definì "Kapò" in un celebre discorso al Parlamento europeo: "Lui vive di gloria riflessa dal 2003, dal dibattito tra me e lui", ha detto Berlusconi ospite del programma tv Piazza Pulita (durante il quale è tornato all’attacco contro Napolitano), chiedendo tuttavia "scusa se qualcuno ha pensato che dicessi qualcosa di negativo nei suoi confronti".
La nota del candidato Ppe. Juncker, nella sua nota, si dice "disgustato" dalle frasi dell’ex premier italiano, che ieri ospite di Barbara D’Urso non ha minimamente accennato alla gaffe, e sottolinea che su "alcune cose non si scherza". "Per tutti quelli che hanno la storia europea in mente - ricorda il candidato del Ppe - questo è particolarmente vero per il terrore sperimentato durante l’Olocausto, costato la vita a milioni di innocenti. Mr. Berlusconi, - si legge ancora nel comunicato - l’Olocausto non è una cosa da ridere". E proprio oggi in Israele si è celebrato il giorno del ricordo delle vittime della Shoah.
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Gli attacchi del leader di Forza Italia sono "inaccettabili", sostiene ancora l’ex premier lussemburghese, anche alla luce del fatto che "durante la crisi la Germania, come molti altri Paesi membri Ue, ha dimostrato una solidarietà senza precedenti con i Paesi europei in difficoltà. Questi Paesi hanno anche loro preso misure senza precedenti e spesso dolorose per stabilizzare le loro economie e finanze pubbliche".
"L’Italia è una grande nazione - conclude Juncker - ma lo è anche la Germania. Tutti i 28 Paesi della Ue sono grandi nazioni. Nessuno ha il diritto di insultare gli amici e i partners della Ue".
Video: tutte le gaffe di Berlusconi
Brunetta: Juncker prono ai tedeschi. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, prende subito le difese del suo leader: "Juncker è prono alla Germania, mentre Berlusconi è lugimirante" (e Gianfranco Librandi, di Scelta Civica, si chiede: "Ma Brunetta sa che Juncker è suo candidato?")
"Le dichiarazioni di Juncker sono esse sì incresciose, e purtroppo figlie di un triste calcolo elettorale: la paura cioè di perdere i voti della Merkel - continua Brunetta - Altro che scusarsi con tedeschi ed ebrei. Berlusconi non ha affatto scherzato sull’Olocausto, né accusato a vanvera un popolo che stimiamo e amiamo, ma ha dato voce a un timore serio e realistico dell’opinione pubblica, non solo italiana".
"Ora che anche Juncker si dimostra succube di questa nouvelle vague prona alla Grande Germania - conclude l’esponente di Fi - che ha impoverito il sud dell’Europa e ingrassato i conti delle banche tedesche, la posizione di Berlusconi appare più che mai lungimirante e realistica".

PEZZO DI REPUBBLICA DI STAMATTINA
ROMA .
È come giocare in casa, in undici contro dieci e con il vento a favore. Silvio Berlusconi scende in campo a Domenica live, accogliente salotto televisivo di Mediaset. Niente agguati o domande scomode. Tanti applausi e sorrisi, in compenso, e una collaudata intesa con Barbara D’Urso. Il Cavaliere sfrutta i 58 minuti di intervista - si fa per dire - senza essere quasi mai interrotto. E alla fine la conduttrice si intromette nel monologo così: «Presidente, la puntata è finita. Chiuda come vuole lei. Se Publitalia ci dà il permesso, chiude il Presidente!».
La domenica pomeriggio è tappa fissa nelle campagne elettorali del leader di Fi. «Non è la prima volta che ospitiamo il Presidente », ricorda D’Urso. Nel dicembre 2012, per dire, un fuorionda birichino inchiodò il Cavaliere: «Dopo mi domandi...». Stavolta domanda pochino, la conduttrice. Una risposta di Berlusconi dura in media cinque minuti. Tanto che alla fine del primo blocco - e prima di mandare la «santa pubblicità» l’ex premier si rende conto di avere esagerato: «Lei ha una pazienza enorme...». E D’Urso: «Sì, ma dopo ho un sacco di domande da farle». Non rispetterà l’impegno.
Il Cavaliere, comunque, non si lascia pregare. E dopo la brusca frenata sulle riforme, inverte di nuovo la rotta: «Non ho mai detto di aver rotto il patto con Renzi. Su alcuni punti non eravamo d’accordo. Ma pochi giorni fa l’ho incontrato e abbiamo trovato subito un’intesa». Si cambia la Costituzione con gli avversari, insomma, giocando di sponda con quel «simpatico tassatore che è Renzi, espressione della sinistra che ha come vangelo l’aumento delle imposte».
Le parole d’ordine si ripetono, nessuno in studio disturba il monologo. «Grillo che è uno sfasciacarrozze che ha mandato altrettanti urlatori in Parlamento», mentre Angelino Alfano non è utile all’unità dei moderati: «Bisogna andare oltre i mestieranti e i professionisti della politica». Il vicepremier, piccato, replica: «Noi siamo gli appassionati della politica». Ma i bersagli di Berlusconi
sono quelli di sempre: la Consulta, «organo politico della sinistra», e il Colle. Il Cavaliere ce l’ha con Giorgio Napolitano: «In vita mia ho mantenuto tutti i patti, tranne quando il Capo dello Stato mi ha usato scortesia non firmando un decreto che io invece avevo assicurato alle autorità europee ». Quell’incidente, giura, provocò la celebre «risatina» di Merkel e Sarkozy.
Si sente a casa, il leader. Dopo uno stacco pubblicitario si attarda con il pubblico: «Ho firmato autografi...». Si gode il coro “Sil-vio, Sil-vio”. Poi deve confrontarsi con la realtà: «Domani un assistente sociale mi telefonerà per fissare un appuntamento per la Sacra Famiglia». Lì l’ex premier sconterà la pena per frode fiscale. Agli anziani, comunque, promette: «Alzeremo le pensioni minime a 800 euro».
Il meglio, però, va in scena quando si parla di Pascale. «Un anno e mezzo fa le domandai: “Mi si è fidanzato, Presidente?”». Scorre una foto di “Francesca” in culla, il Cavaliere lascia spazio ai sentimenti: «Mi è stata sempre vicina. Io lavoro fino alle 2 di notte e lei legge per aumentare la propria istruzione. È un’enciclopedia vivente. Una sinfonia. Ha un grande intuito ed ha sempre ragione lei. Riesce a leggermi nella mente, ecco perché mi devo sempre tenere con pensieri puri...». E siccome molto si è scritto sull’influenza del cerchio magico, mette in chiaro: «Vorrei proteggerla. E poi non deve stupire se mi sta vicina, in fondo c’è solo mezzo secolo di differenza... Ma l’età non conta». E la conduttrice annuisce: «Ho conosciuto trentenni anziani e settantenni giovanissimi...».
Nello studio di Domenica live non può mancare Dudù. Evocato, esaltato, emblema della lotta animalista dei club di FI: «Potremo addirittura arrivare a svuotare i canili comunali». Non basta. L’ex premier promette pure «cure veterinarie gratuite» e «sgravi fiscali per gli alimenti». Titoli di coda. Berlusconi cerca lo sguardo della conduttrice, gli sembra quasi di esagerare:
«Chiudo io, allora?».

PEZZO GENERALE DI REPUBBLICA
ROMA .
A meno di un mese dalle elezioni europee del 25 maggio è battaglia tra i leader politici. E la campagna elettorale non si gioca solo sulla visione dell’Unione di ogni partito ma anche, e soprattutto, su chi ha maggiore visibilità in televisione. E così l’Autorità per le comunicazioni, l’Agcom, è costretta a far rispettare la par condicio, la legge del 2000 chiamata e regolare la presenza dei politici nel piccolo schermo a ridosso dalle tornate elettorali. Con richiami che come sempre sollevano polemiche. Se la scorsa settimana si sono registrate scintille tra l’Authority e Mentana per il tempo concesso dal TgLa7 al premier Matteo Renzi, in questi giorni si segnala la grande rimonta di Silvio Berlusconi rimasto alla larga dalla tv fino alla decisione del tribunale di sorveglianza di Milano sull’affidamento ai servizi sociali.
L’ex premier dunque ha ripreso da pochi giorni le apparizioni in televisione, ma lo ha fatto in modo massiccio. Giovedì 17 aprile il grande ritorno dell’ex Cavaliere con la conferenza stampa fiume per la presentazione delle liste per le europee. Due giorni dopo,
sabato 19, l’intervista al Tg5 nel
consueto set di Arcore con scrivania bianca e libreria alle spalle. Giovedì il classico appuntamento nel salotto di Bruno Vespa, quindi i passaggi televisivi della conferenza stampa di sabato per la presentazione dei candidati del Nord, quella della sparata sui tedeschi - censurata da mezza Europa - che negano i campi di concentramento nazisti. Infine ieri la lunga
ospitata da Barbara D’Urso con annessi monologhi sublimati dalla domanda finale della conduttrice Mediaset: «Presidente, chiuda come vuole lei». E oggi Berlusconi sarà ospite di Formigli a Piazzapulita . Ma anche Renzi si darà da fare: oggi registrerà la puntata di Amici che andrà in onda il 3 maggio, un ritorno negli studi di Maria De Filippi dopo l’ospitata
alla quale si presentò con il giubbotto di pelle che gli fece guadagnare il soprannome di Renzie.
Toccherà all’Agcom monitorare le presenze dei leader e chiedere eventuali riequilibri alle emittenti che sforano i tempi, come ha ricordato il commissario Antonio Preto dopo le polemiche con Mentana: «Anche noi consideriamo che la legge sulla par condicio non sia più adatta e vada cambiata, ma questa responsabilità spetta al legislatore e non all’Agcom che ha il compito, finché è in vigore, di farla rispettare». E intanto si rivolgono proprio all’Agcom tre partiti che denunciano di essere snobbati dai telegiornali: il Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e la lista Tsipras.

PEZZO DELLA STAMPA DI STAMATTINA


Berlusconi: sgravi e sconti
per chi adotta cani e gatti
Sul primo ministro: simpatico, ma ha come vangelo le tasse

Amedeo La Mattina

L’aria di casa (Canale 5) gli ha fatto bene. L’intervistatrice (Barbara D’Urso) lo ha messo a suo agio. Il pubblico femminile in studio (una claque plaudente) e quello davanti agli schermi era l’ideale. Nel salotto pomeridiano di «Domenica Live» Silvio Berlusconi ha dato il meglio di sé, a differenza di quanto successo a Porta a Porta. È tornato il «Grande Comunicatore» dei vecchi tempi che ora però tenta di rimanere aggrappato con le unghie e con i denti al 20% di voti e di superare questa percentuale. Spera di recuperare un punto alla settimana da qui alle Europee: ne ha recuperato già uno da quando è tornato in tv e ne cerca altri quattro, partendo da un 18-19%.
Ieri ha dato fondo alle capacità comunicative e alle promesse. L’ex Cavaliere non è tornato ad accusare i tedeschi per i quali «i lager non sarebbero mai esistiti». La Germania sarà sempre nel mirino dell’ex premier perché parlarne male porta sempre voti. Ma di fronte a un target televisivo familiare e casalingo, si è presentato in versione assistente sociale. È pronto all’«animazione» degli anziani di Cesano Boscone. Ha parlato poco di riforme, precisando di non avere mai rotto il patto con Renzi. Di aver sempre rispettato i patti, tranne una volta e non per colpa sua: a Bruxelles aveva promesso il «decreto sviluppo», ma il capo dello Stato (Napolitano non citato) gli avrebbe fatto la «scortesia» di non firmarlo. Da lì, secondo la ricostruzione di Berlusconi, «il siparietto Merkel-Sarkozy e la famosa risatina dei due».
Un colpo a Renzi, «simpatico ma come tutti gli esponenti di sinistra ha come vangelo l’aumento della spesa e quindi delle tasse». Un altro colpo a Grillo, «sfascia carrozze che sa solo urlare ma non ha un programma». È proprio agli «arrabbiatississimi» contro la politica e ai delusi di tutti i partiti che Berlusconi si è rivolto. Alle casalinghe e ai pensionati, agli amanti di cani e gatti, ai vecchietti che hanno come compagnia solo gli animali domestici. Già altre volte l’ex Cavaliere si era lanciato in una campagna animalista. All’inizio su input di Vittoria Brambilla. Ma da quando la fidanzata Francesca Pascale gli ha portato a casa Dudù e ha scoperto quanti milioni di italiani sono pazzi per gli amici a quattro zampe, il «Grande Comunicatore» in affanno di consensi ha capito che questo è un ottimo terreno elettorale. Così ieri ha potuto coniugare la comunicazione animalista con l’aiuto ad anziani e pensionati, facendo promesse come se a maggio non si votasse per le Europee ma per le Politiche.
Se dovesse tornare al governo, «tutti i pensionati dovrebbero partire da 800 euro». E tutti coloro che hanno «cagnolini e gattini» non dovrebbero pagare l’Iva sui prodotti per gli animali. Nel presunto programma di governo ci saranno provvedimenti per le cure veterinarie e 100 euro in più al mese se una persona con animali in casa avesse una pensione inferiore 500 euro. I voti però Berlusconi li vuole adesso, per le Europee. Quindi i club Forza Silvio si occuperanno anche di animali, perché lì le porte sono aperte per i moderati e chi vuole fare qualcosa per la nuova politica. A differenza di Forza Italia. «Ho detto a 4 persone di bussare alla porta di Fi ma non li hanno fatti entrare perché anche chi era pieno di ideali è geloso del piccolo potere che ha».
«In Italia abbiamo 150 mila cani nei canili comunali, sono 150 mila prigionieri - ha spiegato Berlusconi - e allora uno dei settori dei nostri club ha il mandato di cercare un papà e una mamma per i cani che sono in prigione. E potremo addirittura arrivare a svuotare i canili comunali che costano alla comunità 260 milioni di euro l’anno. La mia idea è che i nostri club mettano a disposizione gratuitamente un veterinario alle persone che hanno un cagnolino o un gattino e non si possono permettere di curarlo perché non hanno i soldi».
A illuminarlo è stato Dudù, il barboncino della fidanzata che gli è stato vicino, che lo ha sostenuto in «momenti delicati». E guai a parlare male di Francesca che legge fino alle 2 di notte mentre lui lavora. «Francesca è un’enciclopedia vivente, è una sinfonia, c’è dentro di tutto. Ha un grande intuito capisce subito le situazioni e le persone ed ha sempre ragione lei. Riesce a leggere nella mente quello che sto pensando, ecco perché mi devo sempre tenere con pensieri puri». Ecco, Silvio non accetta le «calunnie» su di lei. «Vorrei proteggerla. E poi non deve stupire se una persona come Francesca stia vicina a me, in fondo c’è poca differenza... solo mezzo secolo. Ma poi quello che conta non è l’età ma gli ideali e i valori».

PEZZO GENERALE DELLA STAMPA


Renzi: il Cavaliere e Grillo
facce della stessa medaglia
E sulla riforma del Senato apre: sono pronto a mediare

Carlo Bertini

Comincia con un ritmo scoppiettante, «nessun premier straniero oggi a San Pietro le ha fatto domande su Berlusconi?», chiede la Annunziata a In Mezz’ora al premier orgoglioso di esser stato da ragazzo un «papa-boy». «No quelle su Berlusconi le fanno solo i giornalisti», replica caustico Matteo Renzi. Che liquida quella «frase sui tedeschi, sbagliata e inaccettabile, così come era vergognosa quella di Grillo sulla Shoah. Ma loro sono due facce della stessa medaglia, non sono interessati alla frase in sè ma alla ripercussione elettorale che può avere». E subito aggiunge cauto che è meglio «non sottovalutare Berlusconi sulla campagna elettorale, tutte le volte gli fanno i risolini, ma ricordiamo quando andò da Santoro a stropicciare la poltrona di Travaglio». Convinto comunque che il Pd non solo prenderà più voti dell’altra volta, ovvero delle politiche, ma comunque «se vuole una scommessa sarà il primo partito». Tradotto, nessun timore di un sorpasso in corsa.
Ai due competitors, ma specie a Grillo, Renzi dedica molte delle sue frecce, depositando però, alla vigilia di una settimana di fuoco, una notizia importante: sulla riforma del Senato, tenendo bloccati i paletti ben noti (niente fiducia, niente voto sul bilancio e niente indennità) è pronto a trattare, non solo sulla data, poiché ha già messo in conto di arrivare al 25 maggio solo con un primo voto in commissione. «Alcuni pensano che se Renzi porta a casa la prima lettura ne gode di un consenso elettorale? Se la preoccupazione è questa che se la prendano una settimana in più». Ma anche sulle modalità di scelta dei senatori, che possono magari essere eletti in sede di rinnovo dei consigli regionali ma devono mantenere comunque il ruolo di consiglieri regionali, «a me basta che non vadano tutti i giorni in Senato». E comunque è legittimo che le riforme si facciano ascoltando Berlusconi, Grillo e tutti quelli che hanno cose da dire. «Mi accusano di non essere di sinistra e di portare riforme autoritarie. Martedì ai senatori dirò che le proposte dell’Ulivo e poi di Prodi erano in linea con la nostra e anche Berlinguer voleva il superamento del bicameralismo. Una parte dei dirigenti della sinistra vive di pre-giudizio, è tutta ideologia. E chi dice che Renzi vorrebbe un premierato forte, replica che «è una non notizia, ma aprire il tema oggi significa farsi del male, perché siamo a un passo dal chiudere un accordo».
E quando chiosa che «non c’è niente di male essere di destra e votare per la sinistra alle europee...», si vede che comunque è ingaggiato nella sfida: del resto non è un caso se oggi a un anno esatto dalla prima apparizione tornerà negli studi della De Filippi. Infatti i suoi avversari li attacca a testa bassa, «la reazione di Grillo e Berlusconi sugli 80 euro? Cercano di nasconderli, da professionisti della comunicazione quali sono. Forse per te che hai un certo tenore di vita non sono niente ma per il metalmeccanico o il fidanzato che vuole invitare a cena la sua ragazza?». Le coperture finanziarie? «Altro che coperte, sono piumini e passamontagna. Anche perché Padoan è molto rigoroso e tutte le previsioni di entrate e di crescita del Pil sono state abbassate. Il rigore dei conti pubblici italiani non ha paragoni, a fine anno avremo sorpresa in positivo non in negativo».
E quando la Annunziata torna più volte su un concetto insidioso e cioè se la palude della politica romana sia riuscita a fermare la corsa di Renzi, va in scena pure un siparietto divertente sul filo della metafora.
Corre come prima? «Fisicamente certo meno»... «Vedo che ha la pancia», lo sfotte la giornalista. Lui accusa il colpo con nonchalance. «La ringrazio, ma dal punto di vista metaforico sto correndo di più». E via con altre bordate ai 5 stelle «che non sono preoccupati di risolvere i problemi, ma di gridare e di sfruttare persino i disastri occupazionali come occasione per fare polemiche». Perché Grillo è vicino al Pd nei sondaggi? «Un leader serio non se ne preoccupa, il Pd prenderà più voti dell’ultima volta e sarà il primo partito. Grillo ha 150 parlamentari che guadagnano il doppio di me e non danno una mano a fare le riforme, solo show, sceneggiate. Non c’è dubbio che Grillo sia più furbo di tutti e se la ride sotto i baffi: gli 80 euro per lui son due biglietti al suo spettacolo....».