Diodato Pirone, Il Messaggero 28/4/2014, 28 aprile 2014
I PARTITI TIRANO LA CINGHIA LA CAMPAGNA È LOW COST
IL FOCUS
ROMA Chi si è accorto della campagna elettorale europea scagli la prima pietra. Manifesti in giro? Si contano sulle dita delle mani e solo nelle grandi città. Poi, per la prima volta da 20 anni, Forza Italia non ha attuato la ”pre-campagna”, cioè non ha affisso maxi-manifesti 6X3 o noleggiato aerei traina-striscioni o effettuato iniziative pubbliche prima che scattasse l’obbligo di utilizzare solo gli spazi previsti dalla legge. Una decisione a suo modo storica per un partito che solo l’anno scorso, dopo la condanna di Berlusconi e prima di puntare alla caduta del governo Letta, effettuò una campagna di propaganda in pieno agosto e sulle spiagge fra lo stupore di milioni di italiani in costume da bagno.
Vuoi per il relativamente modesto significato politico, vuoi perché sono previste le preferenze (e dunque spetterà ai singoli candidati darsi da fare per conquistare il seggio), vuoi infine per la mancanza di quattrini, quella per le prossime elezioni europee sarà la prima campagna elettorale veramente low cost.
LA DIETA
I partiti stanno tirando la cinghia per via dei tagli al finanziamento pubblico varati prima da Monti (-50%) e poi da Letta (azzeramento dei fondi restanti in tre tappe entro il 2017). E le prime cifre che frullano intorno a queste elezioni dimostrano quanto la dieta sia ferrea. Il Pd ha deciso di stanziare per queste elezioni 3,3 milioni di euro. Cifra sideralmente più bassa di quella spesa cinque anni fa che, alla fine, raggiunse quota 13 milioni di euro. Forza Italia non ha nemmeno fissato un vero e proprio tetto di budget per le europee. «Spenderemo il giusto per alcune iniziative nazionali e a sostegno della presenza del presidente Berlusconi - dice Ignazio Abrignani, responsabile elettorale di Forza Italia - Spingeremo per legare ancora di più le europee alle amministrative per le quali voterà la metà circa del corpo elettorale e questo elemento costituirà una spinta forte per molti italiani ad esercitare il loro diritto al voto».
Budget ridotto all’osso anche per il Nuovo Centro Destra guidato da Angelino Alfano. Per le iniziative nazionali il tesoriere ha stanziato solo 300 mila euro. Non potrebbe essere diversamente per un partito poco più che neonato e che pertanto vive soprattutto dell’autofinanziamento dei suoi eletti (1.000 euro al mese per deputati, senatori ed europarlamentari).
Pochissimi soldi infine - ma questa non è una novità - anche sul versante grillino. Qui le regole sono chiare: manifesti vietati e di spot neanche a parlarne. La campagna elettorale sarà fatta solo a livello locale oltre agli iperbolici comizi di Grillo. E se ci sarà qualche cena i partecipanti pagano alla romana.
IL PORTA A PORTA
Tutto questo spingerà gli italiani ad andare a votare? «La campagna elettorale vera e propria si accenderà solo negli ultimi 10 giorni - spiega il sondaggista Antonio Noto, dell’Ipr marketing - Per il momento poco più di un elettore su due pensa di andare a votare anche se questo dato probabilmente cambierà per via della contemporanea presenza di elezioni regionali e comunali».
Nelle prossime settimane, comunque, scatterà il porta a porta dei singoli candidati che, pur avendo un tetto medio a testa di 180 mila euro per le spese, metteranno in campo le loro reti di relazioni per conquistare quante più preferenze possibile.
Ma la molla che porterà gli italiani a votare per le europee sarà soprattutto l’anti-europeismo. «Questo elemento, uno dei tanti che contribuiscono all’incavolatura degli italiani, sia ancora fortissimo - spiega Noto - Nell’opinione pubblica si avverte un certo ritorno di fiducia ma resta molto scetticismo sia sulla politica che sull’economia. Molti si chiedono se l’operazione degli 80 euro si farà e, soprattutto, se resterà in piedi a lungo». Secondo Noto un elemento da non sottovalutare nel rapporto fra gli italiani e le urne europee è quello dei tempi delle riforme. «Se ne parla da troppo tempo - spiega Noto - E ogni rinvio non fa altro che aumentare lo scetticismo».