Valeria Benedetti, La Gazzetta dello Sport 26/4/2014, 26 aprile 2014
SFIDA BARANOWICZ: «DALLE DELUSIONI UNA SPINTA IN PIU’»
Il frastuono del tutto esaurito, il PalaBandinelli di Osimo che trema ad ogni punto segnato dai biancorossi e la coscienza che lì, in quella partita, giovedì sera, è stato fatto il primo passo verso l’obiettivo di stagione, quello che cancellerebbe amarezze e dubbi. Michele Baranowicz, il giorno dopo gara -1 , è lucido. Da bravo regista sa che il suo compito è quello di mantenere la visione complessiva. A cominciare da quel primo set perso 25-18 che avrà fatto venire più di un incubo ai tifosi di Macerata.
«Ma noi onestamente invece ce l’aspettavamo. Venivamo da 11 giorni di stop, riposo che serviva ma perdi un po’ l’adrenalina della sfida vera. Avevamo fatto un’amichevole con Ravenna ma non è la stessa cosa. Perugia poi è una grande squadra e veniva da una serie tiratissima quindi era più in tensione di noi».
Due volte in svantaggio, due volte recuperata e poi il tie break. La Lube ha mostrato di saper tenere testa alla tensione.
«La verità è che quest’anno di tie break ne abbiamo giocati pochi e molti li abbiamo persi, però ultimamente abbiamo cambiato marcia».
Di sicuro molti indicano nella capacità di reggere la tensione il tallone d’Achille dei marchigiani.
«Beh, fino a due mesi fa questa partita l’avremmo persa».
E poi cosa è successo?
«È successo che non potevamo mollare, questo è l’obiettivo della stagione. Ci siamo resi conto di quello che potevamo fare e abbiamo lavorato».
Come si lavora sull’approccio psicologico?
«Beh, Perugia che è una squadra che mi piace moltissimo, sbaglia poco e difende tantissimo. Abbiamo lavorato anche noi lì. È uno di quei fondamentali che fa capire all’avversario che ci sei e noi non avevamo reso benissimo. Abbiamo imparato a coprire di più il compagno, a non rallentare».
Macerata è alla prova del nove. È partita come grande favorita ma nei momenti clou si è sgonfiata.
«È vero, siamo partiti come favoriti. Però io ho sempre pensato fra me e me che fosse un’esagerazione. Ci sono giocatori in questa squadra, a cominciare da me, che non hanno vinto niente. Alla fine Perugia ha giocato più finali di noi quest’anno. Essere favoriti non serve a molto».
Qualche incubo sarà venuto anche a voi quando Ivan Zaytsev si è infortunato al polpaccio nell’ultimo allenamento prima della gara.
«Beh, un minuto di silenzio in palestra c’è stato. Però poi devi giocare comunque, gli infortuni succedono. Mi sarebbe dispiaciuto soprattutto per lui. So quanto ci tiene Ivan a questa finale. È giusto che ci sia anche lui e dia spettacolo come sa fare».
Anche perché la sfida Zaytsev-Atanasijevic vale il biglietto.
«Beh diciamo che per me e Paolucci è una bella sicurezza averli in campo».
Perugia è la grande sorpresa del campionato. Dopo aver strappato gara-1 come si prosegue?
«Perugia ha fatto un salto di qualità enorme dall’inizio dell’anno, tanto che sembrano due squadre diverse. E poi hanno un giocatore come Vujevic che per me è il migliore del campionato, a prescindere da quello che gli è successo personalmente, ha un grande carisma. Con loro ci vuole sicuramente tanta pazienza perché sarà lunga».
Il PalaEvangelisti sarà di nuovo una bolgia, come con Piacenza.
«Io ci spero. È uno spettacolo un pubblico così, ti dà grandi sensazioni. È una vita che aspetto questo momento e me lo voglio giocare davanti a tanta gente. Poi se vogliamo essere campioni bisogna vincere pure fuori, quindi non abbiamo alternative».