Mario Frongia, La Gazzetta dello Sport 26/4/2014, 26 aprile 2014
ZOLA: «VORREI UNA PANCHINA, MA DOPO LA DELUSIONE DELLA LAZIO...»
«Cagliari-Parma? C’erano ancora i dinosauri!». Se la ride Gianfranco Zola. In Sardegna, nella sua Oliena, per qualche ora di svago con i famigliari, il Member of British Empire sfoglia l’almanacco. «Nel dicembre del ’93, a Cagliari con il Parma fu un capolavoro. Finì 4-0 ma venivamo da un periodo opaco e di contestazione. Al Sant’Elia giocai bene, segnai su punizione, diedi le palle gol a Melli e Asprilla. Venivo dal Napoli, passai da trequartista a seconda punta. Feci 18 gol: mi servirono per andare in Nazionale».
L’anno dopo al Sant’Elia usciste invece a testa bassa.
«Sì, vinse il Cagliari 2-0. Giocammo male e giù polemiche».
Domani sera che cosa succede?
«Al Cagliari servono punti per la salvezza, Donadoni crede nell’Europa. Sarà un bel match».
Dopo le dimissioni dal Watford la danno dappertutto: Tottenham, Manchester United, Samp e Lazio. Che cosa c’è di vero?
«Il Manchester non credo pensi a me. Ci sono stati contatti con la Samp, con il Tottenham e, in precedenza, con la Lazio. Mi chiamò Tare e gli dissi che prendevo in considerazione un incontro solo a patto che avessero chiuso ufficialmente con Reja, un galantuomo con cui siamo saliti in A a Cagliari. Mi disse che si era dimesso. Chiamai il mister per dirgli che, visto che lui mollava, andavo a Roma per saperne di più. Poi, è tornato indietro. Non ho capito cosa sia successo. L’episodio non mi ha lasciato buone sensazioni. Per il resto, mi fa piacere se si parla del mio lavoro. Da giugno spero di trovare una nuova sistemazione».
Cos’è successo al Watford?
«Come al West Ham, il primo anno è stato fantastico. Poi, varie aspettative non sono andate in porto. Ma so quali sono le cause e dove ho sbagliato. Un tecnico cresce anche dai propri errori. Ma non ho nessun rammarico».
Lei conosce Benitez. Che giudizio dà del suo lavoro al Napoli?
«Molto positivo. Sta facendo bene ma va premesso che non è un tecnico mordi e fuggi. Ha un progetto, un’identità forte e un gioco offensivo curato».
Erano abituati a Mazzarri.
«A Napoli ha fatto benissimo. Ma è l’opposto di Benitez: cura molto la fase difensiva, rappresenta al meglio la scuola italiana. All’Inter Mazzarri ha difficoltà ma è normale in un club in fase di riassestamento tra nuova proprietà, obiettivi e strategie».
Come vede Seedorf al Milan?
«Come me al West Ham è partito dall’alto, senza fare gavetta, in una piazza esigente e di grandi tradizioni. Così facendo si paga dazio ma si cresce e si impara tanto e in fretta. Per conoscenze e patrimonio calcistico, Clarence è indiscutibile. Dipende da come la vive».