Alessandra Arachi, Corriere della Sera 28/4/2014, 28 aprile 2014
IL COLLE E L’EMERGENZA CARCERI: MISURE URGENTI PER I DETENUTI
ROMA — Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha usato mezze parole: «A distanza di oltre sei mesi dal messaggio da me rivolto al Parlamento sull’emergenza carceri è ora di fare il punto sulle misure adottate e da adottare, anche in ossequio alla nota sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo».
Persino in piazza San Pietro, dopo la santificazione dei due Papi, il capo dello Stato ieri mattina ha voluto approfittare della vicinanza con papa Francesco per tornare sul dramma delle carceri del nostro Paese. Lo ha fatto rivolgendosi al Papa direttamente in piazza San Pietro e prendendo spunto dalla vicenda del malore al leader radicale Marco Pannella.
Ha spiegato infatti in una nota il presidente Napolitano: «Nel salutare il Pontefice a conclusione della storica cerimonia in piazza San Pietro ho voluto ringraziarlo per il generoso gesto della sua telefonata di qualche giorno fa a Marco Pannella che si espone a un grave rischio per la sua salute per perorare la causa delle migliaia di detenuti ristretti in condizioni disumane in carceri sovraffollate e inidonee».
Il punto adesso per l’Italia è l’imminenza della sentenza della Corte europea. Scadrà infatti fra un mese esatto (il 28 maggio prossimo) l’ultimatum lanciato all’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Siamo già stati sanzionati dalla Corte, l’8 gennaio del 2013, per via delle nostre carceri troppo affollate e disumane: la famosa sentenza Torreggiani, con la quale Strasburgo ha accolto il ricorso di sette detenuti giudicando le loro condizioni una violazione degli standard minimi di vivibilità. Abbiamo pagato 100 mila euro per ognuno di quei detenuti. Ma non solo: la Corte è entrata nel merito e ha denunciato che il sovraffollamento delle prigioni del nostro Paese ha carattere strutturale e sistemico. Non hanno avuto dubbi a Strasburgo: «Il sovraffollamento deriva da un malfunzionamento cronico del nostro sistema penitenziario». La Corte europea aveva verificato che nelle nostre prigioni i detenuti non avevano nemmeno tre metri quadrati di spazio a disposizione per ciascuno.
Nove mesi dopo questa sentenza, l’8 ottobre 2013, era stato proprio il presidente Napolitano a sollecitare le Camere affinché prendessero i provvedimenti idonei a sanare la drammatica ferita delle nostre carceri, rispondendo così alla Corte europea.
Ieri il nuovo monito del capo dello Stato: «È ora di fare il punto». Il presidente Giorgio Napolitano è decisamente preoccupato. L’Italia — oltretutto — rischia multe salatissime (si dice potrebbero arrivare anche a 300 milioni di euro), nonché il rischio di far ripartire centinaia di ricorsi rimasti fermi in questi dodici mesi.
Una preoccupazione che il ministro della Giustizia Andrea Orlando tiene ben presente perlomeno ad ascoltare la sua risposta all’interrogazione che ha fatto la settimana scorsa in Senato. Il Guardasigilli ha sottolineato come fra le (quattro) emergenze rilevate all’interno del suo dicastero quello dei penitenziari è certamente al primo posto e ha garantito che sta prendendo ogni tipo di provvedimento non soltanto per far rispettare la condizione minima dello spazio vitale (i tre metri quadrati) che la Corte europea ritiene una condizione necessaria ma non sufficiente.