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 2014  aprile 27 Domenica calendario

«LAVORO AGLI INGLESI». MA NEI POSTER C’È UN IRLANDESE UNA CAMPAGNA ANTI IMMIGRATI PIENA DI GAFFE E COPERTA DI CRITICHE MA NEI SONDAGGI IL PARTITO VOLA


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Un operaio edile seduto per terra che chiede l’elemosina. Una scritta grande che accusa la politica dell’Unione Europea sul lavoro e le frontiere aperte agli immigrati. Poi una più piccola: «Riprendiamoci il Regno Unito».
L’Independence Party, il partito della destra populista, tappezza i muri con manifesti-choc che puntano a colpire la platea elettorale del 22 maggio (in Gran Bretagna si voterà con tre giorni di anticipo rispetto all’Italia). Peccato che quel disoccupato è un attore irlandese, Dave O’Rourke. L’hanno pagato e ha prestato il volto alla propaganda dello Ukip. Una fiction. O, vista da un differente punto di vista, una patacca (o trovata) per giocare con la rabbia e i pensieri di chi andrà ai seggio delle prossime consultazioni europee.
E non è l’unica, di patacca pubblicitaria. In un secondo manifesto, una bella ragazza del Devon si dice affascinata dalle proposte politiche di Nigel Farage: il messaggio è che i giovani guardano al «nuovo». Solo che la ammiccante, Lizzy Vaid, è la segretaria dello stesso Nigel Farage. Quanto meno non ha ricevuto compensi. E poi, terzo manifesto, quel dito indice puntato al passante e la domanda: 26 milioni di persone cercano occupazione in Europa, il lavoro di chi minacciano? Qualcuno sostiene che sia ai confini del razzismo: se sbarcano gli stranieri, ci portano via il posto. Ma i critici più intelligenti hanno posto il problema in maniera diversa: Nigel Farage ha moglie tedesca, immigrata. Ha pure lei usurpato il lavoro dei britannici?
L’ex fan di Margaret Thatcher, l’ex tory che siede nel parlamento europeo ma che vuole uscire dall’Europa, passa da uno scivolone all’altro e da una gaffe all’altra. Ma più va giù e più sono i voti che riesce a mettere in cascina. Pare proprio che sia inarrestabile la marcia di Nigel Farage e dei populisti della destra. I sondaggi potranno essere smentiti dal voto del 22 maggio, intanto tutte le stime danno l’Independence Party ben oltre il 20 per cento e in alcune aree, di tradizionale insediamento conservatore, addirittura al primo posto. Non fa niente che quei manifesti abbiano indignato molti. Un risultato l’hanno ottenuto: puntavano ad attirare l’attenzione. E questo è ciò che è avvenuto. I giornali più vicini al premier David Cameron, il Times , il Daily Telegraph e i tabloid (il Sun e il Daily Mail ) stanno facendo la voce grossa contro l’Independence Party. Ma l’effetto per il momento è minimo. Se non addirittura opposto. Nigel Farage è sotto la lente d’ingrandimento (come è giusto che sia il leader di un partito politico). Però, più lo attaccano e più va avanti. I manifesti saranno una patacca e saranno fastidiosi eppure centrano l’obiettivo. Il populismo di destra ha trovato un modo aggressivo di comunicare. Ha spezzato gli incantesimi tradizionali, ha stravolto le regole dei toni soft. Conservatori, laburisti e liberaldemocratici sono stati presi in contropiede. Nigel Farage usa bene le armi della parola. E’ stato convincente in tv e ha vinto il dibattito con Nick Clegg, il vicepremier. È rassicurante nei suoi tour a caccia di consensi. Ma sa mostrare anche il volto dell’estremismo verbale antieuropeo e anti immigrati, che piace ai delusi e agli arrabbiati. Della destra e del centro. Si mimetizza e attacca.
Pure i laburisti sono in allerta e si preoccupano dell’ascesa di Farage. Il quale, intervistato dal Guardian , ha sintetizzato la situazione così: il bacino elettorale dei conservatori, il sud dell’Inghilterra, lo abbiamo attaccato adesso tocca alle «riserve» laburiste del Nord. Le sue sirene possono fare breccia anche lì.