Stefania Tamburello, Corriere della Sera 26/4/2014, 26 aprile 2014
«L’ITALIA PRONTA ALLA SVOLTA» FITCH: MA ORA LE RIFORME
ROMA — «La recessione è finita, le condizioni di finanziamento sono migliorate e i rischi legati al settore finanziario sono scesi, grazie al rafforzamento delle banche»: per questi motivi l’Italia non è più sotto osservazione da parte di Fitch, la più piccola delle tre agenzie internazionali di rating , che ieri ha annunciato di aver cambiato da «negativo» a «stabile» il quadro previsionale del nostro Paese. Il giudizio, il rating sul debito sovrano, resta però lo stesso, fermo a BBB+, perché il potenziale di crescita continua a essere «debole» nel contesto europeo, perché l’economia è «fragile», la disoccupazione significativa e il debito sempre molto alto. Il passo in avanti, e un ritorno nella serie A, è legato all’andamento dei prossimi mesi e soprattutto all’esito delle riforme annunciate dal nuovo esecutivo verso il quale Fitch fa una decisa apertura di credito. «Il nuovo governo di Matteo Renzi ha annunciato un’agenda di riforme strutturali con una tabella di marcia ambiziosa e ha confermato nel Programma di stabilità 2014 l’impegno del precedente esecutivo a rispettare i parametri di bilancio dell’Eurozona» rileva la nota dell’agenzia, che individua proprio in eventuali tensioni politiche uno dei principali fattori di rischio per l’attuazione delle politiche economiche e di bilancio.
L’attestazione di fiducia di Fitch, che ieri peraltro ha migliorato il rating della Spagna da BBB a BBB+, lo stesso dell’Italia, non ha dato però slancio a Piazza Affari che, complice la giornata festiva, ha risentito come le altre Borse europee e Wall Street, dei timori di un inasprimento della crisi ucraina, che ieri è stata al centro di una conference call tra i leader di Stati Uniti, Germania, Italia, Francia e Gran Bretagna. Milano è stata la peggiore, con un ribasso dell’1,73%, trascinata dai titoli bancari a partire dal Banco Popolare, sceso di quasi il 4% dopo la conclusione dell’aumento di capitale da 1,5 miliardi.
Sul mercato dei cambi, l’euro è stato scambiato a 1,3837 dollari in ripresa da ieri. Sul secondario dei titoli di Stato, rendimenti in calo al 3,11% per i Btp decennali nel finale di seduta, anche se lo spread con i Bund tedeschi di uguale durata, a loro volta in ribasso, è tornato ad allargarsi a 163 punti base.
Da Francoforte, intanto, ieri è arrivata la comunicazione ufficiale sull’avvio del nuovo sistema di vigilanza unica il prossimo primo novembre. Nel comunicarlo, la Bce ha reso noto di aver pubblicato la Framework Regulation che getta le basi per la creazione del meccanismo unico di supervisione dell’area euro(Single Supervisory Mechanism- Ssm). Fonti dell’Unione europea, citate da Bloomberg , anticipano invece alcuni elementi degli stress test che la Bce e l’Eba, l’autorità di vigilanza bancaria europea, condurranno preso le banche (quelle italiane sono 15) sottoposte alle verifiche di bilancio dell’Eurotower. Ebbene, lo scenario del test sarà il più avverso possibile, di gran lunga peggiore di quello ipotizzato negli esami del 2010 e del 2011. Le previsioni di crescita contenute nello stress test saranno infatti inferiori del 2,2% nel 2014, del 3,4% nel 2015 e dell’1,4% nel 2016, rispetto a quelle che la Commissione Ue renderà note a maggio.