Alebrto Custodero, la Repubblica 26/4/2014, 26 aprile 2014
LE OMBRE NEL BILANCIO DEI GRILLINI AL SENATO
Trasparenza totale. La parola d’ordine del M5S è sempre stata questa. «Ma non è così – denuncia la senatrice Fabiola Anitori, senatrice ex grillina – molte cose non quadrano». Bilancio e soprattutto “Libro mastro” del gruppo alla mano segnalano alcune delle voci che sembrano in contraddizione con la linea imposta da Beppe. Affitti da duemila euro al mese ai “dipendenti della comunicazione“ e rimborsi per i pranzi al ristorante di Palazzo Madama. Pasti a prezzi stracciati: entrecote a un euro e 41 centesimi e rigatoni alla carbonara a 47 centesimi. Richieste di prestiti a tasso super agevolato all’agenzia Bnl del Senato. Il gruppo grillino di Palazzo Madama — che ha già perso per strada 14 senatori su 54 — sembra dunque cogliere alcuni dei benefit messi a disposizione dal Senato pur avendo sempre invocato il taglio dei costi della politica, criticato i prezzi economici delle mense di Camera e Senato, snobbato gli sportelli bancari interni del Parlamento a favore di Banca Etica. E chiesto la rendicontazione pubblica delle spese. Spulciando tra i loro conti, dunque, si colgono alcune curiosità. Come, ad esempio, la «richiesta di prestito senza interessi di 5.164,57» presentata il 27 marzo da Vincenzo Santangelo (ex capogruppo), e dal suo collega Mario Michele Giarrusso. O come il pranzo da 6,71 euro consumato il 6 giugno dal senatore Stefano Lucidi. Un altro esempio, il costo del buffet in onore di Beppe Grillo che, l’11 luglio 2013, tenne a Palazzo Madama una conferenza stampa riferendo del suo incontro con Napolitano. Allora Grillo aveva detto tra l’altro che i suoi senatori «rendicontavano tutte le spese» finanziate con i fondi dei gruppi. Fondi destinati (per regolamento) «alle attività di studio, alla comunicazione istituzionale e politica, alle spese di segreteria e per pagare il personale
assunto delegato a queste mansioni». A questo punto va premesso che i senatori grillini usano due documenti per il loro rendiconto spese. Uno, di uso riservato interno, il secondo per la pubblicazione online. Si può così constatare che il gruppo 5Stelle di Palazzo Madama ha “camuffato” il rimborso del buffet seguito alla conferenza stampa di Grillo del 17 luglio. Nel documento interno denominato “Libro Mastro”, infatti, nella casella 11 luglio 2013, accanto all’importo di 114 euro, si legge “acquisto panini e bibite per accoglienza Beppe Grillo per la conferenza stampa del 10 e 11 luglio 2013, presso il posto di ristoro dei dipendenti del Senato». Nel documento pubblico, invece, quello che dovrebbe servire ai cittadini per esercitare il controllo, è stato pubblicato solo un laconico «spese di rappresentanza». Così nessuno è in grado di sapere che anche Grillo ha beneficiato dei prezzi di favore della mensa di Palazzo Madama. E che quella pur esigua cifra (due euro a testa per senatore), è stata pagata a spese dei contribuenti.