Loretta Napoleoni, il Venerdì di Repubblica 18/4/2014, 18 aprile 2014
SE IL WEB LAVORA PER UN MONDO DI PRECARI E DI SFRUTTATI
Internet minaccia la stabilità delle democrazie occidentali perché le fa sprofondare nell’economia informale, definizione elegante e moderna del mercato nero. Questo afferma uno dei nuovi guru americani, Jaron Lanier, scrittore, filosofo e musicista di Berkeley. La rivoluzione digitale ha infatti ridotto l’offerta di lavoro perché ha sostituto i computer all’uomo. Lanier fa l’esempio della Kodak, che dava lavoro a 140 mila operai con un fatturato di 28 miliardi di dollari. L’avvento della fotografia digitale ha letteralmente polverizzato la Kodak, che è fallita. La versione digitale è Instagram che quando è stata venduta a Facebook nel 2012, per un miliardo di dollari, dava lavoro ad appena 13 persone. L’utenza è però rimasta invariata, anzi il numero delle persone che scattano foto digitali è aumentato, per non parlare poi dei frequentatori dei social media. Quindi anche i profitti sono saliti, ma chi ne beneficia è un numero piccolissimo di individui. Che fine hanno fatto gli impiegati della Kodak?, è la domanda di Lanier. Certamente non sono cassaintegrati come quelli dell’Alitalia. Chi è potuto andare in pensione lo ha fatto, ma la maggior parte ha dovuto trovare un altro lavoro e con molta probabilità si tratta di un part-time senza i benefici che offriva la Kodak. La rivoluzione digitale rema a favore della trasformazione dell’economia tradizionale in un’economia informale, dove trionfa il precariato, al di fuori delle regole, senza protezione e con una matrice di profonda diseguaglianza. Un concetto molto interessante, da approfondire, che potrebbe riflettere la vera natura del web in mano alla dittatura della comunicazione travestita da dea della libertà.
Loretta Napoleoni, il Venerdì di Repubblica 18/4/2014