Alessandro Carlini, il Venerdì di Repubblica 18/4/2014, 18 aprile 2014
I TRE «PIÙ RICERCATI» DALLA POLIZIA DI DUBAI SONO TUTTE DONNE
L’emancipazione delle donne in Medio Oriente passa anche per il crimine. Nella lista dei «most wanted», i più ricercati, a Dubai ci sono tre «pericolose» latitanti, la cui bellezza, spiega la polizia locale, non deve trarre in inganno: sono scaltre e una di loro avrebbe anche ucciso.
Come si legge su Gulf News, le primule rosse che tengono sotto scacco da anni le autorità hanno «conquistato» settori del crimine un tempo appannaggio degli uomini e hanno portato a segno i loro colpi nell’Emirato. Una è Bojana Mitic, 33 anni, di origine serba, considerata una sorta di Arsenio Lupin al femminile. Ricercata dalle polizie di mezzo mondo come membro della gang internazionale chiamata Pantera Rosa, è accusata di aver partecipato al «colpo del secolo» alla gioielleria del Wafi Mall di Dubai. Il valore del bottino – si parla di milioni di dollari – non è mai stato rivelato. Il ruolo scelto da Bojana nella rapina pare proprio una sfida alle società fortemente maschiliste del Medio Oriente: era al volante della Audi che ha fatto irruzione nel centro commerciale, ha aspettato che i suoi complici facessero il colpo e li ha poi fatti tornare a bordo a colpi di clacson, quando si è accorta che non c’era più tempo. Come in un film alla Ocean’s Eleven è sfrecciata via con la sua banda. «Conosceva alla perfezione i tempi di reazione della sicurezza» ha spiegato il colonnello Ahmad Humaid Al Marri, direttore della Divisione investigativa a Dubai, che ha lanciato un appello per catturare le tre donne. «Abbiamo arrestato tutti gli otto membri della gang, ma la Mitic è ancora latitante» ha aggiunto. Un’altra primula rossa è ancora più pericolosa e determinata di Bojana. Non si conosce il suo vero nome, ma è noto solo quello della sua falsa identità irlandese, Gail Foliard. Gail Foliard era una degli agenti sicari nel commando israeliano che ha eliminato nel 2010 a Dubai Mahmoud Al Mabhouh, uno dei massimi esponenti di Hamas. La 35enne Gail farebbe parte, secondo i media occidentali, del temibile «kidon» (in ebraico «baionetta»), l’unità del Mossad addetta a sequestri e omicidi. L’unico modo per identificarla è la foto del passaporto in cui viene ritratta con i capelli biondi, probabilmente una parrucca. «C’erano diverse donne nel commando che era formato da 28 persone» ha detto Al Marri «ma era lei ad avere il ruolo più importante». Gail e le altre ricercate non si fanno scrupoli e danno ordini agli uomini. Proprio come la terza della lista, conosciuta solo come Sarah, trentenne pachistana. È una trafficante di droga che nel suo «business» aveva arruolato perfino il figlio e il marito, con conseguenze tragiche. Nel 2012 era arrivata a Dubai in occasione dello Shopping festival, usando in pratica il consorte come «mulo da droga»: nacondeva 70 capsule di eroina nell’intestino. Una di queste si è rotta e l’uomo stava morendo. Sarah ha chiuso il marito nella stanza del loro hotel – con tanto di cartello «Non disturbare» alla porta – ed è corsa col figlio all’aeroporto, prendendo un volo di ritorno per il Pakistan. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato due giorni dopo dalla cameriera dell’hotel. Di Sarah invece, nessuna traccia.
Alessandro Carlini, il Venerdì di Repubblica 18/4/2014