Andrea Pasqualetto, Corriere della Sera 24/4/2014, 24 aprile 2014
PADRI E FIGLI CHE SI SCOPRONO ESTRANEI QUANDO IL DNA DIVIDE LE FAMIGLIE
C’è chi si dispera, chi scappa e c’è Fabio che dopo dieci anni viene a sapere dell’errore della scienza capace di indurlo ad abbandonare suo figlio pensando di non essere il padre, quando invece lo era.
Si moltiplicano i casi di genitori che scoprono di non essere «naturali» grazie al test del Dna, la prova delle prove, la pistola fumante di un tradimento che mette a dura prova le certezze di una vita ponendo domande esistenziali e pratiche: che fare, sfasciare tutto? Disconoscere i figli? Ma si può? È successo a Como ma anche a Torino, a Roma, a Napoli.
A Torino, per esempio, c’è un padre che ha saputo di recente di aver cresciuto due figlie non sue, oggi adolescenti. La verità è emersa dal test genetico che ha voluto dopo la confidenza choc di un amico. L’altro, il padre naturale, è il padrino di battesimo di entrambe. Dopo i tormenti del cuore e della mente, l’uomo ha avviato la causa di separazione e ora vorrebbe chiedere il disconoscimento biologico delle figlie, «continuando però a essere il padre di entrambe, se loro lo vorranno». Prima di lui, nel 2008, fu il famoso neurochirurgo romano Giulio Maira, oggi settantenne, a procedere nello stesso senso chiedendo di non essere più il padre di sua figlia Francesca, cresciuta con lui e con sua moglie. Per farlo portò in giudizio l’esame del Dna che testimoniava la sua estraneità biologica. Nessun adulterio, però, nel caso di Maira. Lui ha sempre saputo di non essere il padre naturale di Francesca ma ha voluto rivelarlo solo quando lei era trentottenne. «Lo dovevo fare», telegrafò lui. «Quando mi sono vista recapitare una citazione per disconoscimento mi è mancato il respiro», replicò lei. I giudici però decisero di negargli la richiesta attribuendo un valore prevalente alla famiglia rispetto al legame biologico.
Fra i vip è più frequente il caso del disconoscimento al contrario, cioè da parte della prole. È successo ai fratelli Carlo e Margherita Revelli, figli naturali di Mara Luisa Bernardini e Carlo Caracciolo, l’editore scomparso nel 2008 che fino ad allora ha per tutti avuto una sola figlia: Jacaranda Caracciolo Falck. A raccontare la verità a Margherita sarebbe stata la madre, nel 2007, e Margherita lo confermò: «Lo faccio per i miei figli». Jacaranda reagì così: «Io non so se sono figli di mio padre. Non ha mai voluto fare il test del Dna per motivi che aveva in testa solo lui». I fratelli Revelli chiesero l’analisi genetica ma il magistrato rifiutò. C’è poi la vicenda dell’attore romano Fabio Camilli, figlio segreto di Domenico Modugno. Successe che un bel giorno, quando aveva 25 anni, Camilli scoprì da un amico di aver vissuto con un padre che non era il suo. «Mi disse che ero figlio di Domenico e che la famiglia lo sapeva perché era stato lui stesso a confessarlo». Da lì la crisi d’identità e la scoperta della relazione della madre con il cantante. Chiese e ottenne prima l’esame del Dna sulla salma riesumata del cantante, che dette esito positivo, e poi il disconoscimento della paternità di Romano Camilli che l’ha cresciuto.
Fra i meno noti, il caso di Alessandro Ciardiello, cardiologo napoletano, che nel 2001 ricevette una telefonata che non dimenticherà mai. «Era il mio avvocato che mi comunicava i risultati del test. I bambini non erano miei figli biologici. Fu un dolore inenarrabile. Temevo quel risultato ma la conferma fu terribile». Cosa fece? «Preferii chiedere il disconoscimento per rendere la vita più chiara, soprattutto a loro». Si allontanò da casa, di tanto in tanto li sentiva. «Un test non cancella l’amore. Loro sono comunque dentro di me».
Ampia è invece la galleria dei personaggi famosi che si sono ritrovati coinvolti in storie di paternità e Dna. Da Balotelli a Pippo Baudo a Maradona. Woody Allen ha invece aggirato il problema. L’ex moglie Mia Farrow sosteneva che il figlio Ronan non fosse suo, ma di Frank Sinatra. Papà Allen ha allargato le braccia: «Può anche essere». Vista la tolleranza, il test non aveva senso.