Luca Orlando, Il Sole 24 Ore 23/4/2014, 23 aprile 2014
PER I ROBOT SEGNALI DI RIPRESA VERA
MILANO
«Guardi, se queste offerte vanno in porto parliamo di milioni di euro: a giudicare da quello che vedo nelle ultime settimane l’Italia sta tornando ad investire».
Filippo Gasparini è di buon umore. Per la sua impresa, che produce macchine per profilatura in Veneto, il 2014 inizia bene, con richieste di "quotazioni" raddoppiate rispetto allo scorso anno. Ad altri suoi colleghi è andata persino meglio e il risultato è visibile nel balzo degli ordini di macchine utensili in Italia: una crescita del 79,3% sul mercato interno tra gennaio e marzo che in termini percentuali rappresenta la miglior performance da due anni e mezzo.
La cautela nel maneggiare il dato è d’obbligo, sia perché il mercato domestico per i robot rappresenta storicamente la parte "residuale", con tre quarti della produzione destinata ai mercati internazionali, sia perché in termini statistici il confronto è con il terribile avvio del 2013, quando le commesse piazzate dai costruttori di macchinari italiani sul nostro territorio si erano ridotte del 36%. Pur con le dovute riserve si tratta però di una inversione di rotta evidente, primo robusto segno positivo dopo due trimestri consecutivi di stabilità. Il livello assoluto degli ordini (127, con la media del 2010 posta a base 100) rappresenta il miglior dato del periodo gennaio-marzo dal 2008 e per una volta è ampiamente al di sopra della performance realizzata sul fronte dell’export. Per le commesse oltreconfine infatti, frenate dalle turbolenze nei Brics e dalle conseguenti svalutazioni di molte monete locali (Turchia, Russia, India, Indonesia sono solo alcuni esempi) la crescita del primo trimestre si ferma al 5,7%. Il che si traduce in una crescita globale delle commesse per i robot italiani che supera i 15 punti percentuali, il top in termini di crescita dal terzo trimestre del 2010.
«Il dato italiano in termini percentuali non va eccessivamente enfatizzato – spiega il presidente di Ucimu Luigi Galdabini – ed è opportuno ricordare che questo mercato parte da livelli bassissimi, non essendosi mai ripreso dopo lo shock del 2009. Il rimbalzo è in parte fisiologico perché arriva dopo cinque anni di stop, il che rappresenta quasi un’era tecnologica. E tuttavia l’inversione di rotta c’è, mi pare che il clima per gli investimenti sia migliorato, siamo contenti di questo segnale perché in sintesi ci dice che le cose almeno un poco stanno migliorando».
Il dato di Ucimu è del resto in linea con la ritrovata stabilizzazione per la manifattura nazionale, reduce da due mesi positivi sul fronte della produzione industriale e del fatturato sia a livello globale che nella categoria specifica: nel primo bimestre l’Istat registra in particolare per i beni strumentali un aumento dei ricavi del 6% e una crescita degli ordini settoriali superiore ai tre punti. La possibile inversione di rotta negli investimenti delle aziende è visibile anche negli ultimi numeri Istat sulle importazioni, dove proprio la categoria dei beni strumentali risulta essere tra le più toniche a febbraio con una crescita su base annua del 6,1 per cento.
La domanda interna per le macchine utensili dovrebbe inoltre trovare nei prossimi mesi un ulteriore sostegno dall’entrata in vigore della nuova Legge Sabatini che garantisce agevolazioni nei finanziamenti per gli acquirenti di beni strumentali. Normativa pienamente operativa dalla fine di marzo e che ha già raccolto oltre 2mila domande di finanziamento per un valore di investimento in macchinari di 655 milioni di euro.
«Questo intervento – aggiunge Galdabini – va nella direzione giusta e stimolerà certamente gli investimenti in beni strumentali ma da solo non basta per assicurare il rilancio del mercato italiano. In questo senso auspichiamo sia finalmente introdotto il sistema di liberalizzazione degli ammortamenti o almeno la revisione dei coefficienti oggi fermi al 1988, provvedimento che potrebbe accelerare le decisioni di acquisto da parte dei clienti».
In attesa di vedere gli effetti concreti di questi incentivi i primi numeri dell’anno sembrano comunque confermare le stime di Ucimu-Sistemi per produrre che nel 2014 prevede per i robot italiani una crescita della produzione del 4,6% a 5 miliardi di euro. Sviluppo che dopo tre anni consecutivi in rosso per la domanda italiana vede proprio nella crescita interna la vera novità per il comparto.
Luca Orlando, Il Sole 24 Ore 23/4/2014