Paolo Berizzi, la Repubblica 22/4/2014, 22 aprile 2014
RICUCCI, COPPOLA
& CO. LA NUOVA RESISTIBILE ASCESA DEI FURBETTI DEL QUARTIERINO
Solo la legge del contrappasso poteva mandarli ai giardinetti: e invece hanno scalato anche quella. In sordina, mentre tutti li davano per morti. Adesso sono di nuovo in campo. Come se la vita, alla fine, fosse una plusvalenza. Danilo Coppola, Er Cash, due tentati suicidi, un crac da 300 milioni per il quale è stato infine assolto, è uno dei player meno "esibiti" (dal «mondo istituzionale», come lo chiama lui) della partita Expo 2015. Vola tra Roma e Milano con il jet personale; per il megaprogetto Porta Vittoria è riuscito a farsi dare 180 milioni dalle banche, e, se è vero che l’operazione gliene porterà in tasca 500, vuol dire che sotto l’audace (e resistente)carré alla francese il cervello è ancora fino.
Stefano Ricucci adesso è Mister Ricucci: ha spostato i suoi affari a Londra («altra mentalità, si lavora meglio»), ramo real estate nel senso che, quando il tombeur de femme riposa, compra e vende case da nababbi, senza più abitarle. Ricordate Luigi Zunino da Nizza Monferrato? Ora si muove in tandem con il miliardario californiano Tom Barrack (già re della Costa Smeralda), per niente intenzionato a mollare la presa sul suo ambizioso progetto firmato Norman Foster: Milano Santa Giulia.
C’erano una volta i "furbetti del quartierino" (copyright Ricucci). Immobiliaristi, finanzieri, raider. Ma anche manager e banchieri. Protagonisti della calda estate del 2005, durante la quale, prima che la magistratura iniziasse a curiosare, pareva che la finanza italiana fosse roba loro: i lupetti di Piazza Affari con il pallino del mattone e delle scalate. Rieccoli, nove anni dopo. Il tempo si è abbattuto sulle ambizioni, i processi anche.
Ma se si guarda a come se la passano oggi gli ex furbetti, quel tempo pare magnanimo. «Ormai in Italia ci sto poco, solo lo stretto necessario», confida Ricucci agli amici tra un tweet e l’altro dal Regno Unito. In liquidazione la sua società Magiste, l’uomo che tentò la scalata a Rcs è tornato al primo amore: il mattone.
Quello che agli albori degli anni ’80, quando tirò su un supermercato a San Cesareo, gli fruttò il suo primo gruzzolo (186 milioni di lire). Ricucci oggi, dopo le traversie giudiziarie, opera soprattutto nel real estate di lusso, tra Londra e Montecarlo. Del resto alle case da sogno non ha mai resistito: da Villa Corelli a Roma, a villa Feltrinelli alla Cacciarella (Argentario, dove si sposò con Anna Falchi).
Entrambe messe all’asta dal tribunale fallimentare. «In Italia ti uccidono con l’invidia», è il mantra del Ricucci inglese, sempre inseguito dagli esperti di gossip nostrano. «Dei riflettori non mi è mai importato». Altri tempi quando si faceva immortalare, proprio alla Cacciarella, alle prese con un plastico lancio di galline tra due Mercedes nere (vedere twitter).
Non proprio refrattari al bel vivere, i protagonisti dell’estate 2005. Sul suo sito Danilo Coppola si mostra fresco di stiro e parrucco tra candide pareti da benessere persistente. «Il mio arresto è stato creato ad arte, in molti si dovrebbero vergognare», ha chiosato l’immobiliarista cresciuto nella borgata Finocchio. «Se le banche mi danno ancora credito e qualcuno ha parlato di crac - accusa dalla quale sono stato assolto - c’è qualcosa che non torna».
I furbetti la giustizia li ha riabilitati, se non completamente, almeno in parte. E loro hanno patteggiato. Restituendo al Fisco. Er Cash assolto con formula piena dalla condanna a sei anni di reclusione per bancarotta. Ricucci assolto nella vicenda Bnl-Unipol assieme a Giuseppe Statuto, altro bilionario, quello che oggi, dicono, abbia mantenuto il patrimonio più robusto.
E patteggiamento su Antonveneta, sempre Ricucci. A quest’ultima scalata prese parte, tra gli altri, Emilio Gnutti. «Nessuno sa come funziona la Borsa». E’ la frase celebre del finanziere bresciano, che nel 2005 era impegnato su tre tavoli (Rcs con Ricucci; Bnl con Giovanni Consorte; e Antonveneta con Gianpiero Fiorani). Che fa oggi Gnutti?
Mattone, anche lui (società Aton). Tra affari e processi (condannato per insider trading, bancarotta, rinviato a giudizio per il crac Snia Viscosa), lucida le 150 auto d’epoca della sua collezione: le tiene nel garage della palestra di cui è proprietario a Brescia, la Millenium Sport&Fitness.
Niente inferno, solo un po’ di purgatorio. Gianpiero Fiorani l’aveva declinata così: «Non finirò all’inferno, ma mille anni in purgatorio ». L’ex colonnello del governatore Antonio Fazio. Lo spregiudicato Banchiere Scalatore. Vive sempre a Lodi il «Gianpi», meno in vista di quando transitò dalla corte di Lele Mora. Ha raggiunto un accordo con il Banco Popolare, la sua vecchia banca, che gli aveva chiesto un risarcimento danni da 700 milioni. Per «vivere» - dice - ha aperto uno studio di consulenza in centro a Milano. Da lì si dedica al business delle energie alternative. Nel suo caso, rinnovabili.