A.Ger., Il Sole 24 Ore 22/4/2014, 22 aprile 2014
PUTIN E IL SOGNO DI NOVOROSSIYA
Novorossiya non è un neologismo. È un termine storico che Vladimir Putin ha rispolverato nella maratona televisiva della settimana scorsa. La Nuova Russia era un’entità territoriale che, dalla fine del XVIII secolo agli albori dell’Unione Sovietica, abbracciava ampie porzioni dell’Ucraina di oggi: da Ovest, lungo l’attuale confine con la Moldavia, a Est comprendendo Donetsk, la città portuale di Odessa più a Sud fino al centro industriale di Dnipropetrovsk a Nord. Fu una conquista di Caterina la Grande che affidò la colonizzazione delle terre al principe Potemkin, quello dei villaggi il cui splendore posticcio delle facciate unidimensionali doveva coprire la miseria del retro, della realtà profonda.
Vladimir Putin, sollecitato da una domanda, ha resuscitato quello che per lui potrebbe essere un sogno. «Questi territori vennero ceduti all’Ucraina negli anni Venti. Perché? Dio solo lo sa». All’apparenza era stata presentata come una domanda marginale, buttata lì per caso. Ma il caso c’entra poco o nulla con la strategia di Putin nei confronti dell’Ucraina. In molti temono che l’ambizione del presidente russo possa spingerlo a utilizzare strumentalmente la Storia per fini moderni e allargare la propria sfera d’influenza - perché è questa la posta in gioco nella partita a scacchi tra Mosca e l’Occidente - facendo leva sullo spirito d’appartenenza delle minoranze russofone in questi territori.
La decisione di facilitare l’ottenimento della cittadinanza a tali popoli rende la sua citazione televisiva meno innocente e casuale di quanto non volesse apparire e potrebbe rientrare in un disegno complessivo di rafforzamento delle rivendicazioni filo-russe in Ucraina e conseguente destabilizzazione. Un modo per tenere le autorità governative di Kiev, mai riconosciute dal Cremlino, su una corda sempre più tesa e prossima allo spezzarsi. Finora la leva della Storia è stata usata da Putin con grandissima abilità facendogli raggiungere un consenso senza precedenti presso l’opinione pubblica.
A.Ger., Il Sole 24 Ore 22/4/2014