Alessio Schiesari, Il Fatto Quotidiano 22/4/2014, 22 aprile 2014
IL PAESE CHE MANGIA LOW COST
Dodici barattoli di polpa di pomodoro a 4,05 euro; una bottiglia di Lambrusco a 1,29 euro e 300 grammi di polpette a 2 euro e 19 centesimi. Poi due pagine di volantino dedicato alle offerte sulle creme abbronzanti, prodotti per il giardinaggio di ogni tipo, scarpe, mutande, pentole e perfino un decespugliatore turbo temporizzato. Non c’è niente che non si possa acquistare in un discount e, stando alle pubblicità, i prezzi sono “incredibili”, “stracciati”, “fantastici”. L’italiana Eurospin e i tedeschi di Li-dl sono le uniche due catene di supermercati che, anche in tempi di crisi, hanno continuato a crescere. Secondo la Confederazione italiani agricoltori, dal crollo di Lehman Brothers ad oggi la spesa alimentare degli italiani si è ridotta costantemente: meno 15 miliardi in sei anni, passando dai 129 miliardi del 2007 ai 114 del 2013. Nello stesso periodo la superficie di vendita degli hard discount è cresciuta del 50 per cento. Nel primo trimestre del 2014 gli acquisti low cost sono cresciuti del 60%. A farne le spese sono tutti gli altri, dai piccoli negozianti ai supermercati tradizionali.
Per resistere all’assalto delle catene a basso costo i grandi della distribuzione stanno provando a imitarle, potenziando sconti, promozioni e offerte. La differenza media di prezzo tra i supermercati tradizionali e i discount rimane però del 28 per cento, per questo sempre più famiglie (6,5 milioni l’anno scorso) scelgono il low cost.
Non si tratta di un fenomeno solo italiano. Nel Regno Unito Lidl conta di triplicare il numero di punti vendita, portandoli da 600 a 1.500. L’altra grande catena di discount tedesca, Aldi (che in Italia non è presente), conta di aprirne 50 nei prossimi otto mesi. La crescita dei discount tra il ceto medio è stata così prepotente da entrare perfino nel dibattito politico. L’amministratore delegato di Lidl ha definito Maidstone mums (una sorta di casalinga di Voghera versione britannica) le donne della classe media che non si vergognano più di fare la spesa al discount. L’espressione è finita per coincidere con un nuova categoria sociale, quella da carezzare di più in vista delle prossime elezioni. Se il discount è un buon affare per chi ci fa la spesa, lo è ancora di più per chi lo possiede. Nella classifica degli uomini più ricchi al mondo di Bloomberg il proprietario di Lidl, Dieter Schwarz, è 33°. Quello di Aldi, Karl Albrecht, 29°.
Alessio Schiesari, Il Fatto Quotidiano 22/4/2014