Valerio Palmieri, Chi 23/4/2014, 23 aprile 2014
CARO SILVIO GLI ANZIANI SONO UN DONO
[Pupi Avati]
ROMA - APRILE
Parlo da anziano perché ho 2 anni meno i Berlusconi e, quindi, sono un suo coetaneo che conosce l’età nella quale sia io, sia lui siamo entrati. Quella, cioè, che nessuno vorrebbe definire vecchiaia, ma che è la vecchiaia. Frequentare questa stagione della vita è un grande arricchimento per un essere umano, perché offre l’opportunità di vedere l’esistenza attraverso quell’elemento straordinario che è la vulnerabilità. Le persone anziane, nel loro viaggio di ritorno, perché la vita è un percorso in cui ci si allontana dalla nascita per poi ritrovarsi bambini, si riscoprono indifesi. L’anziano si riappropria di una sensibilità profondissima, cosa che non aveva in precedenza, negli anni della forza, del vigore e dell’idea di se stessi come onnipotenti. Invecchiando si diventa più umani e si migliora.
Secondo me Berlusconi avrà un’opportunità unica di apprezzare la nostra età e avvertire i veri valori. Io sto vivendo questo passaggio, mi sto riconciliando, sto perdendo quella necessità di confronto, di misurarmi, che fa parte del mio mestiere come fa parte della politica, dove si manifesta nel paragone l’imposizione del proprio io. Trascorrere mezza giornata alla settimana con gli anziani permette di capire le cose che ci rendono più simili agli altri: anche Berlusconi, che è l’uomo più ricco e potente d’Italia, toccherà con mano il fatto che, nei riguardi della vicenda umana, andiamo ad assomigliarci sempre di più. Scoprirà che le cose che riguardano il nostro prossimo in qualche modo tornano ad avere un significato e vedrà l’altro e le sue vicende come cose più vicine. Succede solo nella vecchiaia e nell’infanzia che le differenze si annullino, perché sono le età in cui si è vicini al prossimo senza barriere sociali, culturali, economiche.
Berlusconi, come molti nostri contemporanei, ha cercato per anni di mascherare l’età, mettendo in atto una sorta di contraffazione dell’anagrafe. Uno dei modi più indecenti per definire gli anziani è dire che sono “bolliti”. Una persona anziana, sotto certi aspetti, è meno pronta e ha qualche limite, ma sul fronte della umanizzazione e della sensibilità è a mio avviso più apprezzabile. Mi auguro e auguro a Berlusconi che, con il passare degli anni, non sarà più indispensabile il “travestimento” e il negare questo deperimento, questo mutarsi del fisico. Ultimamente l’ho visto meno attento all’aspetto, più consapevole, forse merito della sua nuova situazione affettiva e famigliare. Si renderà conto che il punto di forza di un leader è proprio assomigliare alle persone che lo devono votare, e non apparire come un supereroe.
Il consiglio che do a Berlusconi è di considerare questo anno come una grande opportunità, dalla quale potrà uscire arricchito e migliorato. Anche se, purtroppo, l’attenzione mediatica provoca un deficit di autenticità e la tentazione di recitare e di andare oltre quello che sarebbe un rapporto normale, dettato dalla presenza dell’altro. Ma penso che lui sia così intelligente da capire che questa scoperta gli insegnerà come, alla nostra età, non ci sia niente di meglio che confrontarsi con un coetaneo: quando devo parlare di me attraverso un’interlocuzione che produca qualcosa di sensato mi rivolgo a una persona che sia dalle mie parti anagraficamente, perché abbiamo condiviso le stesse cose e sappiamo di cosa parliamo. Per quanto si possa cambiare e modificare il proprio aspetto, vedere nell’altro se stessi può essere utile. Certo, Berlusconi sarà visto con un misto di rispetto e diffidenza, troverà come sempre un contesto diviso. Magari incontrerà qualche vecchio comunista e, allora, lo dico per scherzare, proverà a mettere in campo tutte le sue arti per convertirlo a Forza Italia!
(testo raccolto da Valerio Palmieri)