Andrea Scanzi, il Fatto Quotidiano 23/4/2014, 23 aprile 2014
CALZONI CORTI E PANCE, IL GIOCO È QUI
Il Movimento 5 Stelle ha promesso di dare battaglia, ma la diretta Rai della Partita del Cuore a sei giorni dalle Europee rischia di essere più un boomerang che uno spot per Matteo Renzi. In questi giorni sfilano le foto del Presidente del Consiglio in versione calciatore, ed è uno spettacolo mediamente avvilente. Renzi è ritratto col volto trasfigurato dalla fatica, la lingua penzoloni tipo Fantozzi infoiato e una pancia fieramente prominente. Rispetto a quegli scatti, oltretutto, la forma fisica del Premier fiorentino è nel frattempo peggiorata, con un girovita cresciuto ormai con la velocità si spera un giorno direttamente proporzionale alla ripresa economica. Va detto che Renzi non è uno sportivo improvvisato: se da una parte si vanta di mangiare tre bomboloni per colazione, e la pappagorgia sbarazzina ne pare chiara dimostrazione, dall’altra è un ottimo corridore come ha più volte raccontato l’amico e maratoneta Linus. Per giunta è tifoso della Fiorentina, e non potrebbe chiedere di meglio che giocare accanto a Baggio e Antognoni.
La mania dei politici per il calcio è comunque trasversale: non solo passione privata, bensì ostentazione di una forma (assente) fisica che funga anche come traino elettorale. Un po’ per furbizia politica e un po’ per narcisismo fanciullesco, i politici italiani amano farsi ritrarre come sportivi. Capitava con Benito Mussolini, è capitato col nuotatore Beppe Grillo.
La passione dominante resta però il calcio. E negli ultimi anni è stata una invasione di pancette per nulla talentuose. Già sfiancati da crisi economiche e ideologiche, gli italiani hanno dovuto pure scontare la pena di D’Alema sudaticci in calzoncini corti e Mastella enormi in calzettoni trucidi. Alla carrellata calciofila non sono mancati Walter Veltroni e la trimurti post-fascista: Fini, Gasparri e Storace, uniti in un parossismo di Kilocal disattesi come tanti virilissimi Blissett di destra. Il politico italico si atteggia a calciatore perché è quasi sempre la sua vera passione. Perché spera che fingersi giovane e magari un po’ autoironico gli faccia gioco. Perché è un bambino narciso abituato a portar via il pallone quando perde. E perché non ha quasi mai il senso del (proprio) pudore, tanto nelle partite in Parlamento quanto in quelle del cuore. Il Pd di Renzi è in grande crescita nei sondaggi: nulla sembra poterlo fermare. Tranne forse un Renzi in mutandoni, leggiadro come un cinghiale del Mugello e fantasista giusto nei sogni migliori.