Matteo Di Paolo Antonio, Il Tempo 19/4/2014, 19 aprile 2014
FILO DIRETTO CON I CARCERATI
Aiutare e dare sollievo alle persone più sofferenti è una delle missioni, forse la più importante, di San Lorenzo fuori le mura. La vicinanza con il cimitero del Verano e lo stretto rapporto con il carcere di Regina Coeli hanno una grande influenza sulla vita della parrocchia. I funerali e le messe di suffragio che vengono celebrate sono moltissime, così come sono tante le persone che restano legate alla parrocchia continuando a frequentarla soprattutto per trovare conforto dopo aver perso un loro caro: «Cristo è l’unico che riesce a consolare queste persone - dice il parroco Fra Armando Ambrosi - Perché le parole umane passano, mentre quelle del Signore rimangono per sempre». Padre Armando è un frate Cappuccino, è di Fiuggi, ma alle spalle ha già tante esperienze romane. È stato cappellano all’ospedale Santo Spirito, al Policlinico e all’infermeria di Centocelle e per nove anni rettore alla chiesa di S. Maria Immacolata di via Veneto.
L’assistenza ai più bisognosi è il filo che lega quasi tutte le attività della parrocchia. Dalle confessioni e i colloqui con chi ha bisogno semplicemente di scambiare due parole, ai ragazzi della comunità di Sant’Egidio, quasi tutti universitari, che aiutano poveri e senzatetto. «Si è sparsa la voce - racconta il parroco - che qui, ad ogni ora trovano qualcuno a disposizione per una confessione, per questo c’è un gran movimento. Viene ogni tipo di gente, di ogni età e con ogni tipo di problemi».
Un ruolo sempre più importante all’interno della comunità è quello di un gruppo di volontari, nato spontaneamente all’interno della basilica, che aiuta con grande dedizione ed entusiasmo i carcerati del Regina Coeli. Il loro intento non è solo dare un sostegno spirituale ai detenuti ma anche fornire un aiuto concreto grazie alla raccolta di abiti e a tante altre iniziative di solidarietà. «Sono persone speciali - spiega il parroco, con un filo di orgoglio nella voce - che vogliono vivere la fede senza giudicare le persone che hanno commesso errori ma aiutandole».
C’è poi il lato culturale, perché nonostante i gravi danni subiti dall’edificio sacro durante il terribile bombardamento della seconda guerra mondiale, nel 1943, sono ancora tanti i turisti che passano qui. «Sono specialmente tedeschi e francesi - dice il parroco - durante le visite guidate, restano sempre colpiti dalla bellezza della basilica. E poi qui è sepolto il grande statista Alcide De Gasperi e la sua tomba è diventata meta di pellegrinaggio di molti, insieme a quella altrettanto importante di Pio IX». I turisti però, spesso non sanno che ogni anno qualche pezzo di questo prezioso monumento rischia di andare perso. È il piccolo, grande tallone di Achille di San Lorenzo fuori le mura: regolarmente, tra primavera e autunno viene sommersa da 20 o più centimetri d’acqua. Allagandosi completamente. «Nel 2011 - racconta fra’ Armando - abbiamo sfiorato il disastro, le scale erano diventate una cascata e la salma di Pio IX galleggiava per la cripta. Abbiamo fatto da tempo richieste di intervento al 2° municipio e alla Sovrintendenza perché trovino una soluzione al più presto, ma sembra che il problema venga rimbalzato da un ufficio all’altro e la situazione non si smuove. Tra poco diventerà irrimediabile e facciamo un appello alle istituzioni perché intervengano».
L’ultimo allagamento lo scorso 27 agosto: «Verso ora di pranzo - racconta il parroco - Abbiamo subito chiamato i vigili del fuoco. Dopo qualche ora di attesa, però, ho allertato anche vigili del Vaticano, che per fortuna sono stati rapidissimi. Quando sono arrivati gli altri, il peggio era passato. Erano ormai le 8 di sera».
Matteo Di Paolo Antonio