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 2014  aprile 19 Sabato calendario

NCD SCARICA ALFANO


«Caro Angelino, sentiamo il bisogno e la necessità di richiamare la tua attenzione su un disagio crescente nel gruppo dei senatori di Ncd, cosa che abbiamo già avuto modo di manifestare a te, Schifani, Lupi e Quagliariello.


Ma che fin qui non ha prodotto risultati». Cominciano così le due pagine di j’accuse firmate da oltre 16 senatori del Nuovo centrodestra, più della metà dell’intero gruppo parlamentare. Una lettera scritta il 15 aprile e consegnata nelle mani di Gaetano Quagliariello che lunedì scorso l’ha «girata» al ministro dell’Interno durante la riunione per chiudere le liste europee. E al tavolo, oltre a Nunzia De Girolamo, c’erano tra gli altri anche Schifani e Lupi.
Toni durissimi quelli usati dalla fronda interna a Ncd che ormai minaccia apertamente di rompere e mollare Alfano al suo destino. Uno scontro, quello che sta andando in scena in queste ore, la cui miccia è la candidatura di Lorenzo Cesa e Giuseppe Scopelliti ai primi due posti (gli unici utili) della lista Sud di Ncd, con buona pace dell’uscente Erminia Mazzoni che resterà a casa. Il primo è poco gradito perché «arrivato all’ultimo istante» con l’Udc, il secondo perché «appena condannato a sei anni di reclusione» e «pure Berlusconi è riuscito a non mettere in lista condannati» mentre noi che occupiamo il ministero dell’Interno «non abbiamo alcuna remora».
Un disagio che, in verità, è ben più profondo. Almeno a leggere la missiva al veleno firmata da almeno 16 senatori tra cui Roberto Formigoni, Luigi Compagna e Paolo Naccarato. Una bomba, che rischia di far implodere Ncd creando quindi un bel problema anche alla risicata maggioranza su cui al Senato si tiene il governo Renzi (che, non a caso, da tempo sta lavorando a «numeri di scorta»).
Scrivono i rivoltosi: «Il nostro disagio sfocia in preoccupazione fortissima perché siamo esclusi da tutti i processi decisionali importanti, dalle riforme allo Statuto Ncd passando per nomine e liste elettorali». Poi l’affondo: «Siamo decisivi per la vita del governo guidato da un premier che ha il vento in poppa e Forza Italia è in disfacimento» eppure «da noi vengono in pochi» e «i sondaggi dicono che l’elettorato non ci premia». Tutto nero su bianco, visto che le ultime rilevazioni riservate di Ncd si sono fermate di pochissimo sopra il 4 per cento, scatenando il panico. Al punto che nel j’accuse si chiede espressamente ad Alfano quale sia «il male oscuro che non consente a Ncd di mettere le ali».
Un’insofferenza che fa quasi rimpiangere i tempi in cui si militava in Forza Italia. «Se nella quotidianità scimmiottiamo tutte le abitudini negative che avevamo prima - aggiungono - allora rischiamo di essere patetici». Toni durissimi, inattesi al punto che alcuni dei presenti alla riunione sulle liste di lunedì scorso strabuzzano gli occhi. Non Alfano, che nonostante Quagliariello predichi «attenzione» non cambia idea né su Cesa né su Scopelliti. «Non posso mollare adesso uno che ci ha dato una mano importante», dice il ministro dell’Interno.
Ma l’insoddisfazione monta. Ad Alfano si chiede espressamente «maggiore coralità e democrazia interna», altrimenti c’è «la sensazione di essere inutili». A parti invertite - scrivono rivolti all’ex delfino del Cavaliere - «anche per te sarebbe insopportabile vivere in un partito dove due o tre persone decidono tutto per tutti» e le decisioni le vengono a conoscere da giornali e agenzie di stampa.
Il timore dichiarato di quasi mezzo partito, insomma, è che «l’impietosa legge dei numeri rischi di bocciarci già il 25 di maggio», giorno delle elezioni europee. Anche perché il rischio - o la minaccia come l’hanno interpretata alcuni dei big di Ncd messi sul banco degli imputati - è che alcuni portatori di voti decidano di prendersela comoda e non impegnarsi a dovere. E a quel punto anche il 4 per cento - soglia di sbarramento delle Europee - potrebbe essere a rischio. «Ti diciamo tutto ciò con franchezza - si legge nella missiva ad Alfano - anziché continuare con mormorii e incazzature che alimentano frustrazioni e insoddisfazioni che potrebbero sfociare in inoperosi disimpegni» alle prossime elezioni. Inoperosi disimpegni: più chiaro di così...