Elena Tebano, Corriere della Sera 20/4/2014, 20 aprile 2014
LA NUOVA LEGGE E LE TUTELE PER LE VITTIME?
1 Se una donna si presenta in Pronto soccorso con segni di maltrattamenti la denuncia scatta in automatico?
Solo se ha subito lesioni gravi o gravissime, come è successo la prima volta a Rosaria Aprea: in quel caso i medici sono obbligati a segnalare il sospetto reato e si procede d’ufficio. Se invece la vittima riceve una prognosi inferiore a 20 giorni serve la querela di parte, cioè la sua denuncia: c’è tempo tre mesi per rivolgersi alle autorità. Il limite sale a sei mesi per gli atti persecutori (stalking, appostamenti, sms o telefonate continui) e la violenza sessuale.
2 È possibile ritirare la denuncia per maltrattamenti o stalking?
È stato uno dei punti più discussi della nuova legge sul femminicidio. Il testo approvato il 15 ottobre dell’anno scorso prevede la possibilità di revocare la querela, ma solo durante il processo. Ed è il giudice che deve vagliare la richiesta, per assicurarsi che la revoca sia spontanea e non causata da pressioni o intimidazioni.
3 Quali sono le misure preventive che si possono richiedere?
In caso di atti persecutori, che anche se non sono gravi limitano la libertà della vittima, quest’ultima può chiedere al questore di convocare il persecutore per un provvedimento amministrativo di ammonimento. Spesso non basta a fermare gli aggressori, ma fa sì che se i comportamenti persecutori continuano siano perseguibili d’ufficio e non più solo su querela di parte. La legge sul femminicidio prevede poi l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima, l’obbligo di dimora che impone al maltrattante di rimanere in un determinato comune, fino agli arresti domiciliari e alla custodia cautelare in carcere per i fatti più gravi.
4 Ci sono casi in cui l’arresto è obbligatorio?
La norma del 2013 ha introdotto l’arresto immediato per chiunque venga colto in flagranza mentre compie maltrattamenti in famiglia o atti persecutori. Inoltre la polizia giudiziaria, su autorizzazione del pm, può disporre l’allontanamento urgente dell’aggressore: prima il procedimento era molto più lungo e complesso. Misure del genere potrebbero probabilmente anche essere richieste in casi come quello denunciato da Jessica Rossi.
5 Rosaria Aprea ha denunciato nuovi abusi dopo che l’ex compagno era stato arrestato: come è possibile?
Se il processo non viene celebrato entro la scadenza dei termini di custodia cautelare e non ci sono altre condanne, l’aggressore torna libero e a quel punto non c’è più nessuno che lo controlla. I maltrattanti spesso tendono a reiterare i comportamenti violenti. Di fronte a nuovi atti persecutori è necessario allora sporgere un’altra denuncia, magari a integrazione della querela precedente. Così scatta la recidiva: si procede d’ufficio ed è previsto l’arresto. Infatti l’ex compagno di Rosaria Aprea adesso è finito ai domiciliari nonostante sia accusato di reati meno gravi rispetto alla prima aggressione.
6 La legge sul femminicidio ha introdotto l’obbligo di informazione per le vittime: che cos’è?
Finora chi sporgeva querela non era informato dei provvedimenti a cui era sottoposto l’aggressore, a meno che non lo chiedesse il suo avvocato. Con la nuova norma è entrato in vigore l’obbligo di avvisare la persona offesa per ogni «revoca o sostituzione di misure cautelari», per esempio se i domiciliari vengono trasformati in divieto di avvicinarsi entro i 400 metri alla vittima. In questo modo la donna può adottare comportamenti più prudenti.