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 2014  aprile 19 Sabato calendario

GARKO, LA VIA SCONTATA PER IL MELODRAMMA


Nessuno meglio di Gabriel Garko poteva interpretare il primo grande divo cinematografico nell’ultima fatica di Teodosio Losito, la fiction «Rodolfo Valentino – La leggenda» (Canale 5, giovedì, 21.18). Com’è noto, Garko è l’attore feticcio di Losito, meglio se utilizzato in coppia con Manuela Arcuri, in una gara all’ultimo virtuosismo recitativo.
Largamente anticipata dalle polemiche sulla scena di nudo integrale di Garko risolta infine con un vedo-non vedo, la fiction non è la ricostruzione storica della vita di Rodolfo Valentino. Non è un classico bio-pic alla Rai1, ma più una sorta di «versione di Teodosio», un racconto in cui la vita del tanguero e poi attore, partito povero nella Puglia rurale e diventato la star più luminosa di Hollywood, è piegata alle logiche del melodramma lositano. Sulla fiction aleggia giusto un velo di estetica queer, e ritornano alcuni pilastri narrativi già visti in «L’onore e il rispetto» e «Il peccato e la vergogna», oltre che in moltissimi feuilleton e fotoromanzi. C’è la fuga verso la terra promessa, ci sono gli ambienti da cartolina, le sceneggiate ormonali, i colpi di scena più che telefonati, c’è persino una «figlia della colpa» (inventata per l’occasione) concepita da Rudy insieme al suo primo amore precedentemente al successo negli Usa.
Nel mondo di Teodosio non esiste il sottotesto: tutto è esplicitato, i dialoghi servono a non lasciare dubbio alcuno sulle intenzioni e sui sentimenti, spesso primordiali, dei personaggi. Cosa ci spiega la fiction sulla costruzione dell’icona Valentino, dell’isteria collettiva nata intorno alla sua figura negli anni 20? Ben poco, perché sceglie la strada semplice giocando tutto sull’erotismo, appiattendo altre dimensioni, come la fotogenia e l’esotismo del primo latin lover.