Maria Novella De Luca e Fabio Tonacci, la Repubblica 19/4/2014, 19 aprile 2014
A CASA DELLA COPPIA CHE ASPETTA I GEMELLI “RESTANO QUI, LOTTEREMO”
«Sarà una battaglia legale lunghissima, ma la affronteremo al momento giusto. Per adesso la mia unica preoccupazione è quella di proteggere mia moglie, la cui gravidanza nonostante tutto questo terribile stress sta procedendo. Ma lei è sconvolta, ha bisogno di serenità e pace». Sono le sei di sera nel bell’appartamento di Anna e Luca, tanti libri, giornali, silenzio, le luci basse, la moquette per terra, al piano alto di un grande e popoloso condominio che attutisce il rumore delle trafficatissime arterie di Roma Sud. Sparpagliati sopra un grosso baule all’ingresso, carte e documenti ospedalieri che raccontano la loro drammatica storia.
Anna si affaccia per un attimo: bruna, sottile, indossa una tuta, la maternità che già si scorge. Anna e Luca, così li abbiamo chiamati, sono la coppia romana vittima del terribile scambio di provette dell’ospedale “Sandro Pertini” di Roma. In Anna infatti, il sei dicembre del 2013, sono stati impiantati gli embrioni di un’altra donna, una paziente con il cognome quasi identico al suo. Un errore che ha sconvolto «sei vite», così ha raccontato ieri a Repubblica il genitore biologico di questi gemellini che nasceranno alla fine dell’estate, già gravati di mille pesi etici e giuridici.
Sarà una battaglia lunghissima, ma la affronteremo al momento giusto. Adesso nonostante lo stress pensiamo solo a far nascere questi bambini Luca apre la porta: è sorpreso ma pacato, sovrastato dal dolore che in poche settimane ha travolto la sua vita e quella di Anna. Condividono la stessa professione, entrambi poco più che quarantenni. «Entrate pure, non voglio che qualcuno del palazzo senta». I muri e le porte sono troppo sottili, e forse ancora nessuno sa che sono loro i protagonisti dello scambio di provette. «Vi prego, non rivelate i nostri nomi, non rendeteci identificabili», chiede, «abbiamo bisogno di riservatezza, non siamo ancora pronti per affrontare la pressione dei media».
Risponde per cortesia, Luca. Vorrebbe dire di più, «ma prima devo chiedere il permesso al nostro avvocato, non voglio fare passi falsi». E aggiunge: «L’ospedale ci ha ufficializzato la notizia soltanto l’altro ieri», mentre compone il numero del suo legale. «Comprendetemi, cerco di proteggere mia moglie da tutto quello che potrebbe mettere a rischio la sua salute, prova già un grande dolore». Perché in questa avventura dove c’è una coppia rimasta incinta con embrioni non suoi, e un’altra coppia la cui gravidanza non è andata a buon fine, una certezza c’è: proteggere le vite che Anna porta in grembo. «Noi la scelta l’abbiamo già fatta». E l’avvocato, Michele Ambrosini, che ieri li ha incontrati a lungo a Roma, conferma: «La signora non ha mai pensato di abortire».
Bisogna salire ai piani alti di questo grande condominio per entrare nella casa di Anna e Luca, e guardare nei loro visi lo sgomento, per sentire sulla pelle la gravità di quanto accaduto al Pertini. Due persone semplici, limpide, discrete, che tanto avevano sognato un figlio, e oggi stanno vivendo la più atroce delle beffe. La fecondazione che riesce, ed è già un miracolo, e la scoperta casuale poi, durante il test genetico della villocentesi, che quei due gemelli, un maschio e una femmina, sono sani e forti, ma con un patrimonio genetico non compatibile con quello di Anna e Luca.
Ma cosa è successo quella mattina, cosa ricordate? Luca agita le mani: «Non voglio ancora rispondere». Forse sono davvero troppi gli interrogativi su quello che accadrà dopo, quando i gemelli verranno alla luce. Per adesso comunque sembra non esserci stato alcun contatto tra Anna e Luca e l’altra coppia, i genitori biologici, anche loro sconvolti dalla scoperta dello scambio di provette. Per Paolo e Gaia la notizia che i loro embrioni vivono nel grembo di Anna è freschissima: «Non ci aspettavamo di essere noi i protagonisti di questo errore. Non sappiamo ancora come comportarci, è evidente che qui siamo tutti delle vittime, loro noi, e i due bimbi che nasceranno». Nell’ingresso del suo appartamento Luca usa toni cauti. «Parleremo a tempo debito, stiamo cercando un modo per comunicare e nello stesso tempo per proteggere il nostro anonimato». Hanno infatti deciso di affidarsi alla Effeci, una nota agenzia di comunicazione romana, che dunque farà da tramite tra loro e il resto del mondo.
Da oggi però, almeno per qualche giorno, Luca e Anna, saranno protetti da un muro di silenzio. Hanno scelto di lasciare Roma per le vacanze di Pasqua, per riflettere e trovare un po’ di pace. «Abbiate pazienza e cercate di capirci, per noi è davvero un momento delicato», dice Luca, chiudendo la porta, addolorato ma cortese.